Un esempio, ennesimo, del livello dell’informazione in generale e di quella economica in particolare?
«Josef Ackerman, leader di Deutsche Bank, dovrebbe chiarire perché ha ridotto dell' 88% l'investimento nei titoli pubblici italiani, mentre la sua stessa banca diffondeva rapporti lusinghieri sui medesimi. L'ultimo risale al 20 luglio».
Questo è Massimo Mucchetti, di solito molto accurato, sul Corsera. Ed ecco Vittorio Carlini su Il Sole 24ore:
«un effetto psicologico negativo lo ha indubbiamente avuto l’apertura del dorso del Financial Times che titola “Deustsche Bank si copre dal rischio Italia”. E, nell’articolo, descrive la strategia dell’istituto tedesco che «ha ridotto l’esposizione netta al debito governativo italiano dell’88% nel primo semestre del 2011». Una mossa però che, a quanto scrive lo steso Ft, «sarebbe realizza non attraverso vendita di bond italiani, bensì attraverso un’attività di copertura con l’acquisto di Credit default swap».
Che non è esattamente la stessa cosa.
Interessante distinzione direi: vuoi vedere che l'obiettivo del FT è dunque ben altro?
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