Tra le figurine del mio album
personale ne mancano alcune, tra le quali quella di Mario Tronti, che non ho
mai incollato. Leggo ora
una sua intervista (*) nella quale, tra l’altro, dichiara di sentirsi un “teologo
politico”, ma soprattutto uno sconfitto, un ex in tutto che ha provato a
distrarsi con il Tai Chi, e di avere una figlia che avrebbe “voluto farsi
monaca, poi ha scelto con la stessa profonda coerenza quel mondo che io ho solo
sfiorato”, ossia l’Oriente. Questioni strettamente personali, uno scorcio d’ambiente.
Del resto la dissoluzione di una
determinata forma di coscienza, specie per un uomo per il quale il comunismo e il
marxismo sono stati una dichiarazione di fede, è sufficiente a dissipare
un’esistenza e ad uccidere un’intera epoca, ed è perciò che Tronti afferma: “Viviamo un tempo senza epoca”. Parabole così, e anche più tristi, ne abbiamo
viste e udite raccontare tante negli ultimi decenni.