sabato 23 ottobre 2021

Ragioni e torti di Giulia Blasi


Scrivevo, quale risposta a un commento nel post precedente, di come l’analisi fenomenologica, tipica dell’approccio borghese, consideri il fenomeno per quanto si mostra nella sua manifestazione esteriore e ne deduce che la forma del manifestarsi di una cosa coincida con il nesso causale che le sta a fondamento. Un esempio mi è suggerito da un articolo di Giulia Blasi, a proposito della querelle nata pretestuosamente da una frase estrapolata da un’intervista del professor Alessandro Barbero.

Dice la scrittrice, conduttrice radiofonica e giornalista: «I “cambiamenti di costume” avvenuti in particolare dal Dopoguerra in poi non sono avvenuti da soli, ma a seguito della spinta e dell’incessante azione delle donne per conquistare diritti e spazio in società. Una lotta costante e faticosa condotta con ben più che “aggressività e spavalderia”, e che ha avuto costi enormi per le donne che vi sono state coinvolte».

Osservo che c’è stata da parte delle donne “lotta costante e faticosa”, ma di una minoranza più emancipata e spesso politicizzata. Emancipazione in certa misura già ottenuta per le donne che se lo potevano permettere (questione sfiorata e sottintesa da Blasi quando cita Meloni e Le Pen). Invero la “spinta” fondamentale è avvenuta quando il mercato del lavoro s’è aperto al genere femminile, per bisogno di forza-lavoro, perché pagato meno e peggio garantito di quello maschile. Pertanto l’emancipazione è avvenuta a seguito del coinvolgimento massivo delle donne come lavoratrici nei settori dell’industria e dei servizi, ossia quando le donne hanno cominciato a diventare indipendenti dal punto di vista economico.

Prima d’allora, il lavoro domestico della donna scompariva al cospetto del lavoro produttivo dell’uomo: questo era tutto, quello di lei, invece, un’aggiunta insignificante. Tale risultato, il lavoro produttivo e l’emancipazione economica, è divenuto possibile solo con la grande industria moderna, che ha tolto le donne dal focolare e dal retaggio della protezione/sottomissione patriarcale. Il resto l’ha fatto il marketing, vedi alla voce lavatrice, per esempio.

Il nesso causale fondamentale va dunque cercato nello sviluppo delle forze produttive e dei corrispondenti rapporti sociali, pur senza togliere importanza e valore alla “lotta costante e faticosa” delle donne per scrollarsi di dosso una condizione millenaria d’inferiorità. Condizione che ha prodotto i suoi effetti psicologici e sociologici, uno stigma sociale che non sarà né breve né facile da superare psichicamente e culturalmente (questione affrontata largamente da Blasi).

Che l’equiparazione della donna all’uomo incontri ancora ostacoli e difficoltà, che differenze strutturali naturali diventino discriminatorie in tema di diritti e opportunità, fino a ieri con pretesti giuridici e oggi con retaggi psichici, ciò avviene perché l’intero sviluppo della civiltà borghese si muove in una contraddizione permanente, che riguarda la forma di famiglia, la struttura e le gerarchie nel lavoro e nella politica. Situazioni che non si superano solo con quote rosa ed esorcismi di natura educativa e “culturale”.

Il professor Barbero ha ragione d’interrogarsi. Presupponeva che anche al cervello più stupido deve essere evidente che le differenze strutturali sono del tutto naturali e non possono non avere, sotto qualunque cielo, ricadute d’ordine psicologico e comportamentale. Fiducia mal riposta. Dopo la sua presa di posizione sul green pass, ogni parola che dice pubblicamente è estrapolata e messa sotto la lente d’ingrandimento, quindi manipolata e data in pasto ai soliti imbecilli che abboccano. 

4 commenti:

  1. E se quelle differenze non fossero strutturali ma acquisite?Acquisite in maniera così ancestrale e radicale da sembrare strutturali?

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  2. Ha avuto la sfrontatezza di toccare in pochi giorni due argomenti tabù:
    - Ha sottolineato il fatto, evidente a chiunque consideri le celebrazioni degli ultimi 20 anni, della strumentalizzazione politica di tutto ciò che gira attorno alle vicende legate alle "foibe".
    - Ha espresso la sua opinione sulla forzatura di imporre il lasciapassare agli studenti universitari.

    Da quel momento in avanti ogni sua affermazione, a tempo indeterminato, sarà passata sotto gli effetti distorcenti di una stampa che sarà verso di lui malevola.

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    1. ora si guarderà bene dal ripetersi, e non sarà per mancanza di coraggio, ma di tutela della propria ... salute!

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