Il nome di Nikolaj Fëdorovič Vatutin dirà poco o nulla a quasi tutti noi. Wikipedia dice che è stato un generale sovietico, comandante di vari Fronti dell’Armata Rossa durante alcune delle più importanti battaglie della seconda guerra mondiale sul fronte orientale. È riconosciuto dagli storici come uno dei più abili e audaci generali sovietici e uno dei migliori dell’intera seconda guerra mondiale.
Poco dopo la liberazione di Kiev, il generale Vatutin morì a causa di una ferita infertagli in un’imboscata da collaboratori nazisti ucraini dell’OUN, l’Organizzazione dei nazionalisti ucraini. Nel 1944 fu sepolto in uno dei parchi centrali di Kiev che aveva liberato e fu eretto un monumento con la scritta: Al generale Vatutin, il popolo ucraino.
Il generale era meritatamente considerato un eroe; presso il suo monumento non mancavano mai i fiori della gente di Kiev. Wikipedia riporta anche la foto della sua tomba.
E ora, il monumento a Vatutin è stato demolito e profanata la sua tomba.
La distruzione dei monumenti ai soldati dell’Armata Rossa, che ha liberato l’Ucraina e l’Europa dal fascismo (la sola battaglia di Berlino è costata quasi 80.000 morti alla Russia), è in corso in tutta l’Ucraina. In alcune città, come Cernivci, Rivne e molte altre, vengono demoliti e in alcune altre località fatte saltare in aria, come è successo, ad esempio, a Nikolaev. Molti altri monumenti vengono demoliti: al poeta russo Aleksandr Puškin, agli scrittori Nikolai Ostrovsky e Maksim Gor’kij, al pilota collaudatore Valery Chkalov e molti altri.
Dal febbraio 2014, dopo il colpo di Stato, in Ucraina sono stati rinominati più di mille insediamenti e più di 50.000 strade. Perché improvvisamente si è sentito il bisogno di cambiare i nomi delle città e delle strade? Non ci sono stati referendum, né voti dei residenti locali su questi temi, nessuno ha chiesto la loro opinione.
Ad esempio, alcuni anni fa le autorità locali avevano deciso d’indire un referendum per mutare il nome del capoluogo regionale Kirovograd, in onore del famoso statista sovietico Sergei Kirov. Ebbene la maggioranza assoluta della popolazione della città (l’82 per cento) si disse sfavorevole alla decisione di rinominare la città.
Perché allora sta succedendo tutto questo? La risposta a questa domanda sta nei fatti evidenti. Il viale intitolato al generale Vatutin, è stato ribattezzato viale di Roman Shukhevych, un nazista ucraino che prestò servizio come membro del battaglione Nachtigall, costituito da collaboratori nazisti ucraini e dipendente dall’Abwehr (l’intelligence militare della Wehrmacht).
Quello che un tempo a Kiev era viale Mosca, ha cambiato nome. Data la situazione si può anche capire. Quel viale ora porta il nome di Stepan Bandera, che non è necessario qui ribadire in dettaglio chi fu questo massacratore e genocida della popolazione polacca ed ebraica. E tale onore odonomastico gli è stato attribuito in tutta l’Ucraina.
Tutto ciò segue una precisa strategia: la memoria delle lotte antifasciste resta l’ultimo solido baluardo capace di attrarre consensi. Dunque la demolizione di questa memoria tacciandola di retorica comunista, banalizzando e irridendo nei discorsi ufficiali la vittoria del 1945, esaltando e riorganizzando la nazione sulla sola etnia ucraina (i codici mentali devono essere modificati!), insistendo su un concetto introdotto proprio all’inizio del XX, quello sull’anteriorità dell’eredità ucraina rispetto alla Rus’ di Kiev, permette in tal modo agli ucraini di avere una narrazione indipendente e un proprio mito delle origini (Kyïvchtchyna o Stato di Kyiv).
Questa guerra prima o poi finirà, ma non sarà più possibile la convivenza pacifica tra la popolazione russa e quella ucraina. È stata annientata la possibilità stessa di ristabilire un quadro politico che possa servire da supporto all’esistenza delle due identità (che sono state divise senza un valido motivo, se non quello strategico di fare dell’Ucraina un caposaldo avanzato della Nato) e ristabilire normali rapporti con la Russia.
L’Ucraina non è e non potrà essere in futuro un paese democratico. Dopo la notizia della primavera scorsa della messa al bando di 11 partiti (il partito comunista ucraino già dal 2015), ogni altra notizia al riguardo è scomparsa dai media occidentali e nulla più è comparso in internet. Gli attivisti di sinistra sono perseguitati e imprigionati, tutte le stazioni televisive private sono state fuse in un unico canale televisivo statale. Il nazionalismo reazionario sta diventando un elemento della politica statale e sempre più l’ideologia dominante.
