I cambiamenti nel clima ci sono sempre stati, anche estremi (*). Estati con eventi estremi, frequenti e generalizzati come quelli di quest’anno personalmente non le ricordo. La mia esperienza (mai mi era capitato di dormire con la coperta in luglio!) e un’estate anomala però non significano nulla, bisognerà vedere che cosa accadrà nelle estati dei prossimi anni, quale sarà la persistenza di queste anomalie.
Ricordo nel 1985 la copertina della rivista Le scienze e un lungo articolo in cui si parlava di una nuova “glaciazione”. Poi le cose sono cambiate e da alcuni decenni le temperature sono salite e la calotta artica si sta sciogliendo più del solito, anche se il riscaldamento globale è accompagnato da un raffreddamento in alcune regioni del globo.
Il cambiamento climatico è reale. Quando però si sentono climatologi affermare: «Il cambiamento climatico sta avvenendo qui e ora: basta guardare agli estremi di quest’anno per crederci», ebbene c’è da osservare, tra l’altro, che i cambiamenti climatici fanno parte del ciclo naturale. Che cosa dovremmo aspettarci altrimenti, un clima stabile e immutato per sempre?
A ciò va aggiunta una realtà a cui fa riferimento qualsiasi studio serio: la famosa incertezza dei modelli climatici. Abbiamo a che fare con degli scenari, come quello delineato nel 1972 dal Club di Roma sulla grande crisi petrolifera e dei mercati cerealicoli (che non ha trovato conferma). L’incertezza dei modelli climatici è legata soprattutto alle cause del cambiamento. Questi modelli climatici non sono molto diversi dai modelli econometrici, i quali prevedono una crisi di ciclo ma quanto alle sue cause reali si tira ad indovinare (**).
Quali le cause del cambiamento climatico? Antropiche sicuramente, ma precisamente quanto incidono? Oppure cause naturali, tipo la riduzione della forza (-10%) del campo magnetico terrestre? Quanto incide eventualmente tale fenomeno (e altri fenomeni naturali) nel cambiamento del clima? Non lo so, e a quanto mi risulta allo stato attuale non lo sa con certezza nessun altro (***), tranne i giornalisti e altri “esperti” di CO2. È su queste basi aleatorie che si pretende di “governare il clima” (idioti).
(*) Il Grande Vento del 1362 danneggiò edifici e terrorizzò gli abitanti in Inghilterra, la tempesta ebbe un impatto molto più devastante nei Paesi Bassi, Germania e Danimarca. Lungo le coste di questi paesi, le mareggiate spazzarono via città e villaggi, provocando decine di migliaia di morti.
A provocare la grande tempesta del 26 novembre 1703 fu un ciclone extratropicale che colpì l’Inghilterra centrale e meridionale. I forti venti fecero crollare 2.000 comignoli a Londra e danneggiarono la New Forest, che perse 4.000 querce. Enormi onde sul Tamigi distrussero più di 5.000 case lungo il fiume. Le navi furono spinte fuori rotta per centinaia di miglia e oltre 1.000 uomini di mare morirono solo a Goodwin Sands. La Chiesa d’Inghilterra dichiarò che la tempesta era la vendetta di Dio per i peccati della nazione.
La grande tempesta del 1987 fu provocata da un ciclone extratropicale nella notte tra il 15 e il 16 ottobre, con venti di uragano che hanno causato vittime nel Regno Unito, in Francia e nelle Isole del Canale. Almeno 22 persone rimasero uccise in Inghilterra e Francia.
Eventi di questa distruttiva portata sono per fortuna piuttosto rari. Molto più frequenti gli anni siccitosi.
Nei due anni 1718 e 1719 si ebbe in Francia un caldo secco, violento, lungo e sostenuto. A Parigi, il 7 agosto 1718, il termometro di Lahire, nonostante l’esposizione sfavorevole, segnava comunque verso le tre del pomeriggio 35° o 36°: salì alle stesse cifre l’11, il 21 e il 23. Seguì un inverno molto mite.
La maggior parte degli alberi fu ricoperta di fiori già a febbraio 1719. Il forte caldo è ricomparso con il mese di giugno, più intenso di quelle dell’anno precedente e durato anche molto più a lungo. A Parigi il termometro di Lahire indicava una temperatura massima di 37°; inoltre la tavola di Cassini attribuì a quella estate quarantadue giorni con una temperatura di 31°. Contemporaneamente a Marsiglia un caldo insolito aveva fatto rifiorire gli alberi nel mese di ottobre, che poi avevano preso nuovi frutti. Padre Feuillée riferì che il 18 dicembre raccolse ciliegie ben mature.
