Santo Stefano è una piccola isola situata al largo della costa fra Lazio e Campania, appartenente all'arcipelago delle isole Ponziane. Nella Regia Casa di Pena si consumò uno dei mille misteri del nostro pittoresco paese. Vi trovò la morte, da detenuto speciale, Gaetano Bresci, nemmeno un anno dopo aver giustiziato Umberto Savoia per le sue malefatte.
Sorvegliato a vista h24 con un turno di sei guardie, dissero che si era suicidato impiccandosi alle sbarre della cella. Con un asciugamano. Ma gli asciugamani erano vietati, si obiettò. Allora con un fazzoletto. Ridicolo. Il secondino Barbieri, disse che si era assentato un quarto d’ora per orinare. Bresci non aveva dato segni di depressione, né di volontà suicide, nei giorni precedenti. Anzi, stava studiando il francese! Chiedeva, inutilmente, che gli fossero consegnate le lettere che la moglie gli scriveva dagli Stati Uniti. Chiedeva notizie dei suoi figli.
L’autopsia rilevò una stranezza: il corpo di Bresci si trovava in stato di decomposizione dopo solo 48 ore da quando sarebbe avvenuto il suo decesso. Giolitti inviò un ispettore, il quale scrisse il suo rapporto, mai reso pubblico. All’archivio di Stato di Roma, dove si trovano le carte di Giolitti, c’è una grande busta originale per le carte “riservatissime” relative a “Bresci Gaetano”. Dovrebbe contenere il rapporto dell’ispettore, ma dentro non c’è nulla.
Il direttore del carcere, tale cavalier Cecinelli, fu promosso. I secondini, premiati.
*
L’Italia dei segreti, degli omissis, dei “misteri”, degli anni delle bombe, delle stragi e degli omicidi, dei pentiti mai paghi del loro pentimento, a ogni stormir di foglie sono pronti a comando. Vi sono tenuti per contratto. Tranne i registi di quei fatti, che pentiti non lo furono mai. L’Italia di ieri, ma anche di oggi, di sempre.
Oggi usano mascherarsi dietro facce rassicuranti e di bronzo come quella di Conte Giuseppe, avvocato, facente funzioni di presidente del consiglio pro tempore. L’Italia è l’unico paese in Europa che abbia secretato perfino le carte relative all’epidemia virale in corso. Un tribunale ha disposto che quelle carte devono essere rese pubbliche. Ovvio.
«Il governo ha fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar di rendere pubblici i documenti secretati del Comitato tecnico scientifico della Protezione civile. Contengono i pareri usati da Conte per emanare i dpcm di marzo e aprile, quelli del lockdown».
Il popolo è sovrano, ma è meglio, assai meglio, che non sappia. Questa sì che è democrazia, altro che Putin e “Ping”!
L’Italia dei regi decreti (fascisti), delle leggi speciali, dei codicilli, delle interpretazioni autentiche, delle circolai applicative, dei legulei manzoniani, delle impunità, dei magistrati sceriffi, delle condanne pregiudiziali, delle inchieste poliennali, delle cause decennali.
L’Italia dei regi decreti (fascisti), delle leggi speciali, dei codicilli, delle interpretazioni autentiche, delle circolai applicative, dei legulei manzoniani, delle impunità, dei magistrati sceriffi, delle condanne pregiudiziali, delle inchieste poliennali, delle cause decennali.
Scrive l’avvocatura dello Stato: “I dpcm, oggetto dell’odierno contenzioso sono atti amministrativi generali, frutto di attività ampiamente discrezionale ed espressione di scelte politiche da parte del Governo che trovano la propria fonte giuridica nella delega espressamente conferita dal legislatore all’esecutivo in un atto avente forza di legge, ovvero, in particolare dapprima nell’articolo 3 del decreto legge 6/2020, convertito con Legge numero 13/2020 e, poi, nell’articolo 2 del decreto legge 19/2020, convertito con legge 35/2020, e rinvengono la propria ragione nell’esigenza temporanea ed urgente di contenere e superare l’emergenza epidemiologica causata dal Covid-19”.
Bravi. Che quegli “atti amministrativi” siano stati adottati, come tutti gli atti amministrativi, sulla base di una “fonte giuridica conferita dal legislatore”, rientra nel minimo sindacale. Nel merito: è proprio perché quei dpcm sono stati “frutto di attività ampiamente discrezionale”, oggi oggetto di contenzioso, che risulta urgente e necessario conoscere sulla base di quali dati e valutazioni tecniche e scientifiche siano stati adottati, onde verificare fin dove si è spinta “l’ampia discrezionalità” del governo e dei suoi organi.
Un esempio tra mille.