La rivista americana Forbes ha pubblicato ieri la sua 39a lista annuale delle 400 persone più ricche del paese, celebrando l’aumento per 240 miliardi di dollari della ricchezza dell’élite parassitaria, che ha raggiunto il record di 3,2 trilioni di dollari, una volta e mezzo il Pil dell’Italia.
E tutto ciò mentre milioni di famiglie americane stanno affrontando la disoccupazione, la rovina economica e lo sfratto. Notando che il mercato azionario ha “sfidato il virus”, i redattori di Forbes scrivono: “Anche in questi tempi difficili si continuano a coniare mega fortune”.
In cima alla lista di Forbes per il terzo anno consecutivo c’è Jeff Bezos, con un patrimonio netto di 179 miliardi, dai 114 miliardi di dollari nel 2019, con un incremento del 57%, portando l’aumento della ricchezza personale di Bezos a 65 miliardi di dollari in un anno. Aggiungendo il patrimonio netto dell’ex moglie, Mackenzie Scott (57 miliardi), i due avrebbero una ricchezza combinata di 236 miliardi.
Ma il dato su Bezos è aggiornato al 24 luglio e dunque è parziale, visto che ad agosto il fondatore di Amazon – sempre secondo Forbes – avrebbe superato il muro dei 200 miliardi, il primo nella storia di questa classifica. La somma di 202 miliardi è l’equivalente dei bilanci nazionali combinati di 118 paesi. È una ricchezza personale senza precedenti, non solo nella storia moderna (*).
Mentre molti operatori economici hanno sofferto i danni per le forzate chiusure o hanno cessato la loro attività, durante il secondo trimestre del 2020 Amazon ha registrato un aumento delle vendite nette del 40%, pari a 88,9 miliardi, rispetto allo stesso periodo del 2019. L’utile operativo, cioè il risultato lordo, della società è aumentato a 5,8 miliardi, rispetto a 3,1 miliardi nello stesso periodo del 2019, e l’utile netto è aumentato a 5,2 miliardi rispetto a un utile netto di 2,6 miliardi nello stesso periodo nel 2019, ossia è raddoppiato.
Insieme a Bezos, i primi dieci americani più ricchi includono: Bill Gates (Microsoft, 111 miliardi di dollari), Mark Zuckerberg (Facebook, 85 miliardi), Warren Buffett (Berkshire Hathaway, 73,5 miliardi), Larry Ellison (Oracle, 72 miliardi), Steve Ballmer (Microsoft, 69 miliardi), Elon Musk (Tesla, SpaceX, 68 miliardi), Larry Page (Google, 67,5 miliardi), Sergey Brin (Google, 65,7 miliardi) e Alice Walton (Walmart, 62,3 miliardi).
Questi livelli osceni di ricchezza personale sono l’espressione particolarmente concentrata dei processi di un sistema economico e sociale che non ha più nulla di razionale.
Con l’eccezione di Warren Buffett, il cui patrimonio netto è sceso di 7,3 miliardi nell’ultimo anno, gli altri nove dei primi dieci miliardari più ricchi hanno aumentato la loro ricchezza per un totale di 194 miliardi. Ciò significa che l’80% degli aumenti dei primi 400 super ricchi è andato a nove dei dieci individui multimiliardari.
Nel 1982 c’erano 13 miliardari nella Forbes 400, e qualcuno con un patrimonio di “soli” 75 milioni di dollari poteva assicurarsi un posto nella lista.
Tentando una parvenza di analisi, Forbes fornisce dettagli sulle mega-fortune: “Diamo il benvenuto a 18 nuovi membri nei ranghi, e a 9 rimpatriati, ex membri dei 400 che erano usciti dalla lista e sono tornati”. I redattori aggiungono: due membri della lista dell’anno scorso sono morti e 25 hanno visto diminuire delle loro fortune; 10 di questi “sfortunati” erano direttamente attribuibili alla crisi Covid. Anche se non menziona specificamente il presidente, il rapporto mostra che la fortuna di Donald Trump è scesa 2,5 miliardi, portandolo dal numero 275 al 339 della lista.
