Da l'Osservatore romano:
«Prima di Natale la Chiesa in Belgio istituirà un  centro di  riconoscimento, riconciliazione  e guarigione per aiutare le vittime di  abusi sessuali da parte di sacerdoti e religiosi.  Lo ha annunciato  lunedì mattina, nel corso di una conferenza stampa, l'arcivescovo di  Malines-Bruxelles e presidente della  Conferenza episcopale, monsignor  André-Mutien Léonard.  
La decisione è maturata dopo la pubblicazione del resoconto da parte della Commissione per il trattamento delle denunce per gli abusi sessuali promossa dalla Chiesa cattolica e diretta dallo psichiatra infantile indipendente, Peter Adriaenssens, dimessosi nel giugno scorso in seguito al sequestro da parte della magistratura dei dossier.
Il rapporto cita numerosi casi di abusi su minori, circa cinquecento, da parte di sacerdoti e tredici suicidi fra le vittime.
[...] Il presidente della Conferenza episcopale ha promesso di "trarre lezioni dagli errori del passato" e ha anche ricordato che "il diritto canonico prevede sanzioni per gli abusi sui minori"».
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Un centro di "riconoscimento" e "riconciliazione"? E come pensano di procedere al riconoscimento delle vittime, e soprattutto costoro con chi dovrebbero "riconciliarsi"? Per evitare le cause penali e i risarcimenti a carico della chiesa? Ma ciò che dovrebbe preoccupare maggiormente le pubbliche autorità belghe dovrebbe essere la dichiarata volontà di "trarre  lezioni dagli errori del   passato". Errori? Cos'è stata, una svista nella dichiarazione dei redditi?! E che la magistratura sia preoccupata risulta dal fatto che essa nel  giugno scorso ha sequestrato i relativi dossier raccolti dalla cosiddetta "commissione". La chiesa cattolica dimostra nei fatti di essere un'organizzazione parallela e contraria agli ordinamenti statuali e al vivere civile.
 

 
 
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