sabato 21 dicembre 2013

Se questa è la sinistra ...


« […] era chiaro che il denaro e il potere stavano finendo nelle mani di gente al cui confronto il capo di un villaggio sovietico sarebbe parso una miniera di buonsenso e di cultura».
(Francis Scott Fitzgerald, Good Luck & Goodbye).

*

A vederli, quelli di Casa Pound, ti accorgi che sostanzialmente sono gli stessi fascisti di quarant’anni fa. Culturalmente sono sottoterra, hanno la stessa concezione della realtà economica capitalistica che aveva il poeta da cui trae nome la loro organizzazione, un mentecatto che dai microfoni dell’Eiar faceva discorsi deliranti contro le potenze demo plutocratiche e i perfidi ebrei nel momento stesso in cui l’Europa intera era sotto il dominio feroce dalla svastica.

E la sinistra? Non esiste, s’è detto già in tempi lontani e con molta ragione. Del resto se è quella rappresentata, nella migliore delle ipotesi, da soggetti come Alessandro Gilioli, stiamo freschi. Scrive nel suo blog: “insegnano Malthus, Keynes e Stiglitz  che quando la ricchezza si concentra in poche mani, il denaro si allontana dai consumi produttivi”. Il livello è questo, gli autori di riferimento anche, e non c’è da aspettarsi nulla di meglio.

Quante volte ho scritto in questo blog sulle reali cause della crisi? L’autore di riferimento è uno e uno solo, non potrebbe essere altrimenti, e tuttavia si tira in ballo Malthus, Keynes e Stiglitz per ripetere ovvie banalità !!

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In un post del 31 gennaio2012, commentavo la risposta data dal segretario generale della CGIL a un editoriale di Eugenio Scalfari (lui e Napolitano hanno fatto nel corso della loro esistenza più danni all’Italia di quanti ne abbia potuti provocare Berlusconi).


Scrive il segretario generale CGIL, signora Susanna Camusso, a Eugenio Scalfari in risposta al suo editoriale di domenica:

La Cgil oggi, come Lama ieri, mette al centro occupazione e lavoro, ma mentre allora i salari crescevano, anche se molto erosi dall'inflazione, oggi siamo alla perdita sistematica del loro potere d'acquisto e ciò rappresenta una ragione importante della recessione in atto. La distribuzione del reddito tra profitti e retribuzioni non aveva lo squilibrio di oggi. Tutti, ormai, leggono in questa diseguaglianza la ragione profonda della crisi che attraversiamo e il motivo per cui le politiche monetariste non ci porteranno fuori dal guado.

Cosa significa? Che diminuendo i salari diminuiscono i consumi interni e quindi si assiste a una minore attività produttiva. Questo è vero, ma non lo è altrettanto come “ragione profonda della crisi che attraversiamo”. Su questo dirò dopo aver letto quest’altra affermazione della Camusso:

La diseguaglianza è dettata dallo spostamento progressivo dei profitti oltre che a reddito dei "capitalisti", a speculazione (o si preferisce investimento?) di natura finanziaria. Così si riducono, oltre che la redistribuzione, anche gli investimenti in innovazione, ricerca, formazione e in prodotti a maggior valore e più qualificati.

E questo è un altro elemento di verità, ma anche in questo caso si tratta di una concausa, non della “ragione profonda della crisi che attraversiamo”. La ragione profonda, se vogliamo esprimerci così, è la crisi che investe il processo di accumulazione capitalistico, laddove i capitali, piccoli e grandi, per sottrarsi alla morsa della caduta dei profitti e della perdita di quote di mercato a causa degli accordi internazionali sul commercio e della concorrenza dei cosiddetti BIRC, sono obbligati: 1) a trasferire la produzione nelle aree di maggior sfruttamento della forza-lavoro; 2) a cercare, lasciando la produzione, la scorciatoia della speculazione finanziaria, fenomeno non nuovo ma diventato esorbitante.

Scrive ancora la Camusso: Senza investimenti, si è scelto di produrre precarietà, traducendo l'idea di flessibilità invece che nella ricerca di maggior qualità del lavoro, di accrescimento professionale dei lavoratori, in quella precarietà che ha trasferito su lavoratori e lavoratrici le conseguenze alla via bassa dello sviluppo. In sintesi: lo spostamento sui lavoratori dei rischi del fare impresa.

Qui le ragioni diventano politiche, ma in realtà seguono scelte economiche. Si approfitta della crisi, del debito, della situazione di smarrimento e idiozia politica creata ad arte con l’uso dei media, per regolare i conti con la forza-lavoro, marcando la manovra con le parole d’ordine di produttività, flessibilità e competitività. Come se nella realtà europea e italiana fosse possibile tornare indietro di mezzo secolo senza causare gli sconquassi sociali dei quali stiamo vedendo solo i primi effetti.


La Camusso queste cose le conosce bene (“Il coro sull'importanza del rilancio della produttività trascura di cimentarsi con le cause del suo declino in Italia”), o almeno si spera. Ma non può dirle perché mettere in luce le contraddizioni fondamentali del capitalismo è considerato tabù. Almeno al suo livello e ancora per un po’.