L’estate del 1726 iniziò verso la fine di maggio, per poi proseguire nei mesi di giugno, luglio e agosto. Cassini contò a Parigi sessantadue giorni con una temperatura di 25°, e dieci giorni con una temperatura di 31°, il massimo calore fu osservato il 27 e 28 agosto, con circa 34°. I frutti sono maturati un mese prima del solito.
Il caldo dell’anno 1727 durò molto più a lungo. Dopo un inverno mite, il 7 febbraio il termometro cominciò a salire. Il successivo 10 maggio segnava già, all’alba, 18°, e alle due di sera quasi 27°. Il caldo è continuato e aumentato durante i mesi di luglio e agosto. Il 7 di quest’ultimo mese, alle tre del pomeriggio, raggiunse il massimo di 35°; da allora la temperatura ha continuato ad essere elevata per tutto il resto del mese di agosto e per tutto il mese di settembre.
Per brevità facciamo un salto di mezzo secolo: anche l’estate del 1778 ebbe un caldo forte, lungo e costante. Sotto la loro influenza, diversi alberi da frutto fiorirono una seconda volta; il caldo dell’estate del 1793 scoppiò improvvisamente. I mesi di maggio e giugno erano stati molto freddi; molta neve era caduta sulle Alpi e su altre montagne; carri carichi erano stati visti nella Bassa Austria attraversare un fiume ghiacciato alla fine di giugno. Il grande caldo iniziò a Parigi il 1° luglio. Durante tutto il mese il termometro arrivava, a metà giornata, a 40°; dodici volte da 24° a 34°, e dieci volte da 34° a 40°; la sua elevazione fu appena minore durante i primi diciassette giorni del mese di agosto. Il caldo massimo ha dato 38° l’8 luglio all’Osservatorio Reale di Parigi, e 40° il 16 dello stesso mese all’Osservatorio della Marina.
Si potrebbe continuare a lungo anche per il secolo successivo. Le notizie relative alla Francia sono tratte da: Cambiamenti nel clima della Francia, pubblicato nel 1845.
(**) Sugli esperti che fungono da riferimento in materia di cambiamenti climatici, vale a dire l’IPCC (Gruppo d’esperti intergovernativi sul Climate Change), si tratta di un’organizzazione nata nel 1988 su richiesta del G7, dell’OMM (organizzazione meteorologica mondiale) e del Programma delle Nazioni Unite. Vi sono rappresentati tutti i paesi del mondo (salvo rare eccezioni). Il suo ruolo è quello di valutare le informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche relative al rischio di cambiamento climatico indotto dall’uomo. L’IPCC non è quindi un laboratorio o team di ricerca, né un’organizzazione che riunisce un campione di scienziati tutti specialisti nel cambiamento climatico: «I membri dell’IPCC sono nominati dai governi che rappresentano, senza tuttavia avere necessariamente una formazione scientifica». Va inoltre notato che «le pubblicazioni scientifiche studiate dai membri dell’IPCC sono scelte da questi stessi membri, cosa che non esclude “distorsioni”. Inoltre, alcuni membri dell’IPCC sono dei politici. Questi sono quindi obbligati a obbedire a determinati vincoli, pressioni o obblighi di natura politica, economica o di altra natura, e non rientrano più in un quadro strettamente scientifico».
(***) L’indebolimento del campo magnetico e le inversioni polari potrebbero influenzare il clima globale. Si obietta che i dati attuali non supportano certezze su questo punto. Vero. Tuttavia tale ipotesi si basa sul fatto che i campioni di sedimenti prelevati dal fondo dell’oceano mostrano prove di importanti cambiamenti climatici che si sono verificati nello stesso periodo dell’inversione magnetica avvenuta 66,3 milioni di anni fa. Senza per questo escludere altri eventi estremi concomitanti. Per esempio una monumentale eruzione vulcanica in India, i Deccan Traps. Anche oggi i Deccan stanno eruttando e il clima si sta riscaldando. La correlazione non porta necessariamente a un nesso di causalità, ma ciò vale anche per altri fattori, compresi alcuni di origine antropica, dati però per scontati.
Tornado tra Padova e Venezia del 1970 - 36 morti
RispondiEliminahttps://it.wikipedia.org/wiki/Tornado_tra_Padova_e_Venezia_del_1970
https://www.qualenergia.it/articoli/eventi-estremi-riusciremo-rispondere-tempo-sfide-clima/
RispondiEliminaBuongiorno.
