Trascrivo un paio di annotazioni tratte dalla Correspondance di Napoleone (tomo XV, n. 12544 e tomo XXIII, n. 18382), laddove scriveva che quando “Si avrà in tutta Europa uniformità di moneta, ciò sarà di grande vantaggio per il commercio”, cosa ovvia anche allora. Tuttavia si rendeva conto che “i popoli, di cui queste operazioni diminuiscono la ricchezza, ne serbano una lunga agitazione”.
L’uso politico della moneta è storia antica, così come le dissipazioni, gli sperperi e la corruzione. Che in Germania e Olanda non sono altrettanto comuni quanto da sempre in Italia. E anche per quanto riguarda le imposte, le cose vanno diversamente qui da noi, per esempio su successioni, donazioni e polizze vita. Per dire di alcune cose come di altre.
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Dato che siamo in tema napoleonico, rilevo che, nel 1795, la Repubblica francese istituì, in materia di pesi misure, il sistema metrico decimale. La Repubblica italiana adottò lo stesso sistema con la legge del 27 ottobre 1803, valendosi però di una terminologia originale: dito per centimetro, miglio per chilometro, eccetera.
Anche allora come oggi e come sempre, quando finalmente in Italia le invocate riforme diventano legge, poi ci si adegua molto lentamente, spesso impercettibilmente, comunque in forma “originale”.
Fu così che a Napoleone girarono les boules, e infine impose la nomenclatura che usiamo tuttora. Se così non fosse stato, probabilmente avremmo adoperato la nostra “originale” nomenclatura chissà ancora per quanto tempo. Ricordo ancora che i nostri vecchi, per le piccole misure usava ancora la dizione: “cinque dita, dieci dita”. Cosa che faccio anch’io quando mi verso da bere: due dita di vino, ossia un bel bicchiere pieno!
Mi ricordo, ero piccolo, che il padre di un mio amico, falegname (il signore aveva le falangi del medio e dell'anulare di una mano mozzate) entrò nel bar del paese e chiese al barista due dita di vino, misurando, con delle corna involontarie, la misura sul capiente bicchiere.
RispondiEliminaDei ditoni
EliminaSe è per questo, in dialetto veneziano le lire sono rimaste “franchi” fino al 2002. Poi, la triste omologazione.
RispondiEliminaPer me le lire sono ancora moneta di conto
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