L’attentato e la strage in Norvegia sono stati atti terroristici a sfondo politico da parte di un fascista contro un partito socialdemocratico, il massimo della sinistra presente nel paese. I fatti finora noti suggeriscono che si tratta di azioni politicamente mirate e non possono essere comodamente liquidate come il mero atto incontrollato di uno psicopatico. Breivik preparava l'attacco da due anni e l’ha portato a compimento con meticolosa precisione. A differenza di molti altri episodi che hanno avuto per protagonisti dei folli, Breivik non si è ucciso, ma si è arreso alla polizia.
L’itinerario di Breivik mostra che le sue idee politiche emergono da tendenze diffuse e radicate in tutta Europa. Il suo blog conferma che le sue idee, i punti di vista che egli esprime, trovano sostegno non solo nei circoli fascisti, ma all'interno dei partiti borghesi e nelle componenti cristiane ai più alti livelli. Dal 1997 al 2007, Breivik è stato un membro del Partito del progresso norvegese e della sua organizzazione giovanile. Nelle elezioni parlamentari del 2005 e 2009, il Partito Progressista ha avuto circa il venti per cento dei voti. Originariamente nato come movimento per la riduzione delle imposte, il partito si presenta ora con una miscela di demagogia sociale contro le politiche economiche di libero mercato, insieme con l'islamofobia e la xenofobia.
Non più tardi dell'anno scorso, due esponenti del Partito del progresso hanno accusato i socialdemocratici di "pugnalare" alla schiena la cultura e le tradizioni norvegesi, scrivendo nel giornale Aftenposten che il partito laburista ogni anno offre la nazionalità a migliaia di nuovi norvegesi provenienti da diverse culture e non culture. Questi sono i presupposti ideologici di Breivik.
I discorsi contro il multiculturalismo diffusi a decine di migliaia di copie non sono molto diversi da quelli che si leggono nei giornali italiani e europei di destra, ma anche in quelli cosiddetti progressisti, poiché quanto a fobie anti-islamiche e anticomuniste non sono da meno. È sufficiente prendere atto come vengono trattate dai media le vicende della Val di Susa, compresa l’adombrata accusa di aver attentato alla stazione ferroviaria di Roma.
Pertanto la caccia alle streghe contro i musulmani e le altre culture non si limita ai circoli di destra. Molti governi europei usano fomentare sentimenti anti-islamici per distogliere l'attenzione dalle montanti tensioni sociali causate dalla crisi e dai tagli. Per esempio, la Francia e il Belgio hanno vietato di indossare il velo, con il sostegno di socialdemocratici e dei partiti della “sinistra” piccolo-borghese. In Germania, il cancelliere Angela Merkel ha recentemente dichiarato che il "multiculturalismo" ha fallito e l’ex ministro delle Finanze Thilo Sarrazin è lodato per il suo anti-islamismo.
La propaganda anti-islamica è giustificata con la "guerra al terrorismo", cioè con le guerre imperialiste in Iraq, Afghanistan e la Libia. Pertanto, è quanto di più cinico l’invito del presidente Obama di rispondere agli omicidi di Oslo chiedendo di intensificare la "guerra al terrore", infatti, è proprio questa "guerra" ideologica che ha direttamente contribuito alla tragedia di Oslo.
Borghesi, non fate finta di nulla, responsabili di questo clima a livello continentale siete voi, perché voi favorite la crescita delle forze fasciste e reazionarie, perché ciò vi serve per distogliere l’attenzione dalle vostre guerre e dalle vere cause che portano al taglio dei salari e dell’assistenza, ai tagli nella scuola e nella cultura, alla dismissione dei diritti politici e sindacali.
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