La responsabilità di questo stato di cose non può certo essere addebitata all’invasione russa (che è successiva e persegue ovviamente scopi opposti), bensì va attribuita a chi da lunga data e con preciso disegno (compresa la diaspora ucraina statunitense) ha fomentato, sostenuto e finanziato il nazionalismo etnico e fascista, che con tutti i mezzi propagandistici e repressivi ha combattuto e combatte contro la popolazione di origine russa e la sua cultura, a tal punto che l’ostilità storica verso altri popoli, come i polacchi, passa in secondo piano.
In tal senso l’esempio dell’unilinguismo ucraino ufficiale imposto dallo Stato, quando invece un ucraino su cinque si dichiara di etnia russa e circa la metà della popolazione parla russo negli scambi quotidiani. I miti più invocati, come detto, riguardano le origini della nazione, supportati dalle teorie sociobiologiche dell’etnia, ed è questo uno degli aspetti più perniciosi dell’ideologia dominante presso la classe politica e militare al potere, qualcosa di più di una tendenza che dovrebbe preoccupare i tanti simpatizzanti acritici dell’attuale regime di Kiev.
Post eccellente, che, con il tuo permesso, diffonderò.
RispondiEliminaAnche senza
EliminaAnch'io diffonderò!
EliminaSaluti!
Questo post risponde indirettamente ad un mio commento riguardo l'anticomunismo (ma sarebbe più corretto dire anti- antifascismo) virulento di questi tempi.
RispondiEliminaPietro
La presidente georgiana Salome Zurabishvili, nel suo discorso ai cittadini georgiani, ha sostenuto i manifestanti contro il progetto di legge sugli agenti stranieri adottato dal Parlamento georgiano.
RispondiEliminaZurabishvili si trova attualmente negli Stati Uniti.
Comunque... Victoria Nuland arriverà presto con i biscotti.
mi pare di aver accennato sui motivi che favoriscono il nazionalismo, che ha diverse tinte, compresa quella fascista. fatto strano si tratta di un nazionalismo favorevole all'internazionalismo di marca Nato e Ue. le borghesie locali rincorrono il sogno consumistico occidentale, ai poveracci qualche gadget
EliminaSulla situazione georgiana, consiglio di leggere questo interessante articolo di A. Puccio
Eliminahttps://www.occhisulmondo.info/2023/03/08/georgia-inizia-lennesima-rivoluzione-colorata/?fbclid=IwAR30uw0_WPlgdwdg37rvev1kKxccRISZw_AVEYpVpIfTUboWgSl41JRoTEA
IL GIORNO PRIMA DELLO SCOPPIO DELLE MANIFESTAZIONI IN GEORGIA L'ASSISTENTE DEL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO TODD ROBINSON ERA A TBLISI, UN CASO?
EliminaA. Puccio
https://www.occhisulmondo.info/2023/03/09/georgia-il-governo-ritira-la-legge-e-libera-tutti-i-manifestanti/?fbclid=IwAR2MKvKSoVLJrCSpkoSFoFOdwck7ieTpfk00rD18U2LzHSwB5FmH9-qfA44
Sulla convivenza pacifica tra la popolazione russa e quella ucraina ci sarbbe molto da obiettare, almeno da un punto di vista storico. Sono almeno duecento anni che l'Ucraina rivendica una sua autonomia. prima dalla Polonia e poi dalla Russia. Gli ucraini si sentono diversi dai russi perché sanno di avere una storia, una civiltà, una cultura differenti. Per questo hanno subito repressioni terribili: i milioni di morti per fame, scientementa programmata da Stalin, non sono dimenticati.
RispondiEliminanon solo dal punto di vista storico si potrebbe obiettare anche sulla convivenza tra sudtirolesi e italiani, e tuttavia e nonostante le grandi differenze culturali e linguistiche si è raggiunto un equilibrio, una convivenza pacifica. convivenza non significa eliminazione delle diversità e delle contraddizioni. quanto al periodo staliniano, le cose non stanno esattamente come le racconta una certa propaganda.
Elimina"quanto al periodo staliniano, le cose non stanno esattamente come le racconta una certa propaganda."
EliminaFaccia un post al riguardo. Lo leggerò con grande interesse.
Saluti!
Forse non si tratta solo di Stalin:
RispondiElimina"...durante tutto il secolo XVIII sforzi continui e sistematici del governo russo per convertire i liberi cosacchi in contadini servi, la nobiltà ucrainica in servitori dello Stato, etc.; la lotta lunga e non ancora terminata, condotta spesso con mostruosa ferocità per costringere la Chiesa "unita” (cattolici di rito greco) a rientrare nel grembo dell’ortodossia Moscovita (tentativi paralleli a quelli fatti contro la Chiesa georgiana e persino contro la Chiesa armena); il rigore ancora più grande dei governanti russi nel secolo XIX contro il "separatismo ucrainico”; processi, deportazioni, proibizione di usare la lingua ucrainica in pubblico...
