Quello che viene indicato come il
Nuovo Ordine Mondiale, non è ancora perfetto. Ci sono ancora alcuni pezzi che
non si sono ben incastrati nel puzzle, grandi paesi come la Cina, il Brasile e
l'India, ma soprattutto manca un pezzo importante: la Russia. La Cina non è la
Lettonia, l'India non è l’Italia e il Brasile non è il Portogallo, e tuttavia
pur essendo questi paesi delle potenze con una certa autonomia sotto molti
aspetti (specie la Cina), esse sono integrate nel sistema economico mondiale al
punto che non possono mostrarsi troppo reticenti a quest’ordine, pena gravi
conseguenze. Si distingue la Russia, il paese più recalcitrante, ed infatti il
vecchio nemico della guerra fredda è l'obiettivo ideale per l’ultima, ridicola
e isterica crociata “democratica”.
L'Unione sovietica, presieduta dal
contadino Stalin, passò dall’essere un regime dispotico e barbaro a paese
alleato dell’America, una nazione la Russia che sostenne per gran parte il peso della
guerra contro i fascismi fomentati dalla borghesia europea (*). Poi, non
volendo arrendersi alla supremazia nucleare americana e al suo modello sociale e culturale, divenne l’impero del
male governato dagli eredi di Stalin, mentre oggi, anche se il demoniaco impero
sovietico è morto, l'unico ostacolo al dominio su tutta la terra del nuovo
ordine mondiale di matrice atlantica è indicato nuovamente nella Russia, questa
volta governata dal dispotico Putin.
Per gli Usa e i suoi alleati, la
guerra fredda non è mai finita, prosegue con metodi fascisti distruggendo
l’economia di decine di nazioni, seguendo le strategie di quel paranoico di Brzezinski
e di quei fanatici seguaci di quel deficiente di Milton Friedman. Non sarà
dunque la Russia che causerà l'apocalisse, così come si è ben guardata l’Urss
dal rispondere a qualsiasi provocazione in termini nucleari. Sarà l’America a
far fare all’Europa ancora una volta il lavoro sporco, forse in una contesa
suicida, ma già da oggi dispendiosa in termini economici. Divide et impera è il motto che andrebbe scritto sul biglietto
verde.
L’Europa accetterà ancora questo
sporco gioco, oppure deciderà di uscire dalla seconda guerra mondiale e dai
suoi esiti? Una guerra che l'America e i suoi Patton non potranno mai smettere,
una guerra perenne per imporre la loro democrazia e il liberismo più
individualista e sfrenato.
(*) Le perdite statunitensi in
entrambe le guerre mondiali sono state di 344.959
caduti. Il raffronto forse più significativo può essere fatto con i
combattimenti di Verdun del 1917, noti per essere stati sanguinosissimi. I dati
ufficiali francesi, sebbene notoriamente sottostimati, parlano di 162.308 tra
morti e dispersi e 214.932 feriti in dieci mesi. I tedeschi persero 420.000
uomini, anche se i dati ufficiali parlano di 100mila tra morti e feriti. Cifre
irrisorie se paragonate a ciò che avvenne venticinque anni dopo.
Nel solo fronte orientale, nei tre
anni giugno 1941- maggio 1944, il tasso
medio di perdite della Wehrmacht
sfiorò i 60.000 morti il mese. Solo
nell’aprile e giugno 1943 non superarono i 20.000 caduti mensili, ma già nel
luglio il numero salì a 85.000. Nel gennaio dello stesso anno, in coincidenza
della caduta di Stalingrado, i morti erano stati 180.000. Nell’agosto del 1944,
tali perdite raggiunsero l’incredibile cifra di quasi 280.000, mentre nel
luglio precedente 165.000. Si tratta di quasi mezzo milione di caduti in due mesi
e solo sul fronte orientale.
L’Armata Rossa inflisse oltre 80%
delle perdite alle forze tedesche nel conflitto. Tra il 19 novembre 1942 al 2
febbraio 1943, l'Armata Rossa distrusse quasi 70 divisioni dell'Asse (circa 30
tedesche, 15 rumene, 10 italiane e 10 ungheresi), per un totale di oltre 1
milione di soldati, ma perse circa 600mila
uomini. Solo l'operazione Bagration (iniziata il 22 giugno 1944), una delle
più vaste della guerra, costò all'Armata Rossa 765.815 morti, dispersi e feriti; i tedeschi contarono circa 445mila
perdite, tra cui oltre 100.000 prigionieri. Nella sola battaglia per Berlino (13
gennaio - 25 aprile), i sovietici registrarono 584.788 morti; nella sola conquista della capitale tedesca (dal 16 aprile all'8 maggio) l'Armata Rossa ebbe 361.367 tra morti, dispersi e feriti.
Olympe, niente di nuovo sotto il sole:
RispondiEliminaPlutarco: i poveri vanno in guerra a combattere e morire per i capricci, le ricchezze e il superfluo di altri.
Saluti
Per farti sapere che leggo sempre queste tue perle Olympe.
RispondiEliminaCiao Franco.
P.S: condivido in toto la citazione di nonno Franco. Un saluto.
eh sì, ogni tanto mandatemi cartoline di questo tipo. grazie e ciao
Elimina(magari usa un nick, perchè il timbro postale non basta)
Temo che i fattori geografici possano fuorviare lo sguardo.
RispondiEliminaSulle connessioni fra economia americana e nazismo ho trovato (dopo la precedente segnalazione) anche questo:
Legami Usa-Germania nazista
http://scintillarossa.forumcommunity.net/?t=50710751
L'attuale appecoramento europeo agli usa andrebbe indagato - oltre che nella sovrastruttura di servizi segreti e leader ricattabili - nel grado di commistione dei capitali europei e usa. Mi pare che solo nel settore bancario e finanziario ce ne siano a iosa.
La guerra, come ben sappiamo, si scatena per motivi economici, e ai capitalisti non interessa quali popoli ne dovranno sopportare le conseguenze.
Fossero anche i loro, non glien'è mai importato un belino, tanto di case in svizzera o alle bahanas ne hanno a bizzeffe. E poi la loro singola coscienza (hai visto mai che a qualcuno ne rimanga un po') nei bilanci aziendali conta un cazzo. ciao g
P.S. Indicativo mi sembra il fatto che in germania a frenare le sanzioni e l'escalation contro la Russia sia la confindustria e non la bundesbank.
RispondiEliminaDimenticavo un video russo da non perdere :
RispondiEliminahttp://www.beppegrillo.it/la_cosa/2014/09/11/gli-usa-vogliono-grande-guerra/