sabato 11 maggio 2013

Troppo prevedibili



Quante speranze deluse, nove milioni di voti buttati nel cesso. Scrivevo il 17 marzo:

Il Movimento grillista, nelle intenzioni di milioni di elettori, dovrebbe anzitutto rappresentare il tentativo di trovare una via d’uscita alla situazione attuale, di dare una scossa all’immobilismo della solita giostra politica che per troppo tempo si è illusa che la crisi fosse una fase di passaggio e di poter cooptare consenso con concessioni di vario genere a determinati gruppi sociali. Per altri milioni di suoi elettori, invece, si tratta di una dichiarazione di messa in mora delle tradizionali forme della rappresentanza. Il Movimento grillista rappresenta anche – per voce del suo leader – la presa d’atto che il welfare – nelle forme sperequative nelle quali l’abbiamo conosciuto – non è più sostenibile. Grillo questo fatto l’ha ben chiaro e si fa portatore delle istanze che da ciò derivano, soprattutto una.

Il Movimento arruola una gran massa socialmente non ben definibile che va dal professionista in difficoltà a quella di giovani reclute di semiproletari irrequieti e ansiosi in cerca di uno status ora precluso dalle condizioni distributive attuali di reddito e di occupazione, ossia dalla nuova divisione internazionale del lavoro e della produzione.....



Il successivo 24 marzo:

….. le giovani e i giovanotti che sono entrati in parlamento, non hanno mai ricevuto uno stipendio in vita loro oppure si è trattato di qualcosa attorno ai mille euro. A giorni questi proletari che aspirano a uno status borghese riceveranno per la prima volta gli emolumenti spettanti, ben oltre 10mila euro. Grillo è lontano, a Genova, e loro – così giovani e attenti ai richiami – sono a far vita a Roma. Quello dei soldi è un dettaglio che li indurrà a volerci restare nella capitale, in posizione di comodità. Il più a lungo possibile. Tempo al tempo, nulla è più nobile e mobile di un seggio in parlamento, nessun voto è più discreto e segreto di quello elettronico.

Tutto quello che di concreto ha prodotto finora il 5 Stelle è stato il via libera a Berlusconi e la grande disputa sui propri stipendi. Grillo si è sopravalutato e ha sottovalutato di che cosa è fatta realmente questa società, la debolezza degli uomini e l’astuzia di chi la gestisce. Il 7 settembre 2012, scrivevo:

… i suoi voti saranno messi in frigorifero come le famose 350mila firme. Abbiamo a che fare con la malavita e con interessi multimiliardari, dalla sanità agli armamenti, dalle banche alle assicurazioni. Non guardano in faccia a nessuno. Chiaro che non mi riferisco solo alle marionette sul proscenio, ma alle forze che stanno dietro, autoctone e foreste.

Si vende ciò che è molto popolare, poi il tempo un poco per volta rende nota ogni cosa. Dei 160 parlamentari 5 Stelle sconosciuti alla massa dei loro elettori, al massimo ce ne saranno alcuni che vogliono un vero cambiamento, tutti gli altri cercano un accomodamento. E ciò è in linea con la tradizione e gli interessi della maggioranza di questo paese.


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