(Andrea Caffi, lettera del 18 maggio 1915 a Giuseppe Prezzolini)
voliamo prendere in esame che cosa è successo nei secoli scorsi in Europa ad opera delle varie dominazioni (specie in Italia e nei Paesi Bassi) e delle varie ortodossie cristiane? Si estrapolano fatti avulsi dal loro contesto storico (p. es.: i servi della gleba, di fatto e in parte anche in diritto, sono esistiti in Italia fino al secondo dopoguerra). Lei, nella scelta di quel brano, rivela una analoga mancanza di equilibrio storico di chi ha scritto unilateralmente quelle cose. Gli ucraini fino al 1991 non vivevano in un paradiso e nemmeno in una democrazia, ma poi l'Ucraina è diventata il paese più povero d'Europa (dopo la Moldavia), milioni di ucraini sono dovuti emigrare per procurarsi il necessario per campare, e persone molto istruite hanno dovuto adattarsi ai lavori più umili. dopo il 2014 non mi sembra le cose stessero andando meglio.
EliminaLei sposa delle tesi preconcette e non sarò io a farle cambiare idea.
Assolutamente valido il post. Assistiamo a una ripresa del nazismo in Europa fomentato dagli Usa che è vomitevole. Ma i nazisti ucraini stanno portando la loro nazione in una condizione assolutamente di collasso dalla quale non si riprenderà dopo secoli.
RispondiElimina@ giuseppe castronuovo
EliminaNon credo che la maggioranza dgli ucraini oggi sia nazista. Lo sono stati più in funzione anti-russa. che per convinzione ideologica. Errore gravissimo e ingiustificabile ma comprensibile per un popolo che da secoli si sente oppresso dall'ingombrante vicino. Non so ma non credo che ci sia antisemitismo diffuso o convinzione di supremazia razziale. Zelensky è di origine ebraica e il rabbino capo di Kiev ha dicharato che i circa 300.000 ucraini di origine ebraica sono al fianco dell’esercito di Kiev nella guerra. Poi se qualcuni vuol credere a Putin ( gli ebrei sono agenti del decadimento morale e lo stato ucraino è quidato da drogati e nazisti) padronissimo ma mi sembrano più affermazioni propagandistiche che verità inconfutabili. Non sono mai stato in Ucraina e sono sempre pronto a cambiare idea se posso avere qualche prova, .nonostante l'opinione della nostra cortese ospite, di cui sono ammirato e affezionato lettore ma non sempre in completo accordo. D'altra parte un blog dove quasi tutti i partecipanti sono in accordo con l'autore può essere gratificante per lui ma alla lunga, .rischia di diventare insipido, almeno per quanto riguarda i commenti. Vorrei che queste mie modeste considerazioni mettessero il .sale sulla coda degli eventi dissidenti.
Più che il sale sulla coda, mi sembra che tu sia chiaramente un ignobile... provocatore!
EliminaIo sono sempre pronto a cambiare idea e la tua certezza del contrario, basata su una decina di righe, per di più non mie. è abbastanza superficiale. E penso che la tua opinione su Caffi sia ingenerosa. Nato a San Pietroburgo, conosceva bene la Russia. Fu un socialista amico di Nicola Chiaromonte e Carlo Rosselli, Fu arrestato e condannato a 3 anni per aver partecipato alla rivolta contro lo Zar e riarrestato dopo la rivoluzione d'ottobre per aver criticato il bolscevismo. Fu antifascista e antinazista e considerarlo unilaterale solo perchè antileninista mi pare anche questo un giudizio superficiale.
RispondiEliminaMi scuso se ho dato del tu a chi mi dà del lei ma credevo che sui blog si usasse così. Però sempre pronto a cambiare idea :)
In qualità di semplice lettore, manifesto la mia insofferenza agli anonimi. Non perché mosso dalla fregola di identificare i commentatori (neanch'io all'anagrafe sono Erasmo) ma perché l'intestazione "anonimo" può essere usata da più persone. Insomma, è un casino, il primo responsabile del quale è la piattaforma che lo consente. Però anche i pigri anonimi potrebbero fare un piccolo sforzo: datevi un nome qualsiasi, purché non sia Erasmo.
RispondiEliminain passato ho fatto la stessa richiesta più volte. che faccio, non pubblico i commenti? ci penso.
EliminaSono l'anonimo dissidente.
RispondiEliminaVoglio chiarire una cosa. Poiché, come dice Erasmo, si può usare un nome qualunque è stupido scrivere da anonimo.
Il problema è tutto mio: vorrei ma non ci riesco. Se cerco di mettere un nome il programma mi dice che devo entrare con Google. Io ci entro ma poi non so come andare avanti. Mi spiace perché è una prova della mia senescenza, da ora in poi metterò la firma all'interno nel post Mi spiace anche di essere definito "ignobile provocatore" per aver espresso qualche opinione parzialmente diversa da quelle di Olympe. Cercherò di essere più cauto in futuro. Saluti. Martino.
Basta selezionare dal menu a tendina invece di "Anonimo", la voce "Nome/Url" ed il gioco è fatto non si è più anonimi e la lettura e il confronto del blog ne gioverebbe assai.
RispondiEliminaGrazie. Come vedi funziona !
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