mercoledì 26 marzo 2014

Di ieri e di oggi


Il premio Nobel per la pace è riuscito a ricondurci alla guerra fredda, dicendoci che il cattivo indiano che ha rotto i patti uscendo dalla sua riserva è Putin. E per dimostrarci la sua supériorité dédaigneuse ha tolto un posto a tavola. E dice che ci venderà lui il gas per scaldarci, in comode rate. E nessuno che abbia nulla da ridire su questo suo disperato amore per la democrazia. Non può essere solo decadenza, e dobbiamo incrociare le dita perché non si trasformi, come minaccia il Nobel, in un tramonto di sangue. Di più nessuno sembra voler fare.

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Nel 1914 cominciò la fine dell’Europa, se non proprio di quella nata con i trattati di Westfalia e poi con quello dell’île des Faisans, certamente quella disegnata dal congresso di Vienna e poi maturata per un secolo, durante il quale gli Stati germanici si unirono in un Reich e pure l’Italia trovò modo di unificarsi territorialmente. Restava aperta la questione dei cosiddetti irredentismi, in particolare quello nostro e quelli ancor più spinosi dei Balcani, ma sembrava una faccenda sostanzialmente locale.

Quel passaggio d’epoca iniziò con l’euforia di un ubriaco e proseguì con una furiosa e cieca violenza che punteggiò un trentennio: 1914-1945. La storia di una malattia che abbiamo dimenticato, un racconto dove non ci sono eroi se non come sconosciute vittime che hanno sopportato di tutto. E anche oggi il nostro passaggio d’epoca lo viviamo come spettatori di una società in crisi alla quale apparteniamo, ma il nostro isolamento non ha nulla di romantico e invece solo di ansioso.

Il 2014 sarà l’anno in cui comincerà la fine di quell’Europa nata nel dopoguerra e poi, dopo il Muro, costituitasi in Unione con i trattati di Maastricht e di Lisbona e con l’acquis di Schengen? Certamente no, e anche per quanto riguarda l’aspetto monetario, l’estinzione dell’euro, pur invocata e possibile, non è cosa in vista. Non sono i parlamenti nazionali che possono decidere, e tantomeno quelli del Sud Europa. E, del resto, nel 1914 è vero che si pronunciarono i parlamenti, ma fu per approvare i crediti di guerra, dopo l’apertura delle ostilità decisa nelle cancellerie.

Anche per quanto riguarda il recente voto amministrativo francese, che cosa dovrebbe preoccuparci, forse il fatto che la destra lepenista avanza? Non s’era giurato solennemente che destra e sinistra sono concetti superati? E allora tenetevi i fascisti e non rompete il cazzo. Vale lo stesso discorso per Grillo, e lui pure è d’accordo che destra e sinistra sono cose superate e che non sappiamo più di cosa è fatto il nostro pane. Del resto chi non è per la democrazia e per il buon pane? Dalla signora Le Pen ne ho sentito parlare, e il signor Grillo vi fa richiamo quotidianamente. E sono tutti per il libero mercato, regolato però, secondo gli onesti e sobri gusti patriottici di ognuno.


L’hanno tutti con l’Europa, l’euro e la Magò di Berlino, e se perfino Prodi nella calma della sua coscienza ha finalmente detto che così non va bene … Tante parole e pochi pensieri, nessun freddo esame. L’Unione esiste forse per scambiarci formaggi e bulloni senza il peso di dazi, e l’euro per sollevare i turisti dal fastidio del cambio? È vero che la Merkel gioca sporco, ma cosa ci aspettiamo da 83 milioni di anime teutoniche irreggimentate? Non ci era stato detto che ciò che regge il mondo è l’ambiente, la razza e il momento? Noi non riusciamo a fare una legge chiara nemmeno sui succhi di frutta, e sulle riforme non si va oltre il taglio delle pensioni e la svendita del lavoro.

