Queste foto sono state realizzate con un microtelefono, uno smartphone. Il risultato è, da un punto di vista tecnologico, straordinario. Al posto della pellicola sta un microprocessore, invece di un obiettivo tradizionale un altro microscopico, quasi un semplice foro stenopeico, però dotato di uno zoom, grandangolare, sensori per foto al buio. Eccellente risoluzione, disponibilità immediata dell’immagine (che non è cosa da poco), possibilità di trasmetterla a distanza in tempo reale (impensabile solo qualche tempo addietro), facoltà di agire sul colore e con varietà di ritocco con una applicazione, velocità e praticità di esecuzione e, non ultima, grandissima economicità e poi molto altro ancora.
Insomma, complessivamente, un risultato davvero incredibile e che ha cambiato il nostro rapporto con l’immagine fotografica e non solo. Rispetto a una fotocamera tradizionale c’è però una netta perdita delle mezzetinte, maggiore aberrazione ottica e accentuazione delle “linee cadenti”, l’impossibilità di agire sul diaframma per regolare la profondità di campo e sui tempi, ossia di effettuare pose prolungate al buio (posa B), di agire nei controluce e così per altri tipi di regolazioni manuali. Tuttavia i vantaggi di queste nuove fotocamere sono nettamente superiori agli svantaggi, anche se personalmente continuerò a privilegiare, quando possibile, la macchina fotografica.
Nel progresso tecnologico si guadagna sotto molti aspetti e si perde dal lato di certe precedenti qualità. La lunga storia dell’arte e dell’artigianato è lì a dimostrarlo. Vale in pittura, in fotografia, stampa tipografica, fonografia, perfino per la comunicazione scritta e verbale. Per tanto altro, compresi i sapori e gli aromi che si sono perduti, penso al pane e altri alimenti. È così anche per i rapporti umani, in genere diventati molto più semplici e immediati grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, ma anche spesso più meccanici, superficiali, sbrigativi e anche più distanti. Non ho nostalgia del gettone telefonico, che già fu una notevolissima innovazione, ma a volte di chi stava dall’altro capo del filo in attesa di una conversazione d'altri tempi.
Naturalmente non si è ancora raggiunta la qualità della pellicola. Ma ci si arriverà. Ed è anche questione di ottiche.
RispondiEliminaMa c'è una cosa che non si recupera facilmente: l'atteggiamento del fotografo. Prima, uno predisponeva le cose con attenzione e con cognizione di causa; adesso, sparacchia come se a un bambino fosse capitato un mitra in mano.
In genere è così , come un mitra in mano a un talebano
Eliminasarebbe interessante fossero mitra in mano agli italiani che si fanno i selfie coi politici
EliminaGrande Luca. Erasmo ha però colto un un aspetto con la solita arguzia.
EliminaBella la libreria e affollata. Sì, il telefonino; ma fra i consumi esercitano ancora un gran richiamo anche i libri.
RispondiEliminaLa libreria Acqua alta non è più da tempo quella che fu.come tutto del resto.
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