venerdì 17 marzo 2023

Scrivete alla Banca centrale europea

 

Il film degli ultimi giorni: una banca californiana, la Silicon Valley Bank, fallisce perché troppi dei suoi correntisti vogliono ritirare i propri soldi contemporaneamente, costringendola a vendere i titoli di stato in suo possesso per fare cassa. Li ha venduti a un prezzo inferiore a quello dell’acquisto a causa dell’aumento dei tassi di interesse deciso nei mesi scorsi dalla Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti. Di qui una serie di fallimenti bancari, che non sappiamo ancora se sono finiti o continueranno.

Questo il film americano. Veniamo a quello europeo. Accade che i governatori della Banca centrale europea si siano riuniti per decidere il livello dei tassi di interesse nella zona euro. Prima del crollo della SVB, gli investitori si aspettavano un aumento del tasso di interesse di 0,5%, ma il film americano aveva messo in luce un chiaro dilemma per la Bce: da un lato, l’aumento dei tassi d’interesse dovrebbe contribuire a spezzare l’inflazione, dall’altro, mette in pericolo le banche. Tra stabilità dei prezzi e stabilità finanziaria, si doveva scegliere. Secondo voi cosa ha fatto la nostra cara Bce?

La cosa più importante nella vita per una banca centrale è la sua credibilità. Quando annuncia una cazzata, la cosa più importante non è la dimensione della sua cazzata, ma il fatto di attenersi ad essa.

I violenti rialzi dei tassi decisi da Fed e Bce stanno facendo vacillare le banche? Credit Suisse sta crollando? Non importa: Christine spinge in alto i tassi. Ancora e ancora. Dopotutto, si vive una volta sola.

La sua decisione è completamente idiota anche in termini di lotta all’inflazione. Il mantra di questi deficienti di banchieri è il cosiddetto loop prezzi-salari. Esiste davvero?

Aumento del costo dell’energia, aumento dei costi di produzione, i padroni vedono calare i loro margini e quindi aumentano i loro prezzi di vendita, i salari non seguono, diminuisce il tenore di vita, da qui rivendicazioni salariali, scioperi, manifestazioni, lacrimogeni, instabilità e minacce di rivoluzione proletaria. I padroni s’arrendono, alzano i salari, spirale inflattiva prezzi-salari.

È un film, ma solo un film di fantaeconomia. Non si vede nulla del genere in circolazione. Chi lo dice? Il Fondo monetario internazionale:

«In alcuni paesi, l’inflazione sta aumentando al ritmo più rapido degli ultimi quarant’anni e la rigidità dei mercati del lavoro ha spinto verso l’alto i salari, alimentando i timori che questa situazione si autoalimentasse e innescando un ciclo prezzi-salari, questo circolo vizioso in cui l’inflazione accelera l’aumento dei salari, che rafforza ulteriormente l’inflazione.

Una rassegna delle recenti dinamiche salariali e la prospettiva di una tale corsa salariale e dei prezzi è oggetto di un capitolo analitico dell’ultima edizione del World Economic Outlook, che conclude che i rischi di una spirale sono in media limitati, almeno finora».

Non vale solo per il presente, anche per il passato:

«Per comprendere meglio questa dinamica, abbiamo individuato 22 situazioni nelle economie avanzate negli ultimi 50 anni, analoghe al 2021, in cui l’inflazione era in aumento e la crescita salariale era positiva ma i salari reali e il tasso di disoccupazione erano stagnanti o in calo. Nel complesso, questi episodi non hanno creato una spirale prezzi-salari. [...] Sebbene gli shock che colpiscono i paesi di tutto il mondo siano eccezionali, questi risultati sono abbastanza rassicuranti e mostrano che le spirali prezzi-salari prolungate sono rare.»

Tutta gente che al FMI passa il tempo a leggere il blog diciottobrumaio, evidentemente.

Il loop esiste nelle teste dei banchieri centrali. Ehi, lasciateci alzare i tassi d’interesse per soffocare la crescita, perché se la recessione è abbastanza forte, le aziende non avranno più nessuno a cui vendere le loro cose e dovranno quindi abbassare i prezzi.

Quali dei reali problemi economici e geopolitici è stato risolto aumentando i tassi di interesse? Nessuno. Basterebbe guardare i profitti delle grandi aziende (non mi permetterò più di chiamarli monopoli o multinazionali, che sennò mi segnalano come brigatista): beneficiano di un’inflazione elevata, mentre i lavoratori a reddito fisso pagano un prezzo pesante su ogni acquisto e consumo.

Di fronte a questa inflazione guidata dai profitti, cosa fare? Quantomeno l’indicizzazione dei salari all’inflazione. Oh no, orrore, questo è comunismo!

Non volete scendere in piazza? Almeno scrivete alla Banca centrale europea, 60640 Francoforte sul Meno, Germania.

11 commenti:

  1. Si chiama, in realtà, Christine Lallouette. Mai nome fu più calzante, tanto è vero che preferisce usare quello dell'ex marito.

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  2. È in corso una rivolta in Francia. Notte di barricate, municipi assaltati, blocchi stradali contro la riforma delle pensioni di Macron.

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    1. è evidente che non si tratta solo di "pensioni"

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    2. L'ho pensato anche io. Il pretesto è la riforma delle pensioni, per dare sfogo ad un malessere sociale dilagante in ampi strati sociali.
      Saluti

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  3. Le nuove generazioni non potranno stare ferme a lungo di fronte alla miseria crescente, alla mancanza di futuro, ad un mondo che sta crollando; saranno costrette a farsi delle domande e a darsi delle risposte, le quali sono già a disposizione da tempo, a cominciare dal Manifesto dei Comunisti del 1848.

    https://www.quinternalab.org/teleriunioni/2023/marzo-2023/819-la-grande-catastrofe?fbclid=IwAR3_P-y0-0TFD_O4qBdUkY-nikbxErmem02LKzMEUsjoIm4USdeP3FhSG8U

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    1. la mia stima per il Manifesto è di pochi, ma non penso che le nuove generazioni faranno ricorso ad esso, né vi troverebbero molte risposte

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    2. Devi sostituire al pessimismo della ragione, l'ottimismo dell'azione!

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  4. Un indirizzo di posta cartacea?!?!?! Vogliamo l'indirizzo email!
    Pietro

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