giovedì 24 febbraio 2022

Il paradosso delle sanzioni alla Russia

 

Supponiamo che la Cuba di Fidel Castro fosse il maggior fornitore di zucchero degli Stati Uniti, e che, dopo la crisi dei missili del 1962, Washington decidesse di continuare a rifornirsi di zucchero cubano sottoscrivendo contratti con L’Avana. Si sarebbe trattato di un paradosso molto curioso, per usare un eufemismo.

Ed è esattamente quello che succederà con le minacciate sanzioni da parte dei paesi dell’Unione Europea verso la Russia. Durissime sanzioni promesse e tuttavia si continuerà a importare miliardi di metri cubi di gas russo. Non solo, è probabile che la stessa Ucraina continuerà a usare il gas russo.

Insomma queste sanzioni europee sembrano far parte di un bluff, di una commedia. L’ipocrisia e la pavidità dimostrata in questi sette anni, quando la UE avrebbe potuto attuare una progressiva integrazione dell’Ucraina nell’Unione, senza che diventasse l’avamposto di nessuno, in rapporti stretti di tipo economico anche con la Russia e garantendo la propria neutralità.

È sempre più evidente che a livello di leadership nazionale ed europea scontiamo un preoccupante deficit culturale e di proposte, di “visione” direbbe qualcuno, e di elemento strategico d’insieme soggiungo a mia volta. Oggi la mediocrità a tutto campo prevale sulla competenza, cosa rilevata non strumentalmente anche dal ministro degli esteri Sergej ViktoroviLavrov, che lamenta la scarsa professionalità dei suoi interlocutori occidentali, tanto che sono riusciti a trasformare fin da subito un negoziato in una crisi (studiassero le Relazioni degli ambasciatori veneziani al Senato per capire che cosa significa “negoziare”).

Sicuramente chi ha meno da perdere per quanto sta succedendo sono gli Stati Uniti, dove la borsa di New York ha vissuto una giornata tranquilla, nel senso che il Dow ha continuato la sua lenta discesa in conseguenza delle decisioni della Fed in tema di tasso di sconto, e il Nasdaq ha addirittura guadagnato più di un punto.

La Russia di Putin farà buoni affari in futuro, vendendo le sue armi, i mezzi elettronici e gli equipaggiamenti sperimentati in Ucraina con successo. Nel prezzo sarà compreso anche un po’ di sangue dei malcapitati.

Che il mondo sia più interessante di tutto ciò che viene spacciato in tv e sui giornali è fuori di dubbio.

2 commenti:

  1. Non è soltanto il gas naturale, ci sono anche i fertilizzanti azotati, titanio, palladio, platino e altri metalli poco comuni indispensabili per alta tecnologia. Di converso tante esportazioni di beni finiti. Prima si globalizza, si esportano le produzioni "ecologicamente problematiche" e poi si strilla come aquile spennacchiate. Quanto all'Ucraina nella UE ho alcune serie perplessità, salvo che possa essere parte di un percorso per tirare dentro la Russia a lungo termine. Ma gli USA non permetterebbero mai tale affronto.
    Morvan.

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    1. progressiva integrazione, in cambio di neutralità, perché no? oggi le cose sono cambiate.

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