5 commenti:

  1. Leggo in un commento sul Fatto Quotidiano:
    " Per ridurre il debito pubblico potremmo incominciare a farci costare neno il prestito.
    Testo dell’Art. 123 del T U E
    1. Sono vietati la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della Banca centrale europea o da parte delle banche centrali degli Stati membri (in appresso denominate «banche centrali nazionali»), a istituzioni, organi od organismi dell’Unione, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, così come l’acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della Banca centrale europea o delle banche centrali nazionali.
    2. Le disposizioni del paragrafo 1 non si applicano agli enti creditizi di proprietà pubblica che, nel contesto dell’offerta di liquidità da parte delle banche centrali, devono ricevere dalle banche centrali nazionali e dalla Banca centrale europea lo stesso trattamento degli enti creditizi privati.
    Quindi se l'Italia crea una banca pubblica questa può accedere ai prestiti della BCE ai tassi odierni (0,25%) e finanziare il debito allo 0,26 per esempio ,invece di pagarlo alle banche private 4-5 punti in più. (La banca d'Italia è PRIVATA!!)
    Questo gioco, fatto naturalmente in Germania e Franciarispettivamente da KFV e BPI, a noi farebbe riparmiare dai 50 a 70 miliardi annui solo di interessi.
    La fattibilità è stata confermata dalla BCE

    Prima ho riportato delle notizie reperibili in rete, ora le mie considerazioni Ricordate una telefonata:...abbiamo una banca?!?
    Spiega il perchè non si può usare questo modo di finanziarsi: ai partiti italiani non
    conviene.
    Per le campagne elettorali le banche e le fondazioni finanziano i politici,
    però in cambio,non vogliono limiti ai loro guadagni possibili.
    Il famoso spread, o i 60 miliardi di risparmio per il paese, sarebbero mancati introiti per le banche.
    Quindi per queste zecche è meglio che i debiti li paghino i cittadini."

    La percorribilità di questa strada a te risulta?
    Se fosse effettivamente possibile, sarebbe ancora più evidente che lo spread è stato inventato come arma, per manipolare a piacimento opinioni pubbliche e governi, finanziare le banche e infine per aumentare il peso e il ricatto del debito. Già si sapeva che lo spread sparirebbe con gli eurobond, e ora si sa che potrebbe sparire con una più semplice decisione a livello di governo nazionale. Buona giornata g.



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    1. leggi questo:
      http://phastidio.net/2014/03/24/di-azzeccagarbugli-stampanti-e-falliti/#more-9958

      poi, se ne hai voglia, leggi questo:
      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2013/09/purtroppo-la-storia.html

      noi però non siamo una nazione indipendente come poteva esserlo la germania del 1933

      ciao Gianni

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    2. Grazie.
      Signur...avessi saputo la provenienza originale (magdi cristiano allam) avrei chiamato un esorcista.

      Il tuo l'ho riletto (non credere che non legga un tuo post), con gusto.ciao

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  2. La questione del gas mi sembra fondamentale pensando alla crisi ucraina e agli sviluppi che può avere.. .

    La Russia, che ha perso il posto a tavola, si regge sulla vendita di gas e di petrolio. Se non riesce a venderli sono guai seri da quelle parti. E l'85% da quanto si dice del gas russo che arriva anche alla Germania ed a noi passa dall'ucraina.

    Obama, che guida il paese più indebitato e militarizzato del mondo, vuole togliere di mezzo la Russia e mettere l'Europa al proprio servizio. Il gas ce lo darà lui- o meglio, chi gli succederà- grazie ai grandi investimenti fatti da Usa e Canada sulle coste dell'Atlantico. E' gas liquido, costerà il 40% di meno di quello russo, sarà trasportato da navi e necessiterà di trattamento per la rigassificazione. Questo vuol dire che il bel paese potrebbe ospitare tanti bei rigassificatori con buone pace per l'ecosistema...

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    1. la russia ha il gas, l'europa no. quello Usa verrebbe a costare molto di più. è solo un gioco delle parti. putin ride. obama fa lo sciocco.

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