venerdì 12 settembre 2014

Un verme truccato


Sappiamo veramente poco su ciò che realmente accade d’importante, e ciò che sappiamo corrisponde grossomodo a ciò che si vuole si sappia. Un’idea di realtà e di mondo in qualche modo ce la facciamo, ed è per tale motivo che esistono tante interpretazioni quante sono le teste. Le differenze sono più apparenti che reali, poiché le fonti dalle quali ci abbeveriamo sono pressoché le stesse. Soprattutto è medesima la matrice culturale e perciò ideologica di base, a partire dalla comunicazione televisiva: la fabbrica della coscienza con i suoi relativi funzionari, fabbrica di modelli di consumo, di modelli ideologici, di sistemi di segni finalizzati alla realizzazione-riproduzione del plusvalore relativo, insomma fabbrica per eccellenza del rapporto sociale dominante.



Anche se in modo piuttosto confuso e indeterminato, percepiamo che viviamo una fase storica in cui il dominio reale del capitale è totale, in cui piega ai suoi bisogni ogni interstizio della formazione sociale, non solo costruendo un modo di produzione sui generis, ma una formazione sociale sui generis, una metropoli planetaria informatizzata. L’elemento caratterizzante del dominio reale totale del capitale è la nuova qualità del rapporto produzione-consumo, laddove la tendenza a creare un mercato mondiale è data immediatamente nel concetto di capitale stesso. Mano a mano che si sviluppa il modo di produzione capitalistico, la produzione di plusvalore, sia esso relativo che assoluto, richiede produzione di nuovo consumo.

Perciò insistono tanto sulla “crescita”, ma i loro desideri si scontrano con una contraddizione reale fondamentale (ne ho già parlato alla nausea). Non gliene può importare di meno dei bisogni della “gente”, se non nella misura del mantenimento della “pace sociale” e del consenso elettorale. Ciò che importa loro effettivamente sono i profitti! Quanto l’alta politica sia consapevole di questo gioco di cui fa parte, è un aspetto molto interessante da indagare, e tuttavia ciò che è essenziale sapere a loro riguardo non è il livello della loro consapevolezza, ma che essi sono funzionari di un sistema totalitario non meno che i funzionari politici di altri regimi e di ogni epoca.

Se nelle fasi precedenti dello sviluppo capitalistico le forme della coscienza, in un certo senso, si producevano spontaneamente, naturalmente, come qualcosa di interamente derivato dalla produzione della merce, ora le forme della coscienza sono un prodotto finalizzato dal capitale, alla stregua di ogni altra merce. Sono coscienza come cultura dei consumi, ideologia della merce, linguaggio universale del capitale lucidamente finalizzato alla sua riproduzione.

Per fare un esempio banale, anche gli sceneggiati televisivi, quelli che ora chiamano fiction e sono sempre più poveri di contenuto e pensiero, non solo trasmettono come sempre dei messaggi promozionali e dei modelli di consumo impliciti, ma ormai da decenni lo sceneggiato stesso (come del resto i film e altre produzioni) è diventato solo un mezzo per veicolare messaggi promozionali e modelli di consumo espliciti. Parlare di creazione artistica per questo genere di prodotti è ridicolo, tanto è vero che anche la produzione schiettamente pornografica sta integrandosi sempre più, in una specie di osmosi, con questi generi “creativi”.

La metropoli mondiale informatizzata è la fabbrica totale, laddove la fabbrica di oggetti merce è solo un comparto, così come la fabbrica dell’ideologia. E anche la composizione delle diverse classi, dei loro ruoli, va intesa in relazione alla fabbrica totale, non solo come forza lavoro, capacità lavorativa, ma anche come consumatore, per così dire, coscientizzato, ideologizzato. Blade Runner non racconta una favola posta nel futuro, a suo modo racconta il nostro mondo, quello di adesso. Siamo insieme forza lavoro del capitale e consumatore-coscienza di esso, suo prodotto programmato e finalizzato.


Perciò, come ho più volte evidenziato, sono ridicole quelle pseudoscienze che per analizzare l’”uomo”, individuarne le sue leggi di sviluppo, utilizzano lo schema semplice della biologia, del “verme”, aggiungendo di volta in volta, per superare le difficoltà, un naso, delle orecchie, un cervello. Insomma, un verme truccato da uomo! Ma anche questo, nel suo complesso, non è casuale.

1 commento:

  1. il capitalismo è totalizzante e attraverso la sua democrazia, che si basa sul 100% dei cittadini e sull'obbligo d'istruzione, diventa totalitarismo. Ma al di là del volgo istruito, la sua forza rispetto ad altri sistemi di controllo sociale sta in una caratteristica che ricalca la sua origine. Questa peculiare caratteristica della democrazia capitalista non è la regola della maggioranza, come vorrebbero farci credere, ma è quella di permettere, legalmente, l'astensione. Cioè quel "buco" logico che spesso sottolinei nel pensiero borghese, quello che non spiega la frazione di lavoro non retribuito... Astensione in seconda battuta dal voto, ma in prima battuta possibilità di astenersi dal giustificare le proprie proprietà fondate sul non retribuire. Specie in paesi in cui conta molto l'eredità (europa) o dove l'aver avuto è sempre decisivo (Italia) proprio a questa parte (res non parta labore, sed relicta) viene garantita piena possibilità di astensione dalla partecipazione. Non esiste difatti alcun censimento di ricchezza soggettiva italiana, per fare solo un esempio. Questa situazione non è governabile se non in apparenza attraverso stanche proiezioni delle istanze proprietarie (governo centrale) e solo nell'immaginazione di coloro che "credono" alla rappresentazione democratica, cioè coloro che, una volta istruiti, non possono che vendere il proprio lavoro come una merce qualsiasi. Ma per gli altri, finché trattasi di una minoranza relativa (il sommerso per essere ancora tale non può difatti mai superare l'emerso), qualsiasi governo è ininfluente.
    E qui siamo all'altra faccia della medaglia della contraddizione, ovvero che il nostro mondo - uno - risulta estremamente conveniente solo per una minoranza, certo non è fatto per gli operai. Eppure sono proprio questi operai a dover FARE il mondo che ogni giorno i primi dirigono. Il controllo del limite fra astensione e partecipazione è cioè il bastone di comando delle classi dirigenti, lo scettro della borghesia. E questo ovviamente non si realizza attraverso i poveri governi "democratici", ma attraverso il loro finanziamento occulto.

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