I bot greci stamattina sfioravano l’area del 40% di rendimento a 2 anni. La Germania, dopo aver dissanguato la Grecia vendendogli centinaia di carri armati e inutili sottomarini supertecnologici – per bocca della sua cancelliera – manda a dire che il vertice di giovedì tra i teppisti di stato della zona euro non rappresenterà il passo finale per la risoluzione della crisi di debito della Grecia: “Ci sono altri passi necessari da prendere e non si tratterà di un evento spettacolare che risolve tutti i problemi", definendo "irrealistiche le speranze di un singolo e risolutivo appuntamento finale che faccia risolvere la crisi greca”.
Quanto al Portogallo, Mario Soares, uno che conosce bene la ciurma di filibustieri, ha dichiarato a proposito del cappio al collo messo dei tedeschi: “Nella realtà la signora Merkel agisce come se l’Unione europa le appartenesse, ma non è così. La Francia, invece, cammina dietro l’Europa, e nessuno riesce a capire quale sia la politica di Sarkozy, […] L’avidità dei mercati non si fermerà col Portogallo, se le istituzioni europee non reagiranno. Se le cose restano così sarà la fine del progetto europeo, non ci sono dubbi. Ma io credo che ci saranno grandi reazioni. E verranno soprattutto dalle popolazioni. Non è solo nel mondo musulmano che i popoli si sollevano. Rischiamo di assistere a grandi rivolte all’interno dell’Europa. La gente potrà rifiutare questa idea di Europa”.
Negli Usa la situazione occupazionale sta peggiorando, ho notizie di tagli ai salari degli autoworkers che arrivano quasi al 50%. In Illinois perfino il programma per la sepoltura degli indigenti (così chiamano i poveri) è stato radiato. Leggo notizie di tagli ai servizi sanitari a San Francisco e altrove (qualche lettore del blog di laggiù può confermare?). Siamo ancora lontani dalla catabasi descritta da John Steinbeck in Furore, ma siamo su quella strada. La lotta contro il sistema e la sua schiavitù non tarderà a radicalizzarsi, pochi anni o al massimo un paio di lustri.
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