martedì 7 settembre 2021

Oggi è toccato a lui


Tutti (o quasi) contro il loro mito del giorno prima, vale a dire l’Alessandro, l’ottimo storico e divulgatore, di cui ora si mettono in dubbio anche le doti come storico (meglio Mieli, ho letto!). E solo perché ha firmato un appello sottoscritto da centinaia di docenti (e non sottoscritto da molti altri che non se la sono sentita d’esporsi pubblicamente). Finiti da un pezzo i tempi in cui si firmavano appelli per opportunistiche adesioni. Ora si rischia in proprio!

Ha sottoscritto parole irricevibili, come l’allusione alle leggi fasciste in parallelo all’obbligo della tessera verde. Come se quando si firma un appello si dovesse concordare anche sulle virgole e non solo con la sostanza, il senso generale dell’appello. Nel merito, siamo al linciaggio pubblico.


Mario Seminerio, coltivatore diretto di realtà e ragione lancia il sasso. Non nasconde la mano, non è nel suo stile. Finge di lisciarsi i capelli, lasciando alla plebe d’esprimere reprimenda e cordoglio per l’idolo infranto. Lascia passare anche qualche ruvidezza (“È gravemente psichiatrico”), che per se stesso giustamente non tollera, ma poi a sua volta distribuisce con generosità fraterna.


Nei commenti c’è chi definisce lo storico torinese perfino “marxista”. Barbero?

Siamo chiamati a scegliere la nostra parte. Scontrosi pratichiamo lo strangolamento terapeutico dell’interlocutore che diventa subito un avversario d’abbattere. Oggi è toccato a Barbero, che per fortuna sua ha le spalle grosse.

Ci rendiamo conto che non s’è più liberi di esprimere opinioni e dissenso su qualsiasi cosa senza essere manganellati? Non sul 25 aprile, non sulle foibe, non su questo e quello; si è arrivati al punto di chiedere di mettere al bando il greco e il latino perché “lingue legate alla supremazia bianca e al colonialismo”. Pare che pure portare un orologio sia materia divisiva e d’insulto. Si sono inventate locuzioni come il “politicamente coretto”. Corretto per chi? Un ddl che pretende persino di legiferare sul linguaggio, fissando e delimitando il significato di parole come sesso biologico, genere, identità di genere, ruolo di genere, orientamento sessuale. Fascismo? No, per carità, finché ci sollazziamo tutti con queste cose non è di quello che si tratta. Però non è neanche solo l’umore di un’epoca.


4 commenti:

  1. i dati sembrano non rispondere più ai comandi... Han tempo un mese e mezzo per cantare ancora vittoria e poi? (bello "politicamente coretto" con una erre). Ci portano a sbattere scientemente o con incoscienza? Non temono il ridicolo ma nemmeno il tragico, sembra. Cos'è? Un grande sacrificio collettivo? Siamo in mano a personaggi che non sanno né possono fare marcia indietro? Sono questi "gli scienziati"? Siamo prigionieri dei modelli "positivi"? Dobbiamo essere ottimisti? O positivisti? Positivi e basta.
    In Italia l'unica misura di contenimento che io ho visto applicare è l'ipocrisia.
    I numeri i dati la dinamica i risultati tutto sconfessa l'impostazione iniziale e ora facciamo finta di nulla? Meritiamo di sparire.

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  2. Ovgi mi sembri particolarmente ispirat*.

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