Vita sana sotto la Garisenda: sole, latte e niente stress
Per altri versi, se dovessimo dar
ascolto a quella razza di grassatori e truffatori che risponde al nome di
operatori turistici, il patrimonio storico-artistico e, per ciò che resta,
paesaggistico dovrebbe avere come unico scopo e destinazione quello di garantire
e incrementare le loro lucrose attività. Potessero, non si farebbero scrupolo
di piazzare i loro tavolini e le fetide cucine pakistane nelle sale del Pitti e fare dei Musei vaticani un ostello a otto stelle.
Del resto, non sono migliori quei
viticoltori al solfito che per far transitare il trattore tra i filari spianano
(“addolciscono”) una mezza collina. E che dire di quelli che chiedono la
chiusura delle grandi navi al transito in Canal Grande, ma poi sono favorevoli
a farle arrivare al solito scalo scavando un nuovo e profondo canale? Idioti. Non
è forse lo scavo del famigerato “canale dei petroli” la causa dell’aumento
vertiginoso del fenomeno dell’acqua alta negli ultimi sessant’anni? Ma certo
che no, altrimenti il Mose che lo si fa a fare?!
È ormai impossibile distinguere il
confine tra malafede e semplice stupidità, posto che esista.
Il confine c'è, però ormai sono elementi così diffusi da diventare un miscuglio micidiale che ogni tre per due combina l'ennesimo scempio. Direi che la mala fede architetta, la stupidità collabora a realizzare e fa dimenticare subito dopo.
RispondiEliminaVedremo, ad esempio, quanto ci metteranno a riprendere l'attività le betoniere nel gargano ... poco, secondo me stanno già scaldando i motori.
leggo ora questa:
Eliminahttp://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/09/09/vino-gdf-scopre-maxi-frode-su-brunello-di-montalcino-sequestrate-220mila-bottiglie/295760/
la settimana scorsa, volendo fare un regalo, ho spedito tre bottiglie di vino francese. con un po' di rimorso devo dire, per non avere scelto del vino italiano. Non bisogna farsi venire di questo sensi di colpa.
Altrimenti ci sono i vini della Mosella. Anni fa sono stato per lavoro a Koblenz e abbiamo passato un mezzo pomeriggio da quelle parti. Posti stupendi, vini eccellenti.
Eliminaeh, hai detto niente
EliminaStante le cose, il confine non esiste né sotto il profilo etico né altrettanto geografico. Che si faccia un viaggio nel Bel Paese piuttosto che all’estero oltre al di-vertimento psicofisico si rientra alla maison facendo questo tipo di bilanci. Per chi ovviamente li ‘subisce’ nella propria persona.
RispondiEliminaQuello che stupisce, non più di tanto, è la strada che si accingono a percorrere (stanno già percorrendo) alcuni Paesi del Mediterraneo nella devastazione delle proprie coste e non solo.
Senza addentrarmi nelle teorie economiche, il danno delle plusvalenze per quanto riguarda le risorse e il territorio è irreversibile. Mattoni e cemento armato hanno in questo caso il grosso difetto di durare per qualche secolo. Quelli ben posti non sono frequenti e quasi sempre nei luoghi metereologicamente meno appetibili.
Il nonritorno nei luoghi visitati trent’ani fa o più è un obbligo.
La memoria per se stessa è ‘un’organo’ labile e duttile nel contempo, l’unico metodo per quella storicomonumentale (meglio edilizia) potrebbe consistere nell’applicare una targa ricordo sulle singole opere con il nome del proponente , progettista e costruttore. Sempre che ci si voglia accontentare delle sole invettive.
L’arrembaggio turistico è a cura di quella parte del proletariato che si è emancipata.
Bel quadretto! Attendiamo serenamente Water World.
Non m'intendo di agricoltura, ma bevo vino spesso, quindi confesso di non aver capito questo suo passaggio: "Del resto, non sono migliori quei viticoltori al solfito che per far transitare il trattore tra i filari spianano (“addolciscono”) una mezza collina".
RispondiEliminaCordialmente
XXX
http://www.corriere.it/cronache/14_settembre_08/toscana-scoppia-guerra-vigneti-troppi-paesaggio-tutti-8cb87e46-3715-11e4-bcc9-7c497bbfce5d.shtml
Eliminala foto dell'articolo su internet non rende ragione della situazione come invece fanno le due foto, scattate a 40 anni di distanza, a corredo dell'articolo sul cartaceo di sabato scorso
per quanto riguarda le adulterazioni, se nel nord europa lo zucchero è ammesso, nel sud europa non è ammesso e perciò si fa uso del mosto concentrato, molto più costoso dello zucchero, ed ecco allora che si ricorre ad altri espedienti. i riferimento al solfito era un modo di dire.
saluti
Per la viticoltura toscana e non solo, sussiste un altro piccolo problema e riguarda coloro che si dovrebbero occupare delle operazioni di vendemmia e della cura annuale delle colture. Non è più un settore che interessa la manodopera italiana e la proprietà delle maggiori produzioni del settore è transitata all'estero.
RispondiEliminaOltre alla viticoltura sarebbe interessante capire il destino delle dimore storiche che dovrebbero far parte di un patrimonio nazionale da 'valorizzare'.
osservazione molto opportuna
RispondiEliminaGli importa assai ai toscani dei loro nobili vini e della nobiltà di tutto il resto se non più tardi di un anno fa, a Firenze, in via della Ninna, praticamente sotto il Corridoio vasariano, su una parete degli Uffizi, avevano attaccato un cartellone che recitava che "essere a Firenze e sentirsi a Ibiza è Royale". In quella circostanza diedi di matto in pubblico (li volevo mandare tutti a Ibiza o giù di lì, nel loro consueto stato di ebbrezza), mentre solitamente lo faccio in privato, nell'intimità del mio tinello, perché temo la riprovazione sociale che, infatti, non mancò: due gentili vigili urbani e alcuni negozianti, con grande pacatezza, mi spiegarono che son soldi...
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