domenica 28 agosto 2016

Tutta colpa del latino


Oggi Eugenio Scalfari, un tempo assetato di “stabilità”, prende atto che questo mondo è fatto di tribolazioni e rari momenti di felicità, vi domina il caos e il caso regna sovrano. La morte è l’unica verità alla quale ci si deve rassegnare. A lungo parla di Leopardi, il nichilista, fino a citarne alcuni brani di uno dei suo canti più belli. E Francesco, quello d’Assisi, non poteva mancare al suo appello disperato. Per calmare le sue ansie, Scalfari avrebbe bisogno di una nuova interpretazione universale e anche provvidenziale, di modo che la speranza, “quella [che] ti aiuta a campar la vita”, non duri “poco più d’un respiro”. La fine è fatale e ormai vicina. Sul letto di morte, e forse ancor prima, il vegliardo, pur cacando tutti i suoi dubbi, a suo modo si convertirà: perché non si sa mai, e perché non gli resta altro.

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Finalmente, dopo i funerali, la spettacolarizzazione della tragedia, che in questi giorni ha raggiunto vette comiche e vergognose, andrà scemando, fino a scomparire dalla cronaca e dai suoi abusi. Nei prossimi giorni – quando la politica e il suo spettacolo rientreranno nei ranghi dopo le interminabili ferie – della tragedia, delle sue devastazioni e dei suoi morti non resterà nulla sui media, comprese le polemiche, solite, su ciò che si doveva fare e non è stato fatto, su ciò che si dovrà realizzare e non sarà attuato. Se ne riparlerà alla prossima.

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Penso che una delle cause principali delle nostre disgrazie – di come si prevengono e affrontano quelle naturali, così come s’approcciano i problemi in generale – sia dovuta al latino. Per come si studi poco e male. Sia chiaro, da parte mia riesco a malapena a tradurre le brevi epigrafi sulle lapidi, e però bisognerebbe dar retta al consiglio che un personaggio in lingua veneta dava a suo figlio: studia il latino se vuoi riuscire nel commercio. È vero che il latino serve per meglio imbrogliare (c'è chi si fa bastare poche locuzioni in inglese, s'è per questo), ma anche ad imparare a non essere imbrogliati, quindi a non dire troppe fesserie e soprattutto a non berle.

3 commenti:

  1. Un'altra delle cause delle nostre disgrazie è che la gente, incluse le vittime (superstiti) delle disgrazie, piange, borbotta, si accontenta della stretta di mano del politico e dell'omelia del vescovo e poi si rimette quieta a 90 gradi, pronta per la successiva inchiappettata. Non ho dubbi che molti terremotati continueranno a votare, e molti tra loro per il partito del Presidente del Consiglio.

    Il che dimostra quanta ragione abbia Olympe a scrivere che se le cose in Italia vanno nel modo in cui vanno è perché c'è troppa gente che o ne beneficia, o se le fa andare bene così. Troppi. Che facessero bene i futuristi a parlare di igiene del mondo?

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  2. Impeccabile, come sempre, già, tra un po' si tornerà a parlare del referendum, oggi è sceso in campo Marpionne, si sa mai.....ah il vegliardo vede lo scintillio della falce vicino al suo letto, sì, credo anch'io che un cagasotto di cotal guisa vorrà l'estrema unzione e si con-vertirà, non lo fece già dopo Salò, passando sull'altra sponda? Magari avrà pure la benedizione dell'uomo in white, o albus, tanto per essere in tema, comunque il latino è una lingua bellissima, purtroppo a scuola o si ama o si odia, per sempre, anche dopo decenni.
    Caifa.

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  3. "si muore come s'è vissuto" dice un proverbio ed evidentemente il pur scettico Barbapapà si prepara a "intortare" anche il buon dio ... fosse mai che mai ci fosse ? :-)

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    molti terremotati continueranno a votare
    Daltronde ( pare) la metà di essi si erano " ristrutturati" casa fuori da ogni regola edilizia.. E questo tanto per ricordare che "elettori" e " politici " sono spesso " culo&camicia" .... soprattutto in "democrazia" :-)

    Un il Barbapapa' veri"

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