Oggi sono in vena d’intimismi e di compilazione d’elenchi telefonici.
Ogni settimana ho tra le mani alcuni libri e vedo quale regge. Pratico questa igiene della lettura da oltre cinquant’anni, ossia da quando ho lasciato i romanzi adolescenziali. All’epoca avrei dato la mia intera collezione di francobolli linguellati per leggere una nuova storia avvincente. Andavo a consegnare per conto di un droghiere merce che valeva cinquanta volte quello che guadagnavo in un pomeriggio e che poi, come un serpente a digiuno sulle tracce di una rana, investivo da Bertoni o Rigattieri, felici di sedurmi con libri di largo smercio.
I romanzi galanti o erotici allora ancora in voga e che si leggevano con una sola mano non rientravano nel mio genere. Non perché fossi un’allegoria vivente della castità, ma per questione di temperamento prediligevo tutt’altra azione, pur facendo conto di una celebre sentenza di Terenzio. Al povero Salgari preferivo le spregiudicate avventure mediterranee di Capitan Bavastro. Adoravo Verne, London e per un lungo inverno l’intera produzione di Dumas. Insomma, le solite cose per quell’età e di quell’epoca.
Poi, crescendo, rapidamente venne Melville, mi feci prestare Tolstoj, e con James fu un amore breve ma intenso, una lunga amicizia quella con Marguerite de Crayencour. Mann e i romanzi storici di Gore Vidal non sono stati delle meteore. Non ho legato con Stendhal, non molto con Proust, trovai geniale Musil, che però nel lungo diventa noioso. A Hemingway preferivo Steinbeck, allo scozzese Stevenson il proletario Destouches. I nostri Verga, De Roberto, Tomasi, De Marchi, Satta, dosi moderate di Pirandello, la combriccola degli scrittori triestini è tutta bella gente. Non ho citato Gadda, Palazzeschi e altri ancora? C’erano, e pure quel sanremese nato a Cuba che piace al mondo intero tranne che a me. Oddio, non capisco proprio niente di letteratura.
L’intera collana del Teatro di Einaudi è stata un caposaldo, vera passione. Un po’ di poesia, sempre negletta l’ammetto. Un romanzo famoso che non ho letto? Sicuramente ce ne saranno molti, mi viene in mente il capolavoro di Hugo, ripreso in mano più volte però mai digerito tutto. Per quanto riguarda la saggistica non voglio dire niente perché sarebbe un discorso lungo, assai contorto e di citazioni che si potrebbero prestare a fraintendimenti clamorosi.
Insomma, ho sgranocchiato parecchio, e riesco a giudicare se un libro è quello “giusto” dopo alcune pagine, ma possono bastare poche righe. Ho poco gusto per le storie narcisistiche della piccola borghesia letteraria, in gran parte spazzatura, né mi piacciono i “gialli” scritti per fornire cadaveri e colpevoli ai lettori, quelli della confraternita alcolica del romanzo americano dove tutti bevono, hanno smesso d’ubriacarsi o provano a farlo. Pur riconoscendo che Chandler e Hammett meritano grande attenzione, ovviamente, e su Poe, loro antenato, non si discute. La Woolf è troppo inglese e dunque viva Simenon che offre tutt’altra atmosfera d’ambiente.
Sull’oggi. Prediligo la letteratura che non vince premi e classifiche, posto che il volume delle vendite non è quasi mai metro per misurare quello del talento. Cito un solo esempio. I libri di Stefania Auci, sulla Sicilia dei Florio, di personaggi cancellati dal tempo, in testa alle classifiche di vendite e di gradimento, raccontano di vicende interessanti, non sono scritti male (ma non bene), e però risentono di un certo stereotipo letterario, mancano di qualcosa (e anche più) per prendermi davvero. Auci non è Edith Wharton, e non basta avere una storia di declini familiari da raccontare. Questo fa in genere la differenza tra la letteratura odierna e quella di un passato che non si può vivere una seconda volta.
Bonjour Madame
RispondiEliminaMentre invece io, oltre a leggere giornalmente i Suoi scritti, sto aspettando con ansia la pubblicazione delle 6000 pagine inedite "ritrovate" di Céline
bisous
Grazie per l'attenzione. Di solito il ritrovamento di inediti non porta grandi novità. Vedremo
Eliminatutto dumas in un inverno. complimenti per la lettura veloce!
RispondiEliminabulimia
EliminaSovrapporre le proprie letture a quelle altrui è come quando due vecchiette parlano dei propri mali: ciascuna ascolta se stessa, non le malattie dell'altra. Perciò non cederò alla tentazione. Vorrei solo capire se nella combriccola di scrittori triestini c'è anche James Joyce.
RispondiEliminatriestino doc
EliminaSaramago?
RispondiEliminasaramago, pennac, faulkner, scott fitzgerald, cormac mccarthy, la letteratura russo-sovietica tutta, cui ho dedicato i peggiori anni ecc ecc . non volevo esagerare nell'elenco
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