domenica 15 dicembre 2013

Cani da tenere al guinzaglio


Se la signora Boldrini ha un diamante al dito (o da qualsiasi altra parte) è un De Beers. Viene dalle stesse miniere nelle quali sono sfruttati come schiavi i fratelli neri di Nelson Mandela. Chissà se nel suo viaggetto in occasione delle esequie del Mandela ha potuto dare un’occhiata a Johannesburg. Si sarà allora certamente accorta che l’apartheid effettivamente non esiste più, e i neri finalmente possono ora passeggiare per il centro (downtown), che però non è più quello di una volta, il cuore finanziario e commerciale della città. Il razzismo è stato sostituito dal classismo. Anzi, sono due facce della stessa moneta. Una volta viene croce e un’altra viene testa. E tu, qualunque faccia mostri la moneta, resti sempre un negro. Con una differenza. Mentre prima eri un negro solo per i bianchi, ora sei un negro anche per la ristretta fascia sociale di neri arricchiti. Quanto ai bianchi essi continuano a condurre una vita di tipo coloniale: vivono in case bellissime e a buon mercato per gli standard internazionali, hanno la possibilità di assumere lavoratori locali (meglio se dello Zimbabwe, c’è una gerarchia di preferenza anche per gli schiavi neri) per i servizi in casa e fanno vita sociale tra di loro, abituati alle strette misure di sicurezza, come il filo spinato e le guardie a proteggere le case, e alle cautele necessarie quando si circola, se non si vuole essere rapinati.



Questo dimostra, se mai fosse necessario, che la fine dell’apartheid o l’introduzione di principi democratici e altre cose di questo tipo, sono tutti fatti molto positivi ma che però non alterano la sostanza della condizione sociale delle masse, quindi della loro vita reale. Così come uno schiavo con più denaro resta sempre uno schiavo, come dimostra ovunque la condizione di qualunque proletario, allo stesso modo uno schiavo con più diritti resta sempre tale se per mangiare deve vendersi a un padrone. La questione è, dunque, in radice. Non riguarda solo il colore della pelle o solo i "diritti".

Se Mandela avesse mantenuto fede ai suoi principi originari, al suo funerale non ci sarebbe stato il cordoglio planetario dei boss della Cosa nostra capitalistica. Non Obama, il presidente di quella nazione che usa la propaganda dei diritti umani e della democrazia negli altri paesi ma che imprigiona più neri di qualsiasi altra. Del resto non fu forse la Cia a fornire le informazioni al governo del Sudafrica per imprigionare definitivamente, nel 1962, Mandela? E allora, che ti piangi, stronzo?

Mandela, il Gandhi sudafricano. Sciocchezze. Ma sanno chi era Gandhi? Certo che lo sanno, ed è appunto per questo che ne hanno fatto un’icona. Era un razzista di prim’ordine che si ribellò non al dominio britannico in Sudafrica, del quale rimase sempre un estimatore, ma perché gli indiani in Sudafrica venivano trattati come i Kaffir, ossia i negri come li chiamava Gandhi (*). In questo sito è offerto un florilegio delle sue effettive posizioni sul tema dei neri, degli ebrei, della violenza.

La signora Boldrini, eletta nelle liste di Sel, sarebbe andata ai funerali di Steve Biko o Chris Hani? Certo che no, quelli erano dei violenti, ma soprattutto dei comunisti. Invece servono dei miti positivi, di pacificazione, che mettano in secondo piano o in nessun valore la lotta di classe. Serve gente docile, dei cani da tenere al guinzaglio.


(*) Naturalmente i sostenitori del mito si oppongono che venga divulgata la faccenda (vedi cosa dice al riguardo Wikipedia).


5 commenti:

  1. cara olympe , sono senza parole . di tutto quello che , fino ad oggi , ho letto dei tuoi articoli , questo è quello che mi ha sconvolto di più . ho bisogno di tempo per capire di più . l'unica cosa che mi sconcerta è l'immensa ignoranza nella quale SONO /siamo immersi (per nostra colpa ovviamente ) . grazie sempre e comunque . sei una presenza preziosissima per me.

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