sabato 21 maggio 2011

Gli indignati, i migliori alleati del sistema



Avendo problemi a viaggiare, ho fatto un giro con google maps. Volevo vedere dove si trova esattamente Florianópolis in Brasile (si perdoni l’ignoranza). Ad occhio dev’essere un bel posto, salvo una cinquantina di favelas. Poi ho dirottato l’interesse verso nord, fino a Rio.  Sapevo che a Rio ci sono molte favelas, ma non le avevo mai viste dal satellite. Impressionante. Tolta la costa, Rio sembra tutta una favela. Uno dei più grandi e ricchi paesi del mondo ha una “capitale” come un’immensa baraccopoli. Ecco, quando ti chiedono cos’è il capitalismo e l’imperialismo, tra gli innumerevoli esempi, puoi fare quello di Rio, delle sue favelas. I padroni del mondo, quelli che lo decidono, non ti lasciano scampo: puoi essere solo contro.

Questa sera al Tg3 hanno intervistato un giovane “indignato” di Madrid, il quale ha dichiarato: «Noi non siamo contro il sistema, è il sistema che è contro di noi». Una coscienza politica del genere è la migliore alleata del sistema.

Ps: l’elenco delle favelas brasiliane è qui.

4 commenti:

  1. Beh, mica quei giovani spagnoli vogliono abbattere il sistema. Vogliono solo qualche tallero in più e i documentari su telecinco, mi par di aver capito leggendo qua e là.

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  2. Solo una nota: una favela non è necessariamente uno slum. A volte sono equiparabili alle borgate italiane: la gente arriva in città dall'interno del paese e, non avendo soldi o garanzie per affittare una casa normale, si arrangia con case abusive ma non necessariamente in cattive condizioni. Ci sono favelas indistinguibili da un qualunque quartiere popolare e ci sono le baraccopoli. Di fronte a casa mia, a Florianopolis appunto, c'è una favela con casette ben tenute, anche se per il catasto comunale non esistono, abitate da gente che ha un lavoro abbastanza decente ma ormai preferisce abitare là (non pagano l'ICI locale, scaricano tutte le acque - chiare e nere - in un ruscello che scende a valle e hanno la corrente elettrica, a volte in maniera illegale, a volte con un allaccio legale). Poi scendi a valle, sali la prossima collina e trovi case in legno o di mattoni a nudo ammonticchiate le une sulle altre (quelle che solitamente si vedono nei film sulle favelas di Rio ecc.), dove spesso si nascondono i trafficanti (i cui capi però vivono in vere e proprie ville lontano da qui). E se vai nella baixada fluminense (l'immensa periferia di Rio) trovi le distese di catapecchie di legno e cartone (le favelas delle favelas, per così dire). Insomma, un mondo estremamente variegato di "semplice" povertà e di miseria estrema, risultato di oltre cento anni di storia (la prima favela nasce a Rio nel 1897, fondata da veterani di guerra cui era stato promesso un pezzo di terra dallo Stato e che, accampatisi alla periferia della città, ci sono rimasti: i loro discendenti ancora aspettano il pezzo di terra). Conosci "Planet of Slums" di Mike Davis?
    E comunque Florianopolis è davvero bella, nonostante le favelas (comunque meno estese e meno violente di quelle di Rio). Dovresti venirci, una volta.
    Per il resto: analisi impeccabile, come sempre.
    Ale

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  3. grazie Ale.
    qualcosa del genere l'avevo letto, ma la tua testimonianza diretta è davvero preziosa per il dettaglio. resta il fatto, e qui ci troviamo d'accordo, che situazioni di degrado o di "illegalità" così diffuse non dovrebberoesserci in un grande e ricco paese come il Brasile.
    chissà, forse un giorno, a tappe, poi a bordo di un veliero, potrei far capo a Florianopolis.
    grazie ancora.

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