sabato 1 luglio 2023

L'apartheid europeo

 

C’è la legge francese del 28 febbraio 2017 sulla pubblica sicurezza che autorizza i poliziotti a sparare, in caso di rifiuto di obbedire, se l’individuo recalcitrante è “a rischio di perpetrare, durante la [sua] fuga, attentati alla sua vita o alla sua integrità fisica o a quella di altri”.

È lasciato un ampio margine di discrezionalità ai poliziotti nel valutare la consistenza di tale “rischio”, soprattutto di stabilirlo ex post, e dunque non deve sorprendere che i poliziotti, autorizzati a sparare, usino di più le armi e in ciò applichino la pena di morte per il rifiuto di conformarsi a delle norme del codice della strada.

Le sparatorie mortali da parte della polizia sugli occupanti di veicoli in movimento sono diventate più frequenti con la legge del 2017. Il 1° marzo è entrata in vigore e nei mesi successivi, dello stesso anno, si sono registrati in Francia cinque decessi per rifiuto di ottemperare. Nel 2022 erano tredici (solo cinque agenti di polizia sono stati incriminati) e nel 2023 si contano già tre morti.

Esattamente un anno prima dell’episodio che ha dato vita alle proteste in corso, vale a dire sabato 4 giugno 2022, si era verificato una tragedia analoga. A fine mattinata, tre poliziotti in mountain bike della brigata territoriale del 18° arrondissement di Parigi controllano un’auto per il mancato allacciamento della cintura di sicurezza da parte di uno dei quattro passeggeri. Rifiuto di obbedire da parte dell’autista che però si ritrova rapidamente bloccato negli ingorghi parigini.

Raggiunto dalla polizia in bicicletta, l’autista sarebbe ripartito e poi, secondo gli agenti, li avrebbe investiti. La polizia usa le armi e spara molte volte. Risultato: una ragazza di 21 anni colpita alla testa, morta per le ferite riportate, il conducente gravemente ferito al petto e altri due passeggeri storditi dal ritorno di fiamma delle armi. L’autista era privo di patente, da cui il motivo della sua fuga, ed è stato posto in fermo di polizia in particolare per “tentato omicidio su persona munita di pubblica autorità” e “rifiuto di ottemperare aggravato per aver messi in pericolo altre persone”. Quanto ai tre poliziotti, dopo l’audizione davanti all’Ispettorato generale della polizia di Stato, sono usciti liberi, senza procedimenti giudiziari, in attesa di accertamento.

Chiaro che l’uso delle armi deve essere rigorosamente dettato dalla assoluta necessità e in maniera strettamente proporzionata, altrimenti è il selvaggio West. Ciò non esclude che sia necessario analizzare anche le condizioni in cui opera la polizia, nel senso che non di rado quelle condizioni corrispondono a qualcosa che assomiglia al selvaggio West. Infatti, la legge del 2017 fu approvata dopo le massicce ondate di attacchi islamisti nel 2015 e 2016 e l’attacco con molotov contro quattro agenti di polizia a Viry-Châtillon nel 2016.

L’immigrazione produce il meglio e il peggio. In quartieri poveri e multietnici il faccia a faccia diventa presto esplosivo tra bande di giovani delle periferie e poliziotti che si percepiscono come una banda con licenza di uccidere. Le reti criminali, gli alloggi sordidi, la schiavitù del lavoro (non solo quello in nero o in grigio) sono realtà nell’Europa contemporanea e così anche in Francia (*).

Non basta parlare di immigrazione solo per astrazione, utopia e buoni sentimenti come fa spesso la stragrande maggioranza delle élite, i media e i circoli privilegiati, che incoraggiano questa apertura in nome della libera circolazione e dei diritti umani, mentre tacciono davanti ai reali problemi e difficoltà posti da una gran parte dell’immigrazione.

Senza farla lunga: un certo volume di immigrazione è essenziale per ragioni di dinamismo economico e demografico, e del resto è impossibile in un mondo aperto chiudere i propri confini a tutte le correnti migratorie. Tuttavia il numero di nuovi arrivi deve imperativamente concordare con le capacità di accoglienza degli Stati, che non sono illimitate.

Un buon esempio è dato dalla scuola, che rappresenta un chiaro sintomo di questa grande ipocrisia dell’accoglienza migratoria. La scuola pubblica ha per statuto una vocazione universale ad accogliere tutti i bambini senza alcuna considerazione di nazionalità, religione e altro. Da qui la campagna a favore dello Ius Soli e dello Ius Scholæ eccetera. A me sta benissimo e mi pare cosa di buon senso e di decenza. Ma allo stesso tempo, le famiglie dispiegano tesori di energia e fantasia per evitare la scolarizzazione dei propri figli nelle scuole dove sono presenti molti figli d’immigrati, e quelle più benestanti li iscrivono alle scuole private. Anche in Italia si sta arrivando a un vero e proprio apartheid scolastico.

