Abbiamo bisogno di giovani che vogliono essere miliardari. Ah no, non è così lo slogan, scusate. Abbiamo bisogno di giovani che vogliono lavorare per i miliardari. L’ideologia borghese è specializzata nell’assegnare splendidi fini all’attività economica. Fu quell’ubriacone di Treviri a sostenere che il capitale tende a portare tutti gli uomini e tutte le forze disponibili sotto il suo dominio di sfruttamento. Non è vero, dai, c’è un sacco di gente che non fa un cazzo, per non dire dei giovani pensionati a 950 euro al mese dopo l’ottava riforma della previdenza in 25 anni.
Non si trova più forza-lavoro, specie quella specializzata. Una piaga generalizzata. Sarebbe necessario controllare i conti correnti delle persone che percepiscono il reddito di cittadinanza. Già lo fanno? Bene, scovate i parassiti. È risaputo, i poveracci camuffano i loro miliardi, mentre i conti correnti dei veri miliardari sono alla luce del sole dei paradisi fiscali. Poi, si sa, la morte azzera i portafogli patrimoniali per tutti, e ne trasferisce il contenuto agli eredi. Si chiama ”meritocrazia”, letteralmente potere del merito. Mi appassiona la saga per l’eredità Agnelli. Ma quanto hanno sfruttato, rubato ed evaso per generazioni, in campo e fuori dallo stadio? Ho intenzione di scrivere un post su un esemplare di quella famiglia, su come e cosa farebbe senza il gratin d’oro che lo ricopre.
Pensate che ormai ci sono così tanti miliardari nel mondo che si trovano di fronte a un problema serio: non hanno abbastanza piloti per i loro jet privati. La spiegazione è semplice, come sempre in economia: i piloti sono molto meglio pagati dalle compagnie aeree convenzionali, e per di più, conoscono in anticipo i loro giorni lavorativi e orari, a differenza di quelli dei miliardari, che si svegliano nel cuore della notte per fare un salto a Dubai. È il mercato, bellezza.
A proposito di miliardari. Manager Magazin è una rivista economica mensile tedesca su affari, finanza e management con sede ad Amburgo, in Germania. All’inizio di ottobre ha pubblicato l’elenco annuale dei 500 tedeschi più ricchi. L’editoriale che accompagna la lista di quest’anno afferma: “Mai prima d’ora l’aumento medio assoluto della ricchezza è stato così elevato come ora. La Germania non ha mai avuto così tanti miliardari, attualmente sono 213».
Infatti, Manager Magazin ha stimato che il loro numero da 69 nel 2001, quest’anno è salito a 213. Quasi la metà delle 500 persone più ricche del paese possiede più di un miliardo di euro. Il patrimonio dei soli dieci tedeschi più ricchi è aumentato quest’anno di quasi 80 miliardi di euro. Miliardi!
Anche loro, come tutti, non potendo muoversi da casa durante il confinamento pandemico hanno risparmiato un bel gruzzoletto. Il patrimonio totale dei 100 tedeschi più ricchi inclusi nell’elenco è aumentato da 606 miliardi di euro nel 2020 a una stima di 722 miliardi previsti nel 2021, un aumento di oltre il 16%.
La pandemia è stata un’opportunità per ridistribuire ulteriormente la ricchezza a piene mani dal basso verso l’alto. Grazie agli alti corsi azionari e all’aumento dei valori immobiliari, la ricchezza dei proprietari immobiliari, finanzieri e degli industriali è schizzata in alto.
Nel solo 2020, con l’inizio della pandemia, il patrimonio di tutti i miliardari del mondo è aumentato di due terzi. Nei primi dodici mesi, il loro patrimonio è passato da 8.000 miliardi di dollari agli attuali 13.000 miliardi, secondo l’elenco di Forbes. È stato l’aumento più alto mai registrato. Tutta gente che non teme l’aumento delle bollette e dei prezzi del supermercato.
I fratelli Susanne Klatten e Stefan Quandt sono di nuovo al primo posto nella lista dei ricchi tedeschi. La fortuna originaria della famiglia può essere fatta risalire allo sfruttamento del lavoro forzato nel Terzo Reich. Possiedono il 47% delle azioni di BMW e hanno ovviamente anche partecipazioni in altre società. Il loro patrimonio è aumentato di 9,2 miliardi, ossia a 34,2 miliardi di euro.
Dieter Schwarz è al secondo posto. La fortuna (si chiama così?) del proprietario di Lidl e Kaufland, è aumentata di 3,5 miliardi a 33,5 miliardi di euro. Il suo impero del discount Lidl/Kaufland ha registrato vendite per 122 miliardi di euro, con buoni profitti munti dal lavoro di 500.000 dipendenti in tutto il mondo.
Al terzo posto Klaus-Michael Kühne. Il suo patrimonio è aumentato da 19,7 a 33 miliardi di euro. I prezzi delle azioni della società di logistica Kühne & Nagel, di cui detiene una quota del 53,3 percento, e della compagnia di spedizioni di container di Amburgo Hapag-Lloyd, di cui possiede una quota del 30 percento, sono saliti a tal punto che il valore contabile di Kühne’s è più che raddoppiato.
Al quarto posto c’è la famiglia Reimann, le cui attività comprendono bevande, cosmetici e cliniche veterinarie. I loro asset sono gli unici nella top ten a essere scesi di 2,5 miliardi di euro, a 29,5. Quest’anno, a natale, niente regali e vacanze spartane in Svizzera.
Il quinto posto va alla famiglia Merck, la nota multinazionale farmaceutico-chimica. Il suo patrimonio è aumentato di 7 miliardi di euro, ossia a 28,5. Al sesto posto, new entry tra i dieci tedeschi più ricchi, sono i fratelli Thomas e Andreas Strüngmann, vale a dire i maggiori finanziatori del produttore di vaccini Biontech, oltre ad avere partecipazioni in altre società. La loro fortuna è esplosa, salendo da 18,5 a 24 miliardi di euro (nel 2005 era di 7 miliardi).
E i ricchi e ricchissimi italiani? Quando si tratta di renderne conto, la stampa italiana, di loro proprietà, è avara d’inchiostro. A meno non si tratti di fare un dispetto a un rivale.
Attendo impaziente il post su quell'"esemplare"!
RispondiElimina😉
Loro si che ne sono usciti migliori!
RispondiElimina