Questi ritratti della foto sono i mandanti che stanno guardando sul monitor gli esecutori (dotati di una microcamera) che massacrano a sangue freddo Osama e suo figlio, una donna che aveva il grave torto di essere la moglie di un collaboratore del ricercato numero uno e altri. Quindi una serie di ferimenti, sangue e corpi straziati. In diretta. Quisquilie se pensiamo alle migliaia di morti uccisi dai terroristi islamici. Ma qui il caso è diverso, i mandanti sono i rappresentanti legali della più grande democrazia del mondo. La stessa che impiega bombe e proiettili intelligenti in Iraq, Afghanistan, Libia e in molti altri luoghi del mondo. Quisquilie ancora se pensiamo ai modi subdoli con i quali l'élite finanziaria elimina dalla vita milioni di esseri umani speculando sul cibo e le materie prime. Stragi che non sono materia di spettacolarizzazione, coperte dalle nebbie mediatiche.
Osama bin Laden era un poveraccio, un fanatico religioso che combatteva contro l’impero con le stesse armi con le quali l’impero combatte le sue guerre contro i poveri del mondo: il terrorismo. Un terrorismo quello delle grandi potenze che solleva ovunque nuove resistenze, che utilizza l’arsenale bellico supertecnologico ma anche quello economico del capitalismo. Un terrorismo straccione invece quello di Osama, e infatti, dopo aver ucciso migliaia di persone innocenti, ha avuto la peggio. Nei modi e nelle forme in uso presso i terroristi. Perché chi sta guardando quel video non ha agito, in questo caso come in molti altri, diversamente da come agiva il “mostro”.
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