Dopo tre anni di crisi, anzi di coma, a comandare l’economia mondiale sono ancora gli stessi uomini, le stesse banche di prima. Anche gli analisti e gli economisti, cioè quelli che non ne hanno azzeccata una, sono i medesimi. E del resto come potevano? Solo il marxismo può darci la chiave di lettura delle cause e degli avvenimenti della crisi. In Marx c’è tutto, basta leggere.
Non facciamoci ingannare dai numeretti sulla crescita del Pil tedesco (2%) o da quelli ancor più fiacchi dell’Italia (1% circa). Dopo la paurosa caduta degli ultimi anni, questi dati sono risibili: si tratta di rantoli, la recessione continua e sotto certi aspetti si aggrava.
Non c’è inversione di tendenza, ma solo un’enorme riassetto economico e industriale che viene fatto pagare ai salariati con il taglio dei salari, precarietà e la disoccupazione, il supersfruttamento, la riduzione dei diritti, l’intimidazione.
La stampa borghese non parla, non dà risalto a quanto è successo a due salariati della Commer Tgs - - stabilimento dell’indotto Fiat di Melfi in cui si realizzano imbottiture per sedili - licenziati dopo il riconoscimento nei loro confronti di una malattia professionale. L’azienda dichiara di non avere mansioni da affidare loro dopo che organi sanitari hanno riconosciuto ai due operai una "inidoneità alla mansione" che svolgevano! Dopo averli spremuti e ammalati li gettano, carname di cui non vale la pena occuparsi.
Sempre a Melfi, la Fiat ha negato alla Fiom un’assemblea per spiegare a tutti i lavoratori cosa sta succedendo tra l’azienda e i tre operai licenziati, fatti riassumere dal tribunale e non reintegrati al lavoro dalla Fiat. Tale assemblea è stata impedita con il concorso decisivo di Cisl, Uil, Ugl e Fismic. Se c’è chi pensa che si facciano troppe assemblee è fuori strada, anzi è sulla stessa strada di quei porci dei sindacati gialli. Alla Fiat di Melfi assemblee non se ne fanno da almeno otto mesi. Dopo che ben quattro richieste erano rimaste senza esito, la Fiat non ha trovato nulla da eccepire forse consapevole di rischiare un’altra denuncia per comportamento antisindacale. Perciò ha dato il suo consenso se “la maggioranza delle Rsu non si oppone”. Sta di fatto che la CGIL è il primo sindacato, ma non ha la maggioranza assoluta. A mettere i bastoni fra le ruote, come al solito, sono intervenuti i sindacati gialli. All’odg non c’era solo la questione dei tre licenziati, ma anche il progetto di ristrutturazione generale e il contratto (che la Fiat vorrebbe sagomato su misura).
È questo il nuovo modello di relazioni sindacali cui alludono Marchionne, la Marcegaglia, Sacconi, Giannino e tanti altri, e che piace tanto agli editorialisti di Repubblica.
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