domenica 22 maggio 2011

Volontari e compatibili



« ... i giovani che hanno visto confiscato il loro futuro stanno insorgendo in tutti i paesi … Questi giovani non hanno futuro. Le classi dirigenti gliel'hanno confiscato e loro vogliono riappropriarsene».

Le classi dirigenti? E chi sono? La classe politica, e poi? Eugenio Scalfari non ci viene in soccorso. Non può dirci: gli irresponsabili economici di questo sistema, gli speculatori, la bancocrazia. I quali però fanno il loro mestiere.

Scalfari non può ammettere che ad aver confiscato il futuro ai viventi non sono delle generiche classi dirigenti, ma i padroni e controllori di questo sistema economico, il capitalismo; ingannando i salariati con l’ideologia, servita a piene mani dagli stronzi che sostengono che a questo sistema non c’è alternativa.

Non c’è alternativa alla disoccupazione, alla fame, alla miseria, alla precarietà, allo spreco delle risorse e alla distruzione delle natura, allo squilibrio sotto ogni riguardo, allo sviluppo senza progresso?

«Si tratta d'una spinta sociale che però ha trovato uno sponsor fin qui imprevisto ma estremamente autorevole: il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. "Non sappiamo quali ne saranno gli sbocchi" ha detto tre giorni fa dal Dipartimento di Stato "ma sappiamo che questi giovani chiedono futuro e libertà e l'America democratica deve appoggiarli”».

Gli Usa sono la patria del capitalismo, del liberismo e della relativa ideologia, il principale contendente imperialista della spartizione mondiale. Le giovani generazioni, il miliardo di persone che soffre letteralmente la fame, per esempio, possono aspirare a qualcosa di diverso, visto che proprio negli Stati Uniti nel 2009 sono state destinate al biodiesel granaglie in grado di sfamare 350 milioni di persone? Un paese che non prevede l’assistenza sanitaria gratuita per decine di milioni di suoi concittadini; un paese che ha il record di detenuti e della disuguaglianza sociale; un paese che produce più armi del resto del pianeta; un paese che è costantemente in guerra con qualcuno? Un paese controllato delle più ladronesche società di speculazione; un paese che brucia migliaia di miliardi per salvare banche che hanno lucrato sulla pelle della povera gente? Un presidente che per farsi eleggere ha speso per la campagna elettorale qualcosa come 1.000 (mille) miliardi delle vecchie lire?

A Scalfari tutta ‘sta tiritera serve per un accostamento politico nostrano:
«Questo è il senso del risveglio registrato nel primo turno elettorale: uno spostamento sociale a sinistra. A cominciare dai moderati. Le donne e i giovani in particolare. Chiedono futuro e libertà, pane e libertà, diritti e libertà, lavoro e libertà, civismo e libertà. Non sono anarchici. Non sono estremisti. Non sono "contro" ma sono "per".

Rileggete quelle parole sopracitate che terminano sempre con la parola libertà alla quale accoppiano le parole: futuro, pane, lavoro, diritti, civismo. Questo è il programma, questo il percorso, questo dovrebbe essere il patto generazionale che coinvolga le forze sindacali, l'imprenditoria, gli artigiani, le partite Iva, gli agricoltori, gli studenti, i docenti, l'impiego pubblico e privato. Questo è il nuovo blocco sociale. I moderati innovatori e liberali sono al centro di questo blocco».

Cosa scrivevo nel post di ieri a proposito degli “indignati” che dichiarano di non essere "contro" ma sono "per"? Una coscienza politica del genere è la migliore alleata del sistema. Ecco che Scalfari oggi, da par suo, lo conferma. È il vecchio trucco dei suoi padroni: essere “per” serve a conformare i comportamenti ai ruoli sociali già previsti per ogni insieme sociale e a marginalizzare gli eventuali “trasgressori”; serve a neutralizzare ogni elemento di perturbazione, ogni movimento che tenda effettivamente ad un reale cambiamento, al ribaltamento dello stato di cose presenti. Serve farli sfogare a gratis, prima del prossimo salasso. Gridate pure i vostri slogan per le strade – ci dice Scalfari – acquartieratevi pure per qualche giorno nelle piazze a suonare le chitarre, nei vostri sacchi a pelo, magari fatevi anche una modica canna (non esagerate, siete forza-lavoro di riserva), l’importante è che poi torni la quiete coatta e tutto  a posto, pronti per votare, dire sì alla nostra democrazia del denaro. E per favore, lasciate in pace le vetrate delle banche.

5 commenti:

  1. x notizie del futuro...
    Sì,aspetta e spera.

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  2. Io la stio vivenvdo dentro... ci sono delle similitudini con il Maggio '68, che qualcosa di buono ha portato...

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  3. il '68 ha segnato una cesura tra un prima e un dopo, ma nessuno si sarebbe sognato di dire "io non sono contro il sistema" sono "per"!

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  4. Questi poveretti - "siamo per, non contro" - questa carne da macelleria capitalistica che va in piazza con tende, chitarre, canne e slogan che sembrano prodotti da qualche agenzia pubblicitaria - circondata da legioni di pretoriani di regime con la mano sul manganello, casomai venisse in mente a qualcuno di sfiorare la vetrina di una banca - è perfettamente funzionale a questo sistema. A questa dittatura camuffata da democrazia, un totalitarismo invertito come appropriatamente lo chiama Sheldon Wolin. Gli stanno facendo un favore, al sistema, con le loro chitarre e le loro tende. Qualcuno glielo dica, per favore.

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