Buon Natale. Il pranzo di
questo giorno di festa è in genere davvero speciale. Si consumerà molta carne,
pollo e maiale in particolare, e anche molto pesce. La produzione industriale
di questi alimenti è molto simile: allevamento intensivo e massiccio impiego
della chimica.
Si pensi al salmone,
fresco o affumicato, il quale è stato definito l’alimento più tossico del mondo. Sarà vero? Non che con i gamberi
si scherzi, nutriti ad ormoni nelle oltre mille piscicolture brasiliane, per
esempio. La definizione tranchant è
stata data in un programma su France 2 che ha riguardato il settore
dell’acquacoltura norvegese del salmone, un settore definito come un mondo
segreto, opaco, laddove l’impiego di pesticidi è massiccio, l’inquinamento dei
fiordi con le feci di milioni di grossi pesci ristretti in spazi limitati, la
presenza di PBC, diossine e altre sostanze tossiche.
Il consumo di salmone, un
tempo alimento pregiato e costoso, fino a trent’anni fa con una quota di
mercato quasi inesistente, è aumentato negli ultimi 20 anni di oltre tre volte,
superiore ai 2 milioni di tonnellate, essendo il suo prezzo calato molto e le
modalità di preparazione per il consumo molto pratiche. In Francia è diventato
il primo prodotto acquatico per commercializzazione. È calata notevolmente anche
la sua qualità. Il 60 per cento del prodotto è norvegese, la seconda voce
economica di Oslo dopo il petrolio. E una buona fetta di questo mercato mondiale
di salmone, trote, halibut, caviale e frutti di mare (tra il 25 e il 30 per
cento) è appannaggio di un’unica società, Marine Harvest, la più importante a
livello mondiale, presente con la produzione in 22 paesi e in 50 paesi con i
suoi prodotti d’allevamento, fatturando quasi 2 miliardi di euro (15.569 corone
norvegesi).
L’olandese Nutreco,
coinvolta a suo tempo nelle vicende societarie della Marine Harvest, è il
maggior produttore mondiale di mangimi per salmone e altri pesci, e uno dei
maggiori leader per l’alimentazione industriale di altri animali.
Marine Harvest Group è il
risultato della fusione tra Pan Fish ASA, Fjord Seafood ASA e Marine Harvest
NV, nel 2006. La Pan Fish Holding aveva già acquisito la Aqua Farm,
raggiungendo così il il 27,4 di un altro colosso del settore, ossia della
Aalesundfish (il cui sito mostra la pesca con canna e amo!). In Italia Marine
Harvest Group commercializza con il marchio Kritsen & Saumons. Tanto per
dire da che parte viaggia il capitalismo mentre noi ci facciamo ipnotizzare
dalle chiacchiere sulla “crescita” di un tizio che è
riuscito a laurearsi in scienze politiche solo a 28 anni, ma a essere nominato segretario del comitato euro del ministero del tesoro a 30, e ministro per le politiche comunitarie a 32, quindi presidente del consiglio a 47!
Per il prossimo anno Marine
Harvest Group ha annunciato la chiusura di uno dei suoi due stabilimenti
produttivi in Scozia, trovando più profittevole trasferirlo in Polonia,
lasciando così a casa 400 lavoratori britannici. All’aristocrazia
politico-economica europea non importa nulla se uno stabilimento chiude, ciò
che interessa è che venga trasferito in una sede europea e produca maggiori
profitti. Nella logica capitalistica, la cosa non fa una piega.
Buon Natale, e
soprattutto buon appetito.
En Suisse Romande il y a une émission qui s'appelle "À bon entendeur":
RispondiEliminac'est-à-dire: chi vo' capì capisca.
Bon appétit.
Buone feste Olympe! Da noi si è festeggiato Chanukkah, ma io preferisco definirmi mono-ateista. Bellissimo post, opportuno, avendo terminato da poco l'affine "Il dilemma dell'onnivoro" di M.Pollan. Lo consiglio.
RispondiEliminaMordecaj
Buone feste e grazie per questo blog, un fiammifero di razionalità e umanità acceso nelle tenebre.
RispondiEliminafino a cinquant'anni fa il pollo razzolava nell'aia , il pesce era solo quello pescato...e la carne si mangiava quando l'animale aveva fatto il suo corso...per me diventare vegetariana è stata una scelta interiore, comunque corroborata dalla consapevolezza di quello che scrivi !! a noi la scelta di decidere come avvelenarci meglio.....ciao mia cara
RispondiEliminaSpiacente, ma mangio solo salmone selvaggio dell'Alaska. Quello d'allevamento, è sparito dalla mia dieta, da anni.
RispondiEliminaSono comunque d'accordo sul contenuto del post.
Cordialità
XXX
Dannazione Olympe, questa non me la dovevi fare, a volte mangiare salmone e tenere la testa sotto la sabbia dà una soddisfazione.......
RispondiEliminaBuone Feste in ritardo, e grazie, quoto Mauro parola per parola. Razionalità e Umanità, due doti sempre più rare!
non ci si salva, si può solo cercare di ridurre i danni
Eliminabuone feste a te e a tutti gli amici del blog