Lo so, è un argomento che non appassiona tutti, almeno fino a quando l’acqua non tocca il culo. Del resto l’umanità e le classi dirigenti sono abituate a occuparsi dei problemi solo quando incombono, anzi, solo quando, come dicevo, toccano il culo. Ma presuppongo lettori intelligenti, di quelli che vogliono ragionare con la loro testa. Non sono molti, ma ci sono.
Il cambiamento climatico (che è qualcosa di più del “riscaldamento”) sta interessando tutto il pianeta e negli Usa le catastrofi si susseguono a ritmo serrato con 330 vittime negli ultimi tempi. Mentre gli F16 bombardano Tripoli, il Midwest e le Grandi Pianure hanno sperimentato un forte aumento delle precipitazioni (lo straripamento del fiume Mississippi ha devastato il Midwest inferiore, gli stati del Tennessee, Mississippi, Arkansas e Louisiana) mentre il Sud-Est e la zona Occidentale (con ondate inusuali di freddo in Canada e negli Stati Uniti) hanno visto un aumento della siccità negli ultimi 50 anni. Mentre Berlusconi promette agli abusivi di non abbattere, tempeste e inondazioni hanno danneggiato seriamente la qualità della vita di milioni di persone a livello globale. Solo nell'ultimo anno le grandi alluvioni hanno devastato un quinto della superficie totale in Pakistan e vaste distese (quasi un milione di chilometri quadrati, più di tre volte l’Italia) nel Queensland e Victoria in Australia. Piogge senza precedenti anche in Colombia che hanno danneggiato milioni di ettari coltivabili; precipitazioni mai viste in Venezuela; catastrofi per le piogge eccessive nelle grandi città del Brasile e siccità nel Sud.
Una crisi climatica di cui si parla poco è quella che colpisce la Cina, soprattutto a causa della desertificazione. Il deserto del Gobi avanza e minaccia direttamente la stessa Pechino. La desertificazione ha prosciugato quasi il 90% delle antiche sorgenti, tanto che la Città Proibita rischia, prima di venir sepolta dalle dune, di morir di sete. I media se ne occupano solo quando le tempeste di sabbia sono concomitanti dei grandi eventi, come le Olimpiadi del 2008; il fenomeno è dovuto in gran parte all’abbandono delle campagne. Il governo cinese ha stabilito che ogni cittadino di età superiore agli 11 anni ha il dovere di piantare almeno tre alberi ogni anno, di quelli preferiti, anche da frutto. Nel mio Veneto, nonostante una legge stabilisca che i comuni debbono piantare un albero per ogni nuovo nato, assisto impotente alla gara di chi ne abbatte di più (vedi qui), oppure si deturpano cedri e pini secolari “per via dei fulmini” (evidentemente un fenomeno naturale inedito).
Le perdite economiche dovute a disastri naturali (allagamenti, siccità, grandi incendi, perdita dei raccolti) sono aumentate vertiginosamente, da una media globale di 25 miliardi di dollari all'anno nel 1980 ai 130 miliardi all'anno nel corso del decennio fino al 2010. Le produzioni di grano, soia, mais, riso ed altri numerosi cereali e legumi, che costituiscono la base alimentare della popolazione di numerosissimi paesi sono danneggiate seriamente dai cambi climatici, creando un gravissimo problema, come si vede nel Nordafrica delle rivolte. Infatti l’indice globale dei prezzi dei prodotti agricoli di base (cereali, carne, zucchero, olii, latticini) si situa attualmente al massimo livello da quando la FAO ha cominciato ad elaborare questo indice, 20 anni fa.
Le cause di questi cambiamenti non sono univoche, ma sta di fatto che la deforestazione, l’inurbamento, l’inquinamento, ecc. non portano certamente sollievo ai fenomeni naturali di fondo. Molto tempo è stato perduto semplicemente parlando del tema ma non facendo quasi nulla in concreto. Per molti anni gli Usa sono stati il maggior produttore di CO2 (primato ora detenuto dalla Cina), ma hanno sempre rifiutato sistematicamente di considerare la situazione nella sua gravità, tanto che forse è già diventata irreversibile. A pagare il prezzo di questa sventatezza e arroganza, sono soprattutto le popolazioni di tutti i continenti, spesso le classi sociali più povere.
Se i governi non riescono a rispondere alla crisi attuale, ha detto Osvaldo Canziani, premio Nobel per la Pace, lo scioglimento dei ghiacci potrebbe portare a un rapido aumento del livello del mare e l'estinzione di un gran numero di specie determinata anche da una moderata quantità di riscaldamento, dell'ordine di 1 a 3 gradi.
NEGLI ULTIMI 60 ANNI ABBIAMO CONSUMATO L’EQUIVALENTE DEI PRECEDENTI 200.000 ANNI!
RispondiEliminaE SIAMO IN ACCELERAZIONE, VISTO CHE PAESI COME LA CINA, IL BRASILE E L’INDIA SONO IN CRESCITA
2 MILIARDI E MEZZO DI PERSONE CHE VOGLIONO IL NOSTRO STESSO SVILUPPO!
CI SERVONO ALMENO 5 PIANETI COME IL NOSTRO!
OGNI GIORNO:40 MILA ETTARI DI DISBOSCAMENTO!
OGNI GIORNO:30 MILA ETTARI DI DESERTO IN PIU’!
OGNI GIORNO CONSUMIAMO:85 MILIONI DI BARILI DI PETROLIO con una crescita del 2,3%
OGNI GIORNO: SCARICHIAMO IN ATMOSFERA 100 MILIONI DI TONNELLATE DI CO2
OGNI GIORNO: 150 SPECIE ANIMALI SI ESTINGUONO
OGNI GIORNO SIAMO 250 MILA ESSERI UMANI IN PIU
QUESTO MODELLO DI SVILUPPO PRODUCE:
OGNI GIORNO:10 MILIARDI DI TONNELLATE DI RIFIUTI!
Ma il rifiuto è la cartina di tornasole del sistema, è la prova provata dell’errore di progettazione che sta alla base di questa concezione di sviluppo illimitato ed esponenziale.
Il problema della gestione dei rifiuti nemmeno esiterebbe in un modello ecologico di tipo circolare.
Ma quanto ci costa in termini economici, ambientali e sanitari tutto questo?
Quanto ci costa in termini culturali?
P.S.
IL COMUNISMO…è LA VERA RISOLUZIONE DELL’ANTAGONISMO TRA LA NATURA E L’UOMO.
K.MARX- Manoscritti economico-filosofici 1844
Saluti da Luigi