Il denaro non ha odore, ma spesso ha un colore, quello del sangue.
Il 3 ottobre, l’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), in coordinamento con 600 giornalisti di 117 paesi, ha iniziato a pubblicare i Pandora Papers, una serie di articoli basati su 11,9 milioni di file di servizi finanziari per un totale di quasi tre terabyte di dati, relativi a 14 società (ma ne esistono molte di più) che forniscono servizi di evasione fiscale e riciclaggio di denaro.
L’ICIJ afferma di aver scoperto i segreti finanziari di 35 leader mondiali, in carica ed ex, più di 330 politici e funzionari pubblici di 91 paesi e territori e una schiera di ricercati, truffatori e assassini. In questo elenco sono inclusi 130 miliardari di Forbes, oltre a celebrità varie, dagli atleti ai cosiddetti “reali”. 100 miliardari identificati nei Pandora Papers possiedono un patrimonio complessivo di oltre 600 miliardi di dollari.
L’ICIJ ha identificato 956 società specializzate in paradisi fiscali offshore con legami con 336 politici e funzionari pubblici di alto livello (principi, re, primi ministri e presidenti di tutto il mondo), e che “più di due terzi” delle società identificate sono “costituite nelle Isole Vergini britanniche” (Caraibi).
Le “scoperte” di file relativi a queste attività finanziarie non sono una novità: nel 2016 l’ICIJ aveva pubblicato i Panama Papers e nel 2017 i Paradise Papers. I Panama Papers si occupavano principalmente del fornitore di servizi aziendali panamense Mossack Fonseca, invece i Pandora Papers comprendono i documenti di 14 società di servizi finanziari operanti in tutto il mondo, tra cui Svizzera, Belize e Regno Unito, nonché il ruolo chiave in questa rete globale di Stati statunitensi come il South Dakota, la Florida, il Nevada e il Delaware.
Come le precedenti rivelazioni dell’ICIJ, c’è un sorprendente divario di dettagli finanziari. Dei 336 politici identificati, nessuno proviene dagli Stati Uniti, mentre sono stati identificati 19 politici russi e 38 politici ucraini. La curiosa mancanza di attenzione sui cittadini e politici statunitensi è ancora più strana considerando che l’ICIJ ha trovato oltre un miliardo di dollari detenuti in quel tipo di società con sede negli Stati Uniti.
L’ICIJ ha collaborato nella realizzazione del rapporto con l’Organized Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP). Secondo l’ICIJ, più di 75 giornalisti della rete di OCCRP hanno lavorato sui dati. L’OCCRP è sostenuto da sovvenzioni dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale, dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, da Google Ideas e della Open Society Foundations di George Soros.
Opera meritoria quella dell’ICIJ che informa sulla corruzione ed evasione fiscale dei satrapi dell’Est europa e dell’America Latina. Però su questi temi sarebbe auspicabile dedicasse più attenzione alla multinazionali, le quali vanno sempre ... in paradiso.
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