mercoledì 1 marzo 2023

Invasi da un’infinita pietà

 

Droghe, che meravigliosa scoperta! Dicono che possiedono innumerevoli proprietà. Il postulato più comunemente condiviso vuole che assaporare paradisi artificiali non solo ti permette di vedere adorabili elefanti rosa o ragni giganti setosi, ma proprio per questo ti rende immediatamente un artista fantastico. Pensa se Mozart non avesse assunto hashish, oppio e coca non avrebbe potuto partecipare a Sanremo.

Droghe pesanti, droghe leggere, droghe di ogni tipo, affermate in tutti gli ambiti della vita: nulla sfugge ormai alla struttura antropologica della droga che, alienando ognuno di noi, ci controlla. Mi dirai: non mi drogo. Ti rispondo: nemmeno io. Ma è una bella bugia: il mercato ci vuole drogati, cioè schiavi del suo funzionamento. Il mercato organizza la nostra dipendenza. Il suo obiettivo: che non pensiamo più, che siamo suoi schiavi, che consumiamo.

Non c’è una buona soluzione per superare questo tipo di dipendenza e le varie illusioni che la drogheria borghese ci procura. Non è questione di quantità, perché ne riusciamo sempre insoddisfatti, ne vogliamo sempre di più. Gli spacciatori lo sanno. Lo sapeva un secolo e mezzo fa anche Marx. Sì, quel tizio ipocondriaco che tutti dicono di conoscere, di aver letto le sue chiacchiere, o almeno di averci provato prima di essere uccisi dalla noia.

A latere delle sue astruse analisi sul capitale e dintorni, scriveva che non basta a noi drogati di essere costretti a venderci volontariamente. Man mano che il mondo fantasmagorico delle merci procede, si sviluppa del pari una classe di drogati che per educazione, tradizione, abitudine, riconosce come leggi naturali ovvie le esigenze di quel mondo di spacciatori e di drogati. Proprio così diceva, più o meno.

L’alternativa sarebbe la penuria, la miseria, il bisogno insoddisfatto, una società dello scontento, dello sgomento, senza stimoli e la foia vitale del possesso, dell’avidità inappagata di divorare il mondo intero. Non ci consentirebbe di dimostrare la nostra avversione spasmodica per la natura, madre della nostra tramontata miseria, di trasformare la terra in un immondezzaio e il mare in una fogna.

E poi di lucrare in borsa, sui bonus, su pensioni d’oro e di platino, sui prezzi e l’inflazione, di evadere le tasse alla grande, di avere un negro che ti porta il pacco a casa, la serva ucraina che ti pulisce il cesso, il moldavo che munge il latte, la puttana nigeriana che ti strofina l’uccello e qualunque altra cosa globalmente allucinogena ti venga in mente.

Invasi però da un’infinita pietà verso tutte le “disgrazie” altrui. Per qualche giorno almeno. Non ci vendono solo droga, ma anche le motivazioni per trovarla ottima e senz’altra alternativa altrettanto appetibile: una democrazia elettorale che è il massimo consentito in una società castale ed elitaria placcata di liberalismo.

2 commenti:

  1. Non so se è in tema. Secondo me sì. Qualcuno, dopo il lacrimevole e lacrimoso martellamento sui profughi annegati nelle acque calabre, ha pubblicato su Twitter una cartina del Mediterraneo orientale, con disegnato l'itinerario da Smirne a Crotone, da cui si desume chiaramente quanti sfioramenti del territorio greco ha dovuto fare il barcone. Reazione unanime dei twitternauti: idiota, non lo sai che i greci sparano?

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  2. l'imperialismo inglese lo sapeva bene: vedi guerre dell'oppio in Cina. l'imperialismo usa lo scopre dopo qualche tentennamento:
    "Nel 1906 , i legislatori americani mettono in atto una prima legge il Pure Food and Drug Act che mira a controllare la vendita di cocaina , il cui abuso sta diventando sempre più importante, poi nel 1914, l' Harrison Narcotics Tax Act per finire vietando l'alcol (1919-1933) e infine la marijuana nel 1937 . Nel 1909 , a Shanghai , si svolse, su iniziativa degli Stati Uniti, la prima consultazione internazionale sull'argomento, il cui obiettivo era quello di privare gli europei del fruttuoso introito del commercio dell'oppio . Dopo la prima guerra mondiale , una grande campagna sostenuta dall'American Medical Association ha chiesto il divieto dei centri di trattamento della droga. Tra il 1914 e il 1938, 25.000 medici furono accusati di curare tossicodipendenti e 3.000 di loro furono imprigionati.

    Seguirà la conferenza dell'Aia nel 1912 dove sarà firmata la prima Convenzione internazionale sull'oppio . Dalla fine della seconda guerra mondiale , gli Stati Uniti hanno assunto la direzione della politica antidroga internazionale, in particolare attraverso l' ONU ; diverse convenzioni volte a vietare o regolamentare questi prodotti (convenzioni internazionali del 1961 , 1971 e 1988 )".

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