Posto che l’élite finanziaria è specializzata nel nascondere l’intera estensione della propria ricchezza, il patrimonio netto dato nel Forbes 400 è senza dubbio inferiore alla quantità reale di ricchezza posseduta.
Ciò che il rapporto Forbes tralascia, ovviamente, è qualsiasi riferimento al ruolo che il governo degli Stati Uniti ha svolto nella colossale escalation della ricchezza di Wall Street durante la pandemia. La gestione della rendita speculativa ha fatto appello per il salvataggio dell’economia, ed ecco che con l’approvazione del CARES Act, sostenuta con un voto quasi unanime sia dai Democratici che dai Repubblicani, il Congresso e la Casa Bianca hanno iniziato a iniettare enormi quantità di denaro del Tesoro e dalla Federal Reserve nelle casse delle società americane e nelle tasche dei super ricchi.
Rapporti recenti mostrano che il 40% degli americani ha un patrimonio netto negativo. Ciò significa che i loro debiti, come prestiti, carte di credito e debiti studenteschi, sono maggiori dei loro beni, come un’auto, una casa o dei risparmi in un conto bancario. Tuttavia, il patrimonio netto medio delle famiglie americane è di 97.300. Ciò significa che l’ex famiglia Bezos ha un patrimonio netto pari a 2,4 milioni di volte quello del patrimonio netto di una famiglia media.
Siamo inviatati ad impoverirci sempre di più acquistando beni superflui per arricchire maggiormente i proprietari di enormi patrimoni. Il fossato che separa le classi sociali è sempre più profondo, e tuttavia si assiste a una rassegnazione fomentata da un continuo stato di paura che ci arruola tutti.
(*) Per chi ama i dettagli e i confronti, l’Ucraina ha un Pil di 131 miliardi di dollari, l’Ungheria di 157 miliardi e lo Sri Lanka di 89 miliardi. La ricchezza personale di Bezos è anche superiore all’intero budget del governo di Austria (201,9 miliardi, secondo i dati del 2017), Turchia (190,4 miliardi), Argentina (161 miliardi), Israele (102 miliardi) e Polonia (102 miliardi).
E siccome il denaro non è semplicemente ricchezza ma potere...
RispondiEliminami sono scordato cosa volevo dire. Cacchio!
Pietro
è sottinteso, Pietro
EliminaSe [sto fantasticando] per un semestre intero, a partire da domani, questi dati, anzi questo bollettino della ricchezza dei "400" (contagiato più, contagiato meno), fosse ripetuto a caratteri cubitali nei principali mezzi di comunicazione... beh, mi fermo, non posso immaginare l'impossibile.
RispondiEliminai principali mezzi di comunicazione sono di loro propietà, mio caro amico
Eliminapermetta, ho apprezzato il riferimento ai "beni superflui" per l'acquisto dei quali siamo invitati a "indebitarci sempre di più". Proprio perché l'ho apprezzato mi sembra in contraddizione col suo atteggiamento generalmente abbastanza favorevole nei confronti del consumismo. Per esempio qualche tempo fa lei ha definito i ristoranti come un servizio essenziale per la collettività (mi sembra si parlasse di coronavirus). Le chiedo dunque se secondo lei è immaginabile una battaglia culturale contro il consumismo in chiave anticapitalista. Uso il termine "consumismo" solo per comodità, avendo ben presente che non è automatico stabilire ciò che è superfluo da ciò che è necessario, e che proprio tale distinzione dovrebbe essere oggetto di una tale eventuale battaglia.
RispondiEliminaportarsi il cibo sempre da casa è un incomodo, e non sempre è possibile quando si viaggia, o quando si è lontani per lavoro. insomma i ristoranti e le trattorie teniamoceli.
Eliminaquanto all'anticapitalismo mi è capitato qualche volta di scrivere qualcosa anche qui. le dice nulla il fatto che Marx non usa mai questa espressione? essere antcapitalisti è come essere contro la forza di gravità. anche i Casapound si definiscono anticapitalisti. pure il programma del 1919 di mussolini si definiva anticapitalista.
avrebbe senso definirsi antifeudali? si può lottare contro forme particolari di sfruttamento, ma in generale bisogna tener conto dei processi storici e delle loro leggi. sia chiaro, ciò non esclude la lotta e nemmeno le rivoluzioni.