martedì 1 febbraio 2022

Il bue che dice cornuto all'asino

 

Posso ben comprendere che Putin non risulti simpatico, tutt’altro. Ma non si può negare che è un leitmotiv di Washington che chi si oppone ai disegni imperiali americani è accusato, spesso senza prove, di ogni nefandezza.

Saddam Hussein, per esempio, era sicuramente un dittatore e aveva commesso dei crimini, tuttavia le famigerate armi di distruzione di massa non sono mai state trovate. Il Segretario di Stato Colin Powell, all’ONU, ha agitato un involucro con una sostanza non identificata mostrata come la cosiddetta prova della presenza di armi di distruzione di massa in Iraq. Gli Stati Uniti hanno invaso l’Iraq, un paese che dista decine di migliaia di chilometri dal continente americano, distruggendolo e compromettendo il suo sviluppo per generazioni. Anche questo è un crimine, ma nessuno potrà giudicare i responsabili. Gli Stati Uniti sono sinonimo di democrazia e libertà.

L’amministrazione degli Stati Uniti sta aspettando che ai confini tra l’Ucraina e la Russia accada qualcosa, vogliono trasformare le loro minacciose parole in realtà. Nonostante non sia stata avanzata alcuna minaccia di un’invasione pianificata in Ucraina da nessun politico o personaggio pubblico russo in tutto questo periodo. Anzi, è stato detto il contrario.

I movimenti delle truppe russe “rappresentano una minaccia alla pace internazionale”, questa l’accusa rivolta alla Russia. Il confine tra l’Ucraina nella Russia è lungo 1500 km, 100.000 uomini sono una frazione trascurabile delle forze armate russe. L’Italia, per esempio, per quasi mezzo secolo ha tenuto il 90% delle forze operative del suo esercito schierate nel nordest e decine di migliaia di soldati a ridosso dei confini con la Jugoslavia, sebbene questa non aderisse al Patto di Varsavia e mantenesse una reale indipendenza dall’Urss.

Peraltro per invadere un paese che ha una superficie esattamente doppia rispetto all’Italia, sono necessarie capacità militari diverse da quelle attualmente dispiegate ai confini con l’Ucraina, che il 25 gennaio ha ricevuto il terzo lotto di armi dagli Stati Uniti, compresi i sistemi missilistici anticarro FGM-148 Javelin. Le foto pubblicate dalla stampa compiacente, che ritraggono miliziani ucraini che si esercitano con fucili di legno, sono in tal senso emblematiche della manipolazione mediatica alla quale soggiaciamo in Occidente.

L’accusa di progettare l’invasione dell’Ucraina, rivolta alla Russia, è perfino ridicola se si pensa alle operazioni militari americane in tutto il mondo. Gli Usa detengono il record di presenza di truppe fuori dal loro territorio. Le truppe americane, i consiglieri e le armi, comprese quelle nucleari, sono spesso dispiegate per migliaia di chilometri, senza dire che con le loro “armi intelligenti” hanno ucciso centinaia di migliaia di civili nei luoghi in cui avrebbero dovuto portare la pace.

È abituale da parte degli Stati Uniti l’uso della forza contro altri paesi senza l’autorizzazione del Consiglio di sicurezza. È sufficiente una ricerca su Internet per verificare che ci sono 750 basi statunitensi in più di 80 paesi del mondo, con un numero complessivo di 175.000 unità dispiegate all’estero. Chi e cosa dà il diritto agli Stati Uniti di comportarsi con tale arroganza e spregio del diritto internazionale?

Nessun paese ha il diritto di rovesciare il governo di un altro paese, ridisegnare i confini internazionali, minacciare e lanciare attacchi armati. Gli Stati Uniti da quasi duecento anni possono vantare diversi primati in questo senso.

3 commenti:

  1. Nel mondo unipolare l'unica potenza imperiale rischia sempre di trascendere nell'imperialismo, vale a dire nella tentazione di imbarcarsi in inutili avventure (tipo l'invasione dell'Afghanistan). Comunque, come le ho scritto qualche giorno fa, è molto improbabile che la questione ucraina trascenda in un conflitto: il Cremlino ha una tradizione secolare di comportamento razionale e prevedibile nelle relazioni internazionali e gli USA non hanno nessun vantaggio nel favorire l'avvicinamento della Russia alla Cina.
    (Peppe)

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    1. a volte basta una scintilla per dar fuoco alla prateria, un fatto casuale, un errore umano, una follia, una semplice leggerezza

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    2. soprattutto quando si hanno problemi interni:
      https://officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/problemi-interni-inventa-un-nemico-da-il-manifesto/

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