Scrive
Mark Mazzetti sul New York Times che di fronte al vacillante appoggio delle
capitali straniere alla decisione di Obama di attaccare la Siria, lo stesso
presidente Usa ha preso ieri la decisioni di “punire” Assad perché “è in gioco
la credibilità americana”. Si uccide con un attacco missilistico dalle
conseguenze imprevedibili e che potrebbe portare perfino a un conflitto
generalizzato perché “è in gioco la credibilità americana”, dunque come si
comporta un gang perché gli si è “mancati di rispetto”.
Sono
questi banditi i padroni del mondo che fanno e disfano regimi e nazioni a
tutela esclusiva dei loro interessi. È questa gentaglia che nel corso di
decenni ha messo al bando il nazionalismo arabo favorendo l’islamismo, l’ala
più fanatica e radicale, il pericolo, dopo gli Usa, che l’umanità deve temere
di più. Sarebbe di sicuro interesse sapere (e lo sappiamo) perché gli Usa, così
come in passato per altre situazioni, sostengano le bande di ribelli in Siria
in una guerra civile che è costata finora 100mila morti.