venerdì 10 luglio 2020

Andrà bene, andrà bene, regali per (quasi) tutti


Per rendersi conto della reale natura di classe di questo governo e dei partiti che lo sostengono (non meno di quelli d’opposizione, ovviamente), quindi dell’effettivo quadro di “scambio” al quale sottostanno di buon grado, basti citare alcuni dei recenti provvedimenti legislativi di carattere economico: la garanzia al prestito di 6,3 miliardi a favore di FCA; la proroga al 2033 delle concessioni balneari e, ciliegiona sulla torta, la proroga ai Benetton della concessione dell’aeroporto di Fiumicino.

Queste ultime due regalìe sono l’ennesimo sputo nell’occhio agli italiani mai stanchi di essere impotenti osservatori di un paese largamente mafioso. Quale urgenza c’era di prorogare una convenzione che scadeva tra 24 anni e sulla cui legittimità di base vi sono autorevoli censure? E per quanto riguarda l’ennesima proroga, al 2033, delle concessioni balneari, si tratta di accattivarsi elettoralmente il parterre interessato ma anche perché vi sono forti interessi ancor più “particolari”.

Quanto al caso del prestito monstre di Intesa Sanpaolo a FCA con garanzia statale dell’80% dell’importo, stiamo alle dichiarazioni del governo. Dovrebbe essere “Un’operazione di sistema con la quale si punta a preservare e rafforzare la filiera automotive italiana e a rilanciare gli investimenti, l’innovazione e l’occupazione in un settore strategico per il futuro economico e industriale del Paese”. Così ha commentato il ministro Roberto Gualtieri, specificando che “il governo verificherà l’attuazione degli impegni assunti da Fca Italy in questa direzione”.

Siamo seri: i governi in Italia, quanto mai pro-tempore, non sono in grado, per volontà e per competenza, di verificare alcunché, neanche chi arriva negli aeroporti durante una pandemia. Ad ogni modo, la procedura specifica prevista dal Dl Liquidità, relativa ai finanziamenti in favore d’imprese di grandi dimensioni, con oltre 5mila dipendenti in Italia o con un valore del fatturato superiore agli 1,5 miliardi di euro, è stata scritta sotto dettatura di FCA, azienda di diritto olandese, con sede fiscale nel Regno Unito e capitale sociale pari ad euro 40 milioni.

FCA riderà della verifica degli impegni, poiché non ha sulla carta alcun obbligo contrattuale specifico, e del resto ha precisato che il “piano di investimenti per l’Italia [è in] gran parte già avviato”. Pertanto, come dichiarato esplicitamente, quei soldi serviranno per pagare stipendi e creditori. Si tratta dunque solo di un’operazione che riguarda i flussi di cassa della multinazionale.

Come è già stato rilevato, prima del closing tra FCA e Groupe PSA (EXOR, Bpifrance, famiglia Peugeot e Dongfeng Group), previsto all’inizio del 2021, FCA distribuirà ai propri azionisti un dividendo speciale di 5,5 miliardi di euro. Tutto denaro dovuto al “merito”, sia chiaro.

Ed infatti, l’A.D. di FCA, Mike Manley, ha dichiarato che le persone al vertice del gruppo sono “appassionate e competenti, intelligenti e formidabili”. Su questo punto non nutro personalmente e seriamente alcun dubbio.

Che cosa si poteva fare in alternativa a fronte del ricatto di chiudere o ridurre le attività in Italia? Nulla, poiché i buoi sono scappati dalla stalla da parecchi lustri con la complicità di tutti. E perché un paese abitato da debosciati e governato da manigoldi e fancazzisti dovrebbe funzionare altrimenti?

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