Credo che l'articolo su linkato, l'interesserà parecchio, e specialmente nella seconda parte.
Se anche un Silvestrini che è sommato tutto un pensatore borghese, fa riferimento al sistema economico capitalista da riformare secondo lui (da abbatterlo radicalmente secondo me), significa che qualcosa si è mosso in tutti questi anni.
Se possibile, mi faccia sapere qualcosa su questa lettura.
Cordialmente la saluto!
Gli interessi in gioco sono tali che la più imponente e preoccupante fonte di inquinamento è l’informazione pubblica, che, sia chiaro, è sottoposta a un potere totalitario che solo gli sciocchi non sanno riconoscere. Non vi è dubbio che l’emergenza climatica ubbidisce alla necessità di oliare la macchina e aprire nuove occasioni di profitto. Ci si lancia sui differenti palliativi dell’inquinamento come su un nuovo sbocco, tanto più redditizio in quanto c’è da impegnarvi e manipolarvi una buona parte del capitale monopolizzato dallo Stato (vedi Inflation Reduction Act, PNRR, ecc.). La verità è che il capitalismo, qual è nella sua essenza, e con esso l’umanità, non hanno più tempo davanti a sé. Sì guarda all’inquinamento ambientale, privilegiando quello atmosferico e delle acque, bisogna però considerare che tutto l’ambiente è diventato sociale, che la gestione di questo tutto è diventata un affare direttamente economico e politico. La sedicente lotta contro l’inquinamento non può diventare una volontà reale se non trasformando il sistema produttivo attuale dalle fondamenta. La vecchia terra e gli oceani sono indifferenti all’inquinamento; non così la civiltà, che non può essere salvata se non con il superamento del capitalismo. Come si attuerà questo superamento è un altro paio di maniche. Non sarà con parole d’ordine quali comunismo, socialismo e anticapitalismo che arriveremo a mettere a punto qualcosa di concreto. Ciò non significa buttare tutto il passato, anche teorico, ma tutto va ripensato.
Eliminahttp://diciottobrumaio.blogspot.com/2019/09/necessariamente.html
Grazie per il commento e per il link postatomi, da cui ho estratto questo che credo essere il capitolo più importante: "Questa è l’epoca che ha ogni mezzo tecnico per alterare in modo assoluto e definitivo le condizioni di vita sul pianeta, ma è anche l’epoca che ha tutti i mezzi necessari di controllo e previsione per misurare con esattezza e in anticipo dove ci sta portando un’economia lasciata libera di crescere senza limiti e che ha come scopo assoluto ed esclusivo il profitto, l’accumulazione fine a se stessa".
EliminaCari saluti!
(Vedo che qualcun altro ricorda l'evento del 1970).
RispondiEliminaPer quanto riguarda l'intera faccenda dei cambiamenti climatici, occorrerebbe che si rispondesse ad alcune semplici domande. Primo: qual è la differenza fra meteo e clima, e quindi fra le due rispettive scienze? Secondo: se sono diversi, è corretto prendere singoli eventi per confermare o smentire trend secolari? Terzo: perché si forniscono dati a iosa, ma non quello più ovvio, ossia la ripartizione percentuale fra cause antropiche e cause naturali del riscaldamento globale? Quarto: una volta risposto alla terza domanda, qual è la quota di responsabilità della produzione di CO2? Quinto (nel caso, dopo aver risposto alle precedenti domande, ciò sia ancora di interesse): quali sono le azioni atte a diminuire l'impatto della produzione di CO2, in che misura saranno efficaci, e quale ne sarà il costo, comparato all'ipotesi di inazione? Sesto: gli scienziati che hanno opinioni diverse dal mainstream sono tutti vecchi? E, se sì, parlano perché sono tutti affetti da demenza senile, oppure perché possono permetterselo non essendo più in carriera? Settimo: chi ha interesse politico/economico alle azioni di cui alla quinta domanda? Ottavo: perché, se i fatti sono così evidentemente a supporto dell'opinione mainstream, si censurano le opinioni contrarie che potrebbero invece essere tranquillamente confutate?
A corredo di queste ingenue domande ti sottopongo un link, che va a rispondere all'ammorbante slogan "il 99% dice..."
https://twitter.com/gitro77/status/1681668772283785219?s=61&t=RCzS7L6ybb7WXE7uWpbz7Q
di solito i comandamenti sono 10. :-)
Eliminasono d'accordo con te su tante cose.
segnalo questo che quoto in pieno:
Eliminahttps://fmentis.blogspot.com/2023/07/stanno-davvero-mettendo-in-testa-al.html#comment-form