Ci ricordiamo dei pacchetti di mutui subprime per la casa che hanno dato l’innesco al tracollo finanziario del 2008? Beh, rispetto ai cosiddetti obblighi di prestito collateralizzato (CLO: Collateralized Loan Obligation), sono stati un acquazzone di mezza estate. Il mercato globale totale delle CLO è molto più grande di quanto non sia mai stato il mercato dei subprime.
Le CLO sono create impacchettando in un titolo prestiti aziendali con rating di credito qualsiasi, al 90% spazzatura (*). Infatti sono basate sui cosiddetti “leveraged loans”, obbligazioni ad alto rischio per far accedere al credito i soggetti più marginali del mercato. Basta mettere in bella evidenza le tranches di prestiti con rating maggiore, nascondendo nel “cesto” progressivamente quelle con minor rating fino alle “scoase”.
La fame di rendimenti positivi ha fatto crescere nei “risparmiatori” la domanda di tutta una serie di strumenti speculativi, favorita dall’elevato numero di acquisizioni e fusioni in tutto il mondo che ne ha fatto lievitare anche l’offerta. Questo mercato in cui sono protagonisti fondi pensione, gestori di patrimoni e altri emittenti di titoli, è fondamentalmente un coacervo di catene di sant’Antonio, dove tutto è rimesso alla capacità di rimborso dei debitori (ciao).
Nel solo mese di agosto ne sono stati venduti oltre 18,7 miliardi di dollari, il livello più alto da quando è iniziata la raccolta dei dati all’inizio del 2011. La dimensione del mercato globale delle CLO ha superato la soglia di mille miliardi di dollari. Quest’anno, Bank of America prevede che ci saranno 140 miliardi di dollari di nuove CLO e 220 miliardi di dollari di rifinanziamento.
Il mese scorso, S&P Global Ratings (che a sua volta prevede 120 miliardi di dollari di nuove CLO) ha scritto che le vendite di titoli di debito di grado speculativo a basso rating hanno già raggiunto quest’anno i 650 miliardi di dollari ed erano sulla buona strada per battere tutti i record annuali.
Si fa festa dopo le dichiarazioni il presidente della Fed Jerome Powell al simposio dei banchieri centrali di Jackson Hole. Ormai la Fed (non va molto diversamente per la Bce) è ostaggio della speculazione, non può tirarsi troppo indietro negli acquisti e alzare significativamente i tassi se non scatenando un’ondata di vendite.
Il 19 ottobre 1987, l’indice Dow crollò di oltre il 22%. Intervenne la Fed per tagliare i tassi d’interesse. Ora i tassi sono praticamente a zero. Anzi, è interesse della Fed tenere bassi i tassi poiché finanzia le operazioni speculative con mega-emissioni di debito garantite da essa stessa, tanto che è prossima ad accettare come collaterale per operazioni di rifinanziamento anche i buoni sconto del supermarket.
Dal crollo del mercato di marzo 2020, la Fed ha risposto col sostegno di tutte le aree del sistema finanziario (comprese le “scoase” e presto anche i buoni mensa), spendendo, secondo alcuni calcoli, 1 milione di dollari al secondo.
Benvenuti nella più grande bolla speculativa della storia. E delle cripto valute: ne sono state create più di 6.000, a partire dalla più celebre: Bitcoin.
Quando la musica si fermerà, in termini di liquidità a go-go, le cose diventeranno assai complicate (eufemismo), ma finché l’orchestra suona, devi alzarti e ballare. Come nel film Titanic.
(*) Le CLO sono titoli divisi in tranche composti da un paniere di prestiti societari. Consentono a un gestore degli investimenti di acquisire esposizione al sottostante paniere di prestiti alle imprese. L’acquirente di CLO riceverà pagamenti programmati dai prestiti sottostanti; tuttavia l’acquirente si assume anche il rischio d’insolvenza sui prestiti sottostanti.
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