La crisi irreversibile del sistema è un fatto compiuto, s’aggrava ma non può curarsi. Sul piano politico, economico e sociale. Su quello politico il sistema rappresentativo dei partiti è in fase avanzata di decomposizione; i programmi sono omologhi e non potrebbero nemmeno essere radicalmente diversi; si vota pro o contro Berlusconi, pro o contro Sarkozy o la Merkel o Obama. A voglia Bersani a dire "noi siamo diversi, perché siamo contro il nucleare". Sono liberali, quindi per l’impiego folle degli idrocarburi, degli inceneritori, per gli impianti a biomasse e comunque non per un piano economico alternativo sul serio perché sennò la borghesia liberale non li vota, i salariati già votano lega e coloro che non sono più disposti a farsi prendere in giro restano a casa.
Sul piano economico anche la massaia più ingenua ha capito che comanda il capitale finanziario, le multinazionali, gli immobiliaristi. Insomma tutti tranne il “popolo sovrano”. Sul piano sociale è evidente il fallimento del riformismo, non perché non si produca abbastanza per tutti, ma perché si produce secondo gli interessi del capitale e poi perché i ricchi non sono disposti a pagare quanto dovrebbero per le tasse. Quando vai all’ospedale con la tua utilitaria per una cura, tu paghi il tiket, il tuo vicino di casa ci va con il Suv e non paga il tiket perché secondo i dati pubblicati per qualche ora nel 2008 da Visco il tuo vicino ha dichiarato 4.500 euro d’imponibile. Se hai qualcosa da ridire è perché sei invidioso. Ecco quello che siamo, dei fottuti invidiosi.
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