martedì 7 luglio 2020

Luglio 1914



Torno a ripetere che di questi tempi commentare i disastri della politica, e della politica economica in particolare, induce a sconforto e a impotente disperazione. Questo il motivo  principale per cui nel mio diario quasi giornaliero preferisco occuparmi del passato, di vicende magari tragiche ma che sono già state metabolizzate da tempo e alle quali possiamo guardare con un certo distacco, peraltro senza dover scomodare il termine “catarsi”.

*

Vi sono pochi documenti che spiegano i motivi della conflagrazione bellica del 1914 in modo sintetico e chiaro quanto il rapporto inviato, alla fine del 1912, dall’ambasciatore tedesco a Londra, Karl Max von Lichnowsky, al cancelliere del Reich a Berlino, Theobald von Bethmann-Hollweg.

Dal documento traspare chiaramente che se la Germania fosse venuta ad una guerra contro la Russia, e conseguentemente contro la Francia sua alleata, l’Inghilterra non avrebbe lasciata passare un’occasione così  propizia di ridurre all’impotenza la più forte nazione continentale e ad un tempo il più pericoloso concorrente nel campo economico.

Quanto alla Francia, essa non aspettava che l’occasione per la revanche, non per nulla aveva portato, prima ancora di Sarajevo, il periodo di leva da due a tre anni.

Il cancelliere tedesco e i suoi collaboratori erano molto meno malvagi, criminali, sanguinari, bellicosi di quanto sostenevano i loro nemici. Tuttavia quegli stessi governanti sono stati molto più stupidi nel mese di luglio 1914 di quanto si possa immaginare.

Sia il cancelliere, Bethmann, che il suo ministro degli Esteri, Jagow, ebbero il tempo di studiare a fondo l’ultimatum che l’Austria aveva inviato alla Serbia, tuttavia omisero di diffidare l’Austria che la rottura delle relazioni diplomatiche con la Serbia, e tanto più l’azione militare dell’Austria contro la Serbia, non dovevano a nessun titolo avere luogo. Al contrario, quanto più pericolosamente critica si faceva la situazione, tanto più essi si facevano trascinare da Vienna verso la catastrofe.

Va ricordato che un ruolo rilevantissimo ebbe la rottura, voluta da Guglielmo II un paio d’anni dopo la cacciata di Bismarck, del patto di mutua assicurazione tra la Germania la Russia. Ciò avvenne nel 1890, ma il mancato rinnovo del patto fu all’origine del mutamento delle alleanze europee e dunque di buona parte di tutto ciò che accadde in seguito.

Il documento, che qui riproduco con traduzione, reca delle glosse marginali di pugno dell’imperatore Guglielmo II. Tali note esemplificano, più di qualsiasi altro commento, lo spirito che dominava il monarca, il quale non sapeva distinguere il limite tra realtà e fantasia.

Tu l’as voulu, George Dandin, tu l’as voulu!






1 commento:

  1. cara Olympe, non si preoccupi, tanto le conseguenze le pagano sempre i soliti ignoti.
    che poi i soliti ignoti proprio tanto furbi non sono, ma per ora il mondo gira così

    RispondiElimina