Caldo afoso, ci vuole un post leggero. Un post sulla situazione finanziaria dell’Italia allo specchio di quella internazionale, nel momento in cui è posta sotto schiaffo da parte della ciurma di filibustieri predisposti a seminare il panico e che un tempo costituivano l’enfatica demoplutocrazia. Se non siete svenuti, il post continua.
La questione è: quanto sta succedendo è causa di quei birbanti alla Soros e delle “agenzie” di rating (finanziate dagli Stati) oppure la speculazione è la conseguenza di politiche economiche e decisioni monetarie sbagliate?
Esemplifico un caso di scuola tratto dal pilastro del capitalismo. Barak Obama per essere eletto ha avuto bisogno del concretissimo sostegno di Wall Street. Pochi giorni or sono, in vista della nuova campagna elettorale e della raccolta dei relativi fondi, il presidente ha cenato con alcuni importanti gestori di hedge fund e dirigenti di private equity (*), cioè con degli speculatori. Per cenare al Daniel con il presidente, 67 manager di Wall Street hanno pagato 35.800 dollari a testa. In totale, l’evento avrebbe portato 2,4 milioni di dollari nelle casse del partito Democratico.
Si tratta di personaggi pragmatici che non buttano il proprio tempo e i propri soldi in una cena solo per passarsi il sale con il presidente. Il Wall Street Journal aveva raccontato un fatto, e cioè di una cena dell'8 febbraio del 2010 a Manhattan fra alcuni magnaccia della finanza per la messa a punto d'un piano d'attacco all’euro, “un’offensiva su larga scala a colpi di vendite allo scoperto con livelli di leva da vertigine”. I commensali (**) si dissero d’accordo sul fatto che la crisi della Grecia avrebbe avuto un effetto domino contagiando via via tutte le emissioni legate al debito sovrano. A garantire il successo dell’operazione speculativa ci ha pensato il loro potente socio Harold 'Terry' McGraw III, che – attraverso la sua McGraw-Hill Companies, ovvero l'agenzia di rating Standard & Poor's – ha declassato i titoli di Stato greci, portoghesi e spagnoli innescando la “necessaria” crisi dell'euro.
Questo è, secondo i gusti, l’aspetto fascinoso o inquietante della faccenda. Come si è potuti arrivare al punto che una manica di speculatori possa decidere in tal modo le sorti dell’economia mondiale? Gli speculatori, come i ladri e chiunque altro del ramo, fanno solo il loro mestiere. Per tagliar corto, la causa della crisi finanziaria (quella economica in generale ha altre cause specifiche, anzitutto di accumulazione) prima ancora che un fatto speculativo è un fatto politico. Non è, non può essere, attribuita solo alle distorsioni folli della finanza.
Anche limitandoci solo al caso dei cosiddetti PIIGS e all’euro, è abbastanza pacifico il fatto che i burocrati dell’euro hanno predisposto una moneta unica ma non una politica fiscale centralizzata, per cui ogni Stato non solo è lasciato libero di indebitarsi come vuole, ma è “invitato” a farlo per favorire i grandi esportatori e gli speculatori sul debito (come ho scritto in un post di sabato). Soprattutto, sottolineo, se le tasse non si vuole farle pagare ai ricchi ed è consentita l’evasione e l’elusione su larga scala (provate a immaginare le leggi penali tedesche in materia fiscale fatte applicare in Italia). A ciò però va aggiunto, ed è un fatto di grande rilievo, che all’aumento del debito pubblico si è accompagnata la distruzione delle economie nazionali più deboli, anzitutto delle industrie manifatturiere, per favorire le multinazionali che producono in Asia e nell’Est Europa. E di questo sono responsabili le corrotte classi dirigenti liberiste, di destra e di “sinistra”, dei vari paesi che nonostante il disastro non si vogliono ravvedere. E ora si dolgono che i filibustieri di tutte le ciurme passino all’arrembaggio.
E ora potete respirare regolarmente.
(*) Tra i manager che hanno cenato al ristorante Daniel dell’Upper East Side di Manhattan, anche l’amministratore delegato di Avenue Capital Group Marc Lasry e Orin Kramer, partner di Boston Provident. I banchieri Lloyd C. Blankfein di Goldman Sachs e Jamie Dimon di JP Morgan, anche se non sono intervenuti personalmente, non hanno fatto mancare la loro quota. Un convivio simile era già avvenuto due mesi prima presso una residenza privata di Jon Corzine, ex governatore del New Jersey ed ex amministratore di Goldman Sachs.
(**) George Soros (Soros Fund), John Paulson (Paulson & Co.), Steven Cohen (Sac), David Einhorn (Greenlight), Andy Monness (Monness Crespi Hardt & Co.), Aaron Cowen (Sac Capital Advisor) e Donald Morgan (Brigade Capital Management).
Vero, verissimo (come sempre).
RispondiEliminaLa causa di questo disastro che va avanti ormai oltre ogni limite, con la benedizione (nei fatti, ma non a chiacchere) dei burocrati europei (per rimanere dalle ns parti) che preferiscono indebitare ulteriormente i paesi troppo indebitati (hanno iniziato con la Grecia) e depredarli delle aziende pubbliche e delle risorse, ha l'unico scopo di far precipitare l'occidente nel caos giusto per sopprimere i diritti dei lavoratori. Perchè come ormai da secoli è nel plusvalore che si fanno i soldoni.