venerdì 3 marzo 2023

Chi parla di “sovranità” mi fa tenerezza

 

Se siete usi scrivere in rete una qualche critica verso gli Stati Uniti con molta probabilità siete candidati a diventare oggetto di attenzione da parte dei servizi di spionaggio statunitensi. Non è una esagerazione, le modalità elettroniche consentono di immagazzinare e classificare una quantità impressionante dinformazioni su chiunque.

In concreto il National Security Agency (NSA) e la Central Intelligence Agency (CIA) e altri loschi organismi statunitensi, attraverso le piattaforme Internet e dei social media, raccolgono informazioni su qualunque vivente su questo pianeta. Dicono di farlo legalmente, sulla base del Titolo VII del Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA), in particolare la sua Sezione 702.

L’amministrazione Biden ha organizzato una campagna di “sollecitazione” verso i membri delle due fazioni in cui si divide apparentemente il Congresso, allo scopo di rinnovare le disposizioni della legge, in scadenza a fine anno, che legalizzano lo spionaggio senza mandato di persone e organizzazioni in tutto il mondo, ovviamente per asseriti interessi di “sicurezza nazionale”. Come ciò avvenga ad ampio raggio e a “strascico” è stato rivelato in dettaglio per la prima volta da Edward Snowden nel 2013.

Ecco uno dei tanti motivi per cui chi parla di “sovranità” mi fa tenerezza.

Dicono i pretoriani di Washington che i cittadini statunitensi non devono preoccuparsi della sorveglianza illegale perché “la Sezione 702 può essere utilizzata solo per prendere di mira singole persone non statunitensi situate al di fuori degli Stati Uniti, non può essere diretta contro gli americani in patria o all’estero, o qualsiasi persona, indipendentemente dalla nazionalità, notoriamente localizzati negli Stati Uniti”.

Pensa se può essere vera una cosa del genere. Basta leggere la biografia di Avril Haines per farsi un’idea del livello di illegalità e criminalità sistematica in cui sguazzano i funzionari dello spionaggio statunitense (la stampa italiana, ampiamente infiltrata da specialisti dell’intossicazione pubblica al servizio degli americani, la presenta come un’eroina). E, ad ogni modo, quello che dicono di non fare per i cittadini statunitensi s’arrogano di poterlo fare per chiunque altro all’estero.

I funzionari dell’amministrazione forniscono una descrizione sommaria delle procedure della legge FISA, compreso il funzionamento della Corte di sorveglianza sull’intelligence straniera (FISC) e la sua annuale “revisione completa del programma”. La FISC non nega quasi mai una richiesta di sorveglianza – dopo quasi 40 anni dalla sua esistenza, il tribunale non ha approvato 85 delle 41.222 richieste inoltrate (il 99,98%) – rendendo di fatto l’autorizzazione un timbro di gomma per le agenzie di spionaggio.

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