mercoledì 22 marzo 2023

Gli eletti

 

Quelli di destra e di sinistra, anche se non li abbiamo votati (per più motivi o anche solo per linsostenibile schifo) sono lì a rappresentarci. Forse non ce ne rendiamo conto, ma quello che sono, quello che fanno e non fanno, quello che dicono, è sempre conseguenza dello stato della società che li ha designati.

Sono “legittimi”? Diffidare di questa parola: Hitler, per fare il solito caso estremo, è salito al potere “legittimamente”: la società tedesca aveva, per la maggior parte, preparato il suo ingresso sulla scena. L’artista fallito non è stato un incidente della storia; ne era il prodotto. Non solo la cecità e stupidità di Versailles, non solo la crisi economica dei Trenta, che pure vi ebbero tanta parte, dal lato ideologico e da quello pratico.

Gli ectoplasmi del Pd e dintorni, i tanti fascisti variamente rozzi e stupidi, perfino Renzi, non sono lì per caso. Basta sentirli aprire bocca: sono i nostri vizi, egoismi, l’ignoranza (tanta), le nostre paure paranoidi, le speranze, le illusioni e le delusioni di chi li ha votati. La malafede di chi ha interesse a farli sostenere sui media.

Parliamo di molte cose, troppe, ma non tutte, sicuramente non di quelle realmente importanti. Per esempio, non si parla più del lavoro, salvo e distrattamente dei numeri degli occupati e dei disoccupati. Al massimo si arriva a distinguerlo in due grandi categorie: quello “precario” e quello a tempo indeterminato, che passa come un privilegio. A questo s’è arrivati.

Cos’è un privilegio? Tante definizioni quante sono le categorie sociali, economiche, sessuali, culturali, familiari, quanti sono gli individui. In una società in crisi, queste definizioni si moltiplicano. Tutti tendono a vedere, o fantasticare, i privilegi degli altri.

Privilegiato è l’essere umano che fa il lavoro che si è scelto, che gli permette d’imparare e capire ciò che lo circonda, di farlo con un compenso che gli permetta di vivere decorosamente e con dignità coloro che ama e che dipendono da lui. Sarebbe dunque questo nel XXI secolo un privilegio? Abbastanza raro, bisogna ammetterlo.

Per contro, in generale manca sempre qualcosa, se non quasi tutto. Molti hanno un lavoro che in realtà non hanno scelto. Questo lavoro è spesso noioso, doloroso, ripetitivo, angosciante, deprimente, estenuante, incompreso, umiliante, frustrante, a volte pericoloso, e persino vergognoso. Porta poco o niente a chi lo fa, se non lo stretto necessario per vivere (e anche in tal caso, non sempre). E succede che li svilisce.

Ecco, invece di riempire le nostre giornate con la fiera di parole tipo “maternità surrogata”, “ponte sullo stretto”, “nazione”, parliamo di cose concrete, per esempio di contratti e dell’organizzazione giuridica dei rapporti di lavoro, la maschera di un rapporto egualitario tra soggetti (il diritto del capitale a sfruttare il lavoro), che però dal punto di vista economico è un rapporto ineguale tra classi sociali.

Ci viene spiegato che, a differenza dei regimi totalitari, la libertà e l’uguaglianza costituiscono l’essenza dei nostri sistemi democratici. Chi oserebbe mettere in discussione la bontà della democrazia elettiva e l’innocenza del diritto umanista nelle nostre società egualitarie? Certo, la libertà di criticare l’eccessivo e scandaloso arricchimento di una minoranza, ma l’evidenza dello sfruttamento, anche solo dell’ordinario stato dello sfruttamento, non è all’ordine del giorno della discussione.

E se non viene messo in evidenza questo rapporto sociale reale, quello dell’ordinario sfruttamento, che cosa mai resta della “sinistra”? I segretari del Pd che si succedono hanno paura di perdere i voti dei Parioli, preferiscono essere un partito senza popolo piuttosto che tradire la borghesia ricca e benestante di cui sono i reali referenti (è diventata una identificazione antropologica). Tanto che quel popolo orfano e negletto, non sapendo più a che santo votarsi, vota fascista.

Il re è nudo, ma non importa, dal cilindro spunta una nuova maschera per nuove illusioni. Qualche slogan “sociale” e poi si ripiega sui diritti civili e umani, cui l’ideologia giuridica darà un supplemento d’anima, diventando il terreno di scontro con la reazione neofascista e cibo per gli intrattenitori televisivi. Insomma, spettacolo. Il fantasma dei “diritti” che nasconde il movimento delle cose concrete, il fantasma che agisce alle spalle degli individui reali.

Dove abbiamo mai visto una società del genere, questa enfasi feticizzata e spettacolarizzata delle relazioni sociali? Comprendo bene la silenziosa rassegnazione di molti di noi, che non vogliono stare al gioco, ma temo che il silenzio abbia infine i tratti di un autoinganno.

5 commenti:

  1. L'alta astensione alle elezioni è il risultato di tutto ciò: la maggior parte sente che il discorso politico tratta di cose che non li riguarda e, a ragione, che destra e "sinistra" sono in fondo la stessa cosa. La maggior parte degli sfruttati neanche vota fascista, semplicemente non vota e non si interessa di politica.
    Si è poi instaurato un rapporto simile a quello tra tossico e spacciatore: sai che quello ti sfrutta fino ad ucciderti ma non puoi fare meno di ciò che ti fornisce (lo spettacolo) e hai terrore di perdere quel po' di sollievo che ti da (il lavoro sempre più precario) e ritrovarti peggio.
    Pietro

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  2. Sulla diagnosi posso anche concordare; non mi è chiara la terapia. Credi, non è per fare ostruzionismo.

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    1. figurati se posso interpretarlo come ostruzionismo. tu sei uno dei pochisssssimi che commenta. non ho nessuna terapia, nessuna illusione da infondere. da anni dico che chi cerca illusioni ha sbagliato blog.

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  3. se parliamo di lavoro privilegio è avere soldi a fine mese anche senza far nulla. Da cui buona parte politiche covid.

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  4. Delusione-disincanto-disimpegno-disinteresse-demoralizzazione-depressione-declino. Amen

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