Dichiarava
ieri in un’intervista al suo giornale il padrone Carlo De Benedetti che siamo
«alla vigilia di una nuova grave crisi stile 2008 o peggio».
Altro
che stagnazione. Crisi storica-generale del modo di produzione capitalistico,
crisi della forma valore proprio nel momento in cui tale forma trionfa in ogni
poro della società. Sembrerà un paradosso solo alle mentalità a-dialettiche.
Ogni
aspetto della realtà si presenta in modo contraddittorio. Spetta a noi
comprenderne il movimento, conoscere le sue leggi e adoperarle nel modo più
opportuno. Questa semplice nozione è spesso trascurata per assecondare particolari
interessi di classe che prendono forma di motivazioni ideologiche.
Infatti,
se pure siamo arrivati a scoprire la legge economica del movimento della società
moderna – grazie a Marx –, gli organismi politici ed economici della nostra
società agiscono, non solo ignorando tale dinamica, ma in senso ad essa contrario.
Prendiamo
un esempio concreto di questo modo d’agire. La produttività del lavoro è
aumentata enormemente, specie nell’ultimo mezzo secolo. E tuttavia la giornata
lavorativa normale non ha mutato la sua durata. Ciò non può non avere – di là
di altri effetti – conseguenze sul piano dell’occupazione. E tuttavia i governi
si propongono di ridurre la disoccupazione mantenendo inalterata la giornata
lavorativa attuale.
Sul
piano della razionalità dell’impiego delle risorse umane ciò è assurdo, e
tuttavia si adduce la necessità di essere ancora più produttivi e di far fronte
alla concorrenza. Il che non fa una piega dal punto di vista degli interessi
del singolo capitalista, il cui scopo precipuo non è quello di produrre beni e
servizi, bensì quello di valorizzare il proprio capitale sfruttando il lavoro
dell’operaio.
Sul
piano dell’insieme sociale, invece, tale posizione non si discosta da quella
che in antico giustificava l’istituto della schiavitù ponendo l’individuo, inteso
come vettore neutro, in relazione meramente strumentale con le necessità dei
suoi padroni.
Ed
è perciò del tutto chiaro l’intento dei padroni e dei loro ideologi di ogni
risma di comporre un quadro della società dove stiamo tutti nella stessa barca
diretti verso l’isola del tesoro. Ma c’è chi rema e chi prende il sole.
L'ultimo capoverso mi permetto di dedicarlo al patetico direttore del Sole 24 ore che, con il suo editoriale di ieri, ha raggiunto le elevatissime vette della miseria intellettuale nostrana.
RispondiEliminaCaro Luca, ora mi diventa quasi un obbligo leggere quanto ha scritto ieri quel miserabile e che avevo con cura evitato. E non voglio dargli del miserabile come offesa ma come titolo che gli spetta x come riesce a glissare le vere questioni ....
EliminaMa proprio lui dice queste cose, lui che ha ancora la pistola fumante in mano, faccia di palta come tutti i soci del suo esclusivo club.....a proposito fra un po' si riunisce per decidere di cancellarci definitivamente, chi sta ai remi verrà affogato dopo l'approdo sulle isole felici di lorsignori. P.S. Non legga il S24h, ne va della sua salute, proprio adesso che non fuma più.
RispondiEliminaCaifa.
"Internazionale.. ma dove ? ma quando..? sic!"
RispondiEliminaCara Olympe,
ti "segnalo" un nuovo brillante opinionista : Evgeny Morozov sociologo esperto in tecnologia ed informazione che ci informa " bontà sua" che la rivoluzione tecnologica non fa paura ai potenti : ..poiché invece di creare un nuovo capitalismo le aziende tecnologiche stanno rendendo il vecchio sistema più resistente, dinamico e, paradosso estremo, più difficile da soppiantare."
Sempre per bontà sua ci informa al termine che nel migliore dei casi gli imprenditori del settore tecnologico sono individui "cinici" che fanno soldi indipendentemente dal mondo in cui in resto di noi vive e lavora, e che questo mondo sia gestito dalla JP Morgna e dalla Goldman Sachs o da banche coperative locali non fa alcuna differenza purché usino le loro infrastrutture. Nel peggiore dei casi, questi imprenditori sono solo utili idioti convinti dalla loro stessa nobile retorica, che credono di poter sovvertire le strutture di potere per liberare gli individui. Magari dormono bene la notte, ma alle strutture di potere non importa niente."
tratto da Internazionale Luglio 2016
Non v'è che dire , brillante analisi ,salvo alcuni "piccoli" errori ,come al solito.
Tanto più che da altra parte ,questa Internazionale del terrore mediatico, ci informa che in fondo delle nuovissime "intelligenze" artificiali ci gioveremo tutti ,lavoratori compresi, confutando (tramite ardito parallelo storico) quello che J.S.Mill scriveva sul "macchinismo" di fine 800.
Peccato che entrambi , non si preoccupino di confutare, il fumatore di sigari di Treviri, se mai lo avessero letto.
Un vero peccato veniale, di questi tempi.
caino
Ps. al mio precedente..
RispondiEliminaIntanto ci si potrebbe trovare tutti a Sarzana al Festival della Mente, per esempio, sentire cosa avrà mai da dirci Odifreddi con il suo : Diamo spazio alla stupidità..
Di questi tempi abbonda.
caino
i post "economici" qui sono sempre di una chiarezza esemplare
RispondiEliminaws