lunedì 3 luglio 2023

Una molotov contro il sistema

 

La guerra in Ucraina, il modello di sviluppo tedesco al capolinea, inflazione e rialzo dei tassi, sistema bancario sull’orlo di una crisi di nervi, debiti pubblici che continuano ad aumentare, le rivolte giovanili in Francia, Belgio e Svizzera, l’integrazione impossibile, massiccia e crescente astensione dal voto, sinistra estinta e estrema destra che avanza, le divisioni interne all’UE su immigrazione, green deal e piani di distruzione sociale, insomma il software neoliberista in tilt.

Macron voleva farli incazzare e ci è riuscito. Gli “infelici” sono legioni ovunque, non è colpa solo dei governi pro tempore ma di una traiettoria. Purtroppo la protesta manca di un’idea, di un programma, anche minimo, che non sia quello di sfasciare e incendiare un po’ di tutto. La lotta ideologica è la lotta più importante, la borghesia l’ha capito ed è diventata padrona di tutti gli orologi. E finora è la grande borghesia e gli interessi che rappresenta a regolare il tempo, a portare la vita di ognuno di noi nell’imbuto di un algoritmo o di un’equazione.

Questa situazione storica senza precedenti ha visto la recessione delle coscienze e progressi autoritari di un’ideologia tecnicista, di una fottuta religione dell’innovazione e del dogma della “crescita”. Quando invece ci proporremo di pensare insieme come abitare la Terra e poi come realizzarlo? Chi avrà il desiderio assertivo di passare da una società di sfruttamento e disequilibri folli a una società di cooperazione e di semplice buon senso?

Quando, invece di annegare nella loro rivoluzione digitale e biotecnologica, invece di parlare di quote di mercato, efficienza, produttività, innovazione, libera concorrenza, brevetti, proprietà, competitività e poi dei debiti della Santanché, delle volgarità di Sgarbi, di vegani e transumanisti, ci ritroveremo per parlare della conoscenza derivante da pratiche alternative, di gioia, tempo, spazio e luoghi sfuggendo al cronometro e al denaro per finalmente respirare, ritrovarsi, amarsi, coltivarsi e costruire una società di godimento?

Non serve più come un tempo mettere a ferro e fuoco le città, basterebbe che ognuno di noi ritirasse i suoi spiccioli dalle banche, perché il loro sistema crolli e venga il tempo di riconciliare desideri e azioni. I loro poliziotti non servirebbero a un cazzo. Chi oserà lanciare questa molotov contro il sistema?

14 commenti:

  1. “basterebbe che ognuno di noi ritirasse i suoi spiccioli dalle banche”… più facile a dirsi che a farsi

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    1. più facile dare l'assalto a una banca?
      il mio è un esempio, quasi solo una provocazione.
      non pretenderà che in un post si possa delineare on dettaglio un programma politico e d'azione? E perché poi dovrei farlo io, voglio dire una sola persona?
      penso il penultimo paragrafo sia chiaro in tal senso.

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    2. È una provocazione più che un esempio.
      Pure chi, precario, prende uno stipendio da fame, è il caso mio e di mia figlia, ti mettono nella condizione di aprirti un conto corrente, altrimenti niente spiccioli.
      Chi veramente i soldi li ha, li mette con piacere i soldi in banca, per le ragioni che sappiamo.
      Se volevi fare un esempio, hai sbagliato esempio.
      Prendila come una critica costruttiva.
      Buona giornata

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    3. Tutte le critiche che vuoi, però evitate di attaccarvi all'ultima frase, che sta a significare che il sistema è fragile, che gli autobus bruciati li paghiamo noi.

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    4. Propongo un'altra provocazione: non usare i socialmedia, non fare acquisti online, non guardare le news per dieci giorni di fila.

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    5. @ Luca Massaro
      Non fare acquisti on line?

      Allora, il piccolo commerciante sotto casa mia, mi vende lo stesso prodotto che acquisto on line, più del doppio.
      Conosco questo piccolo commerciante, ebbene, si fottano lui e tutti i piccoli borghesi/bottegai come lui.
      Che vengono fagocitati da squali più grandi di loro.
      E niente, oggi sbagliate esempi, sempre premettendo che questo sia un blog... Comunista!

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    6. @ Olympe
      Gli assalti ad una banca no, però gli espropri proletari di alimenti, vestiario et similia, non sono male.
      Anzi!

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    7. @ Anonimo
      Perchè invece lei con gli espropri di alimenti e abiti pensa di fare un grande passo avanti verso la redistribuzione della ricchezza? Magari ammazzandosi tra proletari che rubano e proletari che lavorano nei negozi e nei supermercati. Se siamo ancora a questi livelli la borghesia può dormire sonni tranquilli.

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    8. temevo non ci fosse nessuno che gli rispondesse

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    9. @anonimo. Su via, non sia ridicolo. Non si è mai visto che in un esproprio proletario, i proletari si ammazzino tra di loro.
      Siete sempre pronti a dire no, sempre contro. E voi sareste i costruttori del futuro?

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  2. NYT del 1 luglio 2023:
    "Richard N. Haass said the United States has become the most profound source of instability throughout the world.
    (Credit...Karsten Moran for The New York Times)
    To Foreign Policy Veteran, the Real Danger Is at Home"
    Il cuore dell'impero ha fomentato il caos oltreoceano, adesso le oligarchie di laggiù temono vada a fuoco il centro direzionale.
    (Peppe)

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    1. molte grazie. l'intervista è molto interessante, l'intervistatore è Peter Baker, il principale corrispondente della Casa Bianca. Il sito:
      https://www.nytimes.com/2023/07/01/us/politics/richard-haass-biden-trump-foreign-policy.html

      penso si possa leggere in chiaro

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  3. Dopo il Belgio, le proteste stanno iniziando a diffondersi in un numero sempre maggiore di regioni europee confinanti con la Francia.
    Disordini di massa anche a
    Losanna, in Svizzera.

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