L’immigrazione non è un fatto puramente demografico, quasi meccanico, essenziale e che non può essere organizzato o controllato. Le curve dei flussi migratori fluttuano e dipendono da decisioni politiche, vicende militari ed economiche. È innegabile che la destabilizzazione dell’Iraq, dell’Afghanistan, della Siria, della Libia e dell’Africa Centrale ha prodotto massicci spostamenti di popolazioni verso l’Europa. È stato stabilito un nesso di causalità infondato tra il bisogno di una massiccia immigrazione di forza-lavoro e il calo della fecondità in Europa (**).

(*) Nel 2022, la Francia ha ricevuto più di 2,3 milioni di domande di visto e ne ha rifiutate 500.000, dunque ha rilasciato 1,7 milioni di visti, con un aumento del 137,1% rispetto ai 733.070 del 2021. Questo numero rimane molto inferiore al numero totale di visti rilasciati prima della crisi sanitaria. Nel 2019, la Francia ha rilasciato 3,5 milioni di visti. I primi quattro paesi di origine dei titolari di visto sono, nel 2022, India, Marocco, Algeria e Turchia. Secondo i dati del ministero dell’Interno, nel 2022 sono stati rilasciati 316.174 permessi di primo soggiorno. Un totale di 114.483 persone hanno acquisito la nazionalità francese nel 2022.

(**) È sufficiente una ricerca su internet a riguardo dei prezzi degli alberghi nelle città d’arte italiane e confrontarli con gli stipendi medi contrattuali del personale di servizio negli alberghi per rendersi conto dell’enorme sproporzione tra spese per salari e incassi.

6 commenti:

  1. Quindi non c'è bisogno di un(a) Le Pen per avere leggi fasciste. Mamma Giorgia Cristiana ne rimarrà delusa!
    Pietro

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  2. FRANCIA, MACRON LA GUERRA CE L'HA IN CASA

    L’età dei manifestanti francesi varia fra i 14 e i
    18 anni. È il Sessantotto dei giovani proletari
    delle periferie francesi. Si riappropriano delle
    strade e delle piazze dove sono cresciuti
    imparando a sopravvivere. Espropriano i negozi
    per riprendersi beni che gli vengono negati.

    Nel bilancio della quarta notte di rabbia
    giovanile si sono verificati incendi e assalti
    diffusi in tutta la Francia, particolarmente
    accese le proteste a Marsiglia e Lione. Un
    palazzo comunale è stato bruciato nella Val
    d’Oise francese. Espropri sotto diverse forme:
    saccheggiati negozi, grandi magazzini,
    supermercati ma anche concessionarie, rubate
    automobili, moto e addirittura un carroattrezzi.
    Presi d’assalto anche sedi istituzionali: a Lione
    la posta è andata a fuoco, così come il
    commissariato. Scene analoghe a Ales, Amiens,
    Darty, Rennes, Nevers, Clamart, Grenoble e Saint
    -Etienne. A Marsiglia è stata presa d’assalto
    un’armeria.
    ARTICOLO COMPLETO https://www.ildesk.
    it/attualita/francia-macron-la-guerra-ce-lha-in
    -casa-e-la-rivolta-dei-giovani-proletari-delle-
    periferie/

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  3. Ho sempre considerato limitante e limitata l'analisi marxistica che riduce la realtà alla sola dimensione economic(istic)a.
    Tuttavia solo non significa null'affatto.
    Chi sono i fautori delle grandi immigrazioni verso l'Europa: grandi imprenditori, grandi capitalisti e una serie di svalvolati personaggi delle pseudo sinistre no-border, non so se più intersezionalisti o distaccati da realtà e storia. Lasciamo perdere ora questi psicopatici ostili alla realtà e l'analisi di psicopatologia necessaria.
    Il signor Macron appartiene a quella parte di Francia elitaria, di Europa elitaria, cosmopolita, che si illude di cavalcare e di domare la immigrazione di massa a proprio favore (il vostro compagno Terzani osservava gli SUA come organismo basato sul motore sociale a scoppio).

    Il bubbone che ha iniziato a scoppiare in Francia, Belgio, Svizzera, Svezia, servirà a destare l'Europa sulla guerra migratoria che subisce? Sul problema storico irrisolto degli islamici (molti di voi a sinistra aggiungereste fascio-islamici ma io ritengo incompatibili le due accezioni)?  E sul fatto che siano i capitalisti europei a volerla, i board di Open Society Foundation nella sua declinazione En Marche? E gli utili idioti delle varie pseudo sinistre che hanno ammansito e formato?

    E' sufficiente osservare dove vanno i benefici della immigrazione di massa , dove vanno i costi e si capisce tutto.

    Grazie per l'analisi lucida che comprendo in parte notevole.

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  4. Il fuoco della protesta francese si propaga in Svizzera.
    Così titola nientepopodimeno il quotidiano Repubblica!

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    1. in assenza di progetti organizzati non vanno da nessuna parte

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    2. Quali progetti e da parte di chi, politicamente parlando?

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