11 commenti:

  1. In un tuo post precedente (Caste) hai dato conto degli esorbitanti introiti del sindacato.

    Gli stipendi della Camusso (chissà perchè mi sembra la zia della fornero), degli orridi bonanni e angeletti sembrano protetti meglio del segreto di fatima. Ne hai notizie?

    Quando la sinistra accetta il libero mercato succedono cose strane.
    Ad esempio le finalità storiche delle cooperative vengono piegate alle leggi del profitto.
    Ad esempio le cooperative diventano gigantesche agenzie di caporalato mascherate dal paravento di un passato disconosciuto.
    Ad esempio è difficile pensare che la sinistra si prenda la briga di difendere precari e contratti di lavoro quando i suoi interessi coincidono con quelli di qualsiasi padrone.
    Gli brucia un po' il culo perchè con la crisi il business è sceso. Ed è per questo che non vanno mai alla radice della questione: corrono il rischio di doversi sputare in faccia davanti allo specchio.

    Ma, come dici tu, è possibile che tutto questo sia "ancora per un po' ".

    Un abbraccio, gianni.

    P.s. Conosci Agnes Heller? La stava riguardando e, se la conosci, mi interesserebbe il tuo punto di vista. ( in specifico: "La teoria dei bisogni in Marx" )

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    1. la Heller è roba degli anni settanta, sociologia borghese. lascia perdere

      salutoni

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    2. Grazie. ciao,gianni

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  2. angeletti e bonanni: orridi perchè, ogni volta che si palesano sui media, mi fanno venire in mente gli orchi delle favole

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  3. Cara Olympe io ti devo chiedere una cosa... visto che si parla di sinistra ho avuto la "malaugurata" idea di leggermi il programma del Front National della Le Pen (Programme Politique du Front National, è un PDF di 106 pagine).

    Ora, eliminando tutte le parti "becere" relative agli immigrati e al nazionalismo sfrenato, io ti chiedo: perché leggendo questo documento ho subito pensato <>???

    Ora, non volendo impestare il post, ci tengo comunque a portare alla tua attenzione e a quella dei lettori che ti seguono alcuni passaggi chiave del documento:

    1)
    Per recuperare la sua sovranità finanziaria, la Francia deve cessare di essere dipendente dalle banche internazionali e dai mercati finanziari per il suo finanziamento. In seguito ad una legge del 1973, confermata dai trattati europei in seguito a Maastricht, il nostro paese non ha più la possibilità di rifinanziarsi direttamente a tassi molto bassi tramite la Banca di Francia, come invece succede in numerosi altri paesi del mondo come gli Stati Uniti e il Regno Unito.
    Frutto di una ideologia obsoleta, questo divieto del finanziamento monetario del debito aggiunge il carico di interessi sul debito e METTE LO STATO SOTTO IL DOMINIO DEI SUOI CREDITORI PRIVATI, peraltro ampiamente stranieri"

    2)
    L'imposta sulle società sarà modulata allo scopo di incitare le imprese ad adottare una politica salariale più generosa e distribuire i loro profitti ai salariati.
    Una riserva legale di titoli sarà instaurata. Questa sarà un modo di RICONOSCERE AL PERSONALE UNA PARTE DELLA PROPRIETÀ NELL'IMPRESA, senza diritto di voto, MA PERMETTENDO IL VERSAMENTO DEI DIVIDENDI.
    RISTABILIRE LA SCALA MOBILE DEI SALARI:I SALARI DOVRANNO ESSERE INDICIZZATI ALL'INFLAZIONE, per evitare delle perdite di potere d'acquisto annuali...

    3)
    I servizi pubblici sono un patrimonio di prima importanza ai quali i francesi sono molto legittimamente attaccati.
    UNO DEI PIÙ GRANDI CRIMINI COMMESSI DAI GOVERNANTI DELL'UMP E DEL PS CONSISTE NELL'AVER METODICAMENTE LAVORATO PER SMANTELLARE QUESTO TESORO NAZIONALE, in particolar modo nelle zone rurali.
    I SERVIZI PUBBLICI sono un tassello ESSENZIALE PER L'UGUAGLIANZA DEI CITTADINI.

    4)
    [...] I partiti UMP e PS hanno inferto un duro colpo ai servizi pubblici francesi attraverso due strategie che continuano ancora adesso: sostenere la <<>> e quindi la liberalizzazione dei servizi pubblici a seguito dei trattati europei e delle direttive formulate in base agli stessi trattati.
    SI NOTI CHE I GOVERNI DI SINISTRA HANNO CONTRIBUITO MOLTO A QUESTO MOVIMENTO DI PRIVATIZZAZIONE (JOSPIN HA PRIVATIZZATO AIR FRANCE, FRANCE TELECOM E LE AUTOSTRADE)
    Le conseguenze nefaste tra le altre sono: un aumento ingiustificato delle tariffe. [...]
    Noi proponiamo:
    - INTERRUZIONE DEI PROCESSI DI LIBERALIZZAZIONE
    - LA RIMUNICIPALIZZAZIONE DELL'ACQUA
    - RINEGOZIAZIONE DEI TRATTATI EUROPEI PER METTERE FINE AL DOGMA DELLA CONCORRENZA LIBERA E NON FALSATA

    *************************************

    E cara Olympe potrei continuare all'infinito.

