Il
ministro del lavoro Giuliano Poletti, già vicepresidente vicario della
Federazione italiana pallamano, ha convocato i sindacati in ordine alle
modificazioni da apportare alla legislazione sulle pensioni. Provvedimenti
dovuti ed importanti ha affermato il ministro nelle dichiarazioni e comunicati
che per settimane hanno anticipato lo storico incontro, solleticando le
aspettative di milioni di pensionati e pensionandi. Il “confronto” si è svolto venerdì 29 luglio presso il suo
dicastero, alle 12, l’ora dell’aperitivo.
Dopo
l’incontro s’è saputo solo che non sono state fatte cifre, per la semplice
ragione che spetta al ministro dell’economia Pietro Padoàn (quello che non
vuole si pronunci il suo cognome con la vocale atona finale perché si vergogna
delle origini venete dalla sua famiglia) dare i numeri. Sarà lui a decidere, non il perito
agrario imolese. Il tutto è stato rinviato, nella migliore tradizione, a
settembre.
I
sindacati, da parte loro, si sono dichiarati soddisfatti. La segretaria della
CGIL, Susanna Camusso, veleggerà come ogni anno sulla barca di “amici”, in
attesa che Poletti riconvochi le “parti sociali”, magari per l’orario di cena.
Salvo
rimasticature di cose congetturate nei giorni precedenti all’incontro, tra
venerdì e domenica non si sono avute altre notizie sul tema. Sennonché ieri
sera l’Ansa batte una notizia, proveniente da “diverse fonti”, dunque da fonte governativa, secondo cui
“è più probabile che le misure vengano realizzate in due tempi”. Il grosso del
pacchetto verrà rinviato (come già per gli anni precedenti) alla “prossima
primavera”, per le solite ragioni di Bilancio (trattasi di pensionati non di sistemi d'arma). Tra gli interventi che non troveranno spazio quest’anno ci sarà “l'ampliamento
della quattordicesima per chi ha una pensione bassa, l'aumento della no tax
area e la flessibilità per lavori usuranti e per i lavoratori precoci”. Carta vince, carta perde.
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