    Ma allora io ti chiedo: come ca**o è possibile che queste cose le dica un partito come il Front National?
    Sarà per questo che danno addosso alla Le Pen in questo modo?
    La Le Pen ha detto "noi non siamo gli amici del CAC 40" che sarebbe l'indice dei 40 titoli azionari francesi più importanti...

    E soprattutto? Dove MINCHIA è la sinistra in europa?

    E soprattutto... perché essendo io di sinistra, se abitassi in Francia sarei ESTREMAMENTE Invogliato a provare a dare il voto ai fascistoni del Front National??? Sono idiota io?

    Ti prego Olympe ci tengo molto alla tua opinione...

    Buone feste

    Stefano

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  4. "La BCE a un objectif de lutte contre l’inflation, mais
    aucun objectif de plein emploi"

    La BCE ha un obbiettivo di lotta contro l'inflazione, ma nessun obbiettivo di PIENO IMPIEGO.


    Questa me l'ero dimenticata....
    Stefano

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    1. se leggi il programma del partito nazionalsocialista degli anni venti e trenta, troverai molte cose sulle quali concordare.
      se leggi cosa scriveva mussolini e i fascisti nel 1919-20, troverai cose sorprendenti.
      i reazionari si sanno comuffare molto bene. la campagna contro la germania, per esempio, giustificata sotto molti punti di vista nostrani, in realtà riguarda più in generale lo scontro tra UE e USA, uno scontro non sempre sotterraneo. perciò in un mio post di qualche mese fa parlando di un noto anti-euro dicevo di stare attenti a questi personaggi ...
      buone feste a te

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  5. Sospettavo... ho avuto conferme. Mi metto subito in cerca di materiale propagandistico d'epoca, è bello studiare la storia così... altro che quella robaccia che facevamo a scuola...

    Grazie tante!


    Stefano

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  6. Il tabù, già. Sembra che solo a pronunciarne il nome di Marx o di Engels, si commetta chi sa quale peccato, ci si metta come "fuorigioco" dal discorso pubblico. Ma tanto più il sistema capitalistico ha vinto sul lato della propaganda e quindi della persuasione, quanto più le leggi marxiane si riaffacciano in tutta la loro inesorabilità. È un po' come se l'umanità ancora si negasse le scoperte di Galileo, Newton, Darwin, Einstein...

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  7. Riguardo alla Le Pen, ma il discorso coinvolge tutto il fascismo-movimento, penso manchi una corretta visione dell'anticapitalismo reazionario. Le premesse, oltremodo illuminanti, sono già nel Manifesto del Partito Comunista, nell'aureo capitolo sul Socialismo Reazionario.
    Come accennavo, classica ed opportuna, diventa la distinzione tra fascismo-movimento e fascismo-regime. Nel primo caso, si ha a che fare con una mobilitazione reazionaria, di ceti medi (e sottoproletariato) in funzione antiproletaria,generalmente ispirata ad una nostalgia di rapporti precapitalistici (e qui sta l'anticapitalismo reazionario), che fornisce la connessione, da un lato, con le ideologie feudali, clericali, precapitalistiche in genere(populismo reazionario); dall’altro, con varie forme di “socialismo piccolo-borghese” interclassista (in particolare proudhoniano).
    Il “marxismo volgare” vede nel fascismo solo un regime(“illiberale”), per di più condizionato da alcuni aspetti superficiali (“totalitarismo” come irrigimentazione delle masse, mitologia specifica), sottovalutando il fascismo movimento (Vandea plebea spesso con programma anticapitalista bensì reazionario) e preoccupandosi del fascismo solo allorché esso abbia la chance concreta ed imminente di “andare al potere” con un “colpo di Stato”. Considera i movimenti fascisti minoritari solo manifestazioni di follia o di protesta mal diretta: non ne vede il ruolo di costante provocazione antiproletaria, né le radici di massa (illusionismo democratico, per cui p.es. partiti parlamentari non potrebbero essere fascisti, ed il consenso della “gente” conferirebbe una sorta di “legittimazione democratica”). Inoltre, si ignora il bonapartismo reazionario,che può essere un’incubatrice del fascismo. La dubbia ingenuità democratica riconosce il fascismo solo quando proclama apertamente la propria vocazione per una società retta da presunte gerarchie naturali, aristocrazia di sangue, Herrenvolk, ecc.: prende per buona l’uguaglianza formale tra il venditore e l’acquirente di forza-lavoro, ossia la schiavitù salariale, quali cittadini-elettori allo stesso titolo (almeno in sistemi elettorali non esplicitamente censitari).

    Mordecaj

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