I frutti non cadono mai troppo lontano dal
loro albero. Allo stesso modo i “professori” non si spingono con le loro
critiche oltre il recinto del consentito. Al massimo arrivano a dire che i
capitali sono “liberi di andare e venire dove vogliono”, ossia di sfruttare i vantaggi
degli squilibri globali, in altri termini di alludere al fatto che i trattati internazionali
sul libero commercio hanno lo scopo fondamentale di imporre la divisione
internazionale del lavoro più favorevole ai capitali più forti. Ma già detto
così si rischia di passare per ciò che non si è, perciò meglio essere cauti con le
parole, sia mai scappi la parolina indecente: “imperialismo”.
Dunque? Nulla.
Scoprono che è divenuta insostenibile la
prosecuzione del flusso di capitali che ha alimentato le bolle speculative. E
tacciono sul fatto che lo squilibrio politico, sotto tutti gli aspetti, è
dovuto proprio alla natura stessa e al modo in cui si muove il capitalismo. Non
da oggi, ma da sempre. E invece la “colpa” è dell’euro in sé.
Scoprono, questi professori ipercritici, che
il Pd ha posto un veto a discutere sulla permanenza nell’euro. Il Pd, cos'è?
Dunque? Nulla.
Nulla è detto sull’interdipendenza gerarchica
dei meccanismi economici nello scenario disegnato dalle multinazionali più
forti. E, men che meno, ciò che non è messo assolutamente in discussione sono
le contraddizioni di fondo di questo sistema economico, e l’adesione, anzitutto
ideologica, ad esso come a un sistema del quale non esiste alternativa e semmai
dei correttivi. Il vero tabù è questo, non la discussione sulla crisi
ideologica della sovranità europea e dell’euro che è il piatto forte quotidiano
delle chiacchiere di chiunque.
Quando a dire che mai un popolo avrebbe
accettato di aderire a dei trattati tra Stati diseguali in nome di un principio
di “integrazione” fasullo se non fosse stato circuito, blandito e reso
consenziente da una banda di spudorati, non se ne parla nemmeno, almeno non in
televisione e mai in questi termini. Non ora, non domani, poi vedremo, chissà.
Però cara Olympe una cosa marxiana, si è vero forse un po' troppo in sordina, l'ha detta chiaramente: la creazione del debito (pubblico/privato) nei sistemi capitalistici serve ad "assorbire" il divario tra lavoro pagato e non pagato... non esattamente in questi termini ma l'ha detto.
RispondiEliminaContinuo a pensare che prima di "sparare" su Bagnai la lista di economisti da "prendere di mira" in quanto reali mistificatori e nemici del benessere collettivo, in questo paese e anche fuori, sarebbe veramente moooooooooolto lungo....
Amichevolmente, Stefano
Mi scuso se polarizzo l'attenzione su Bagnai ma non credo che possa veramente essere considerato un "nemico".
RispondiEliminaNella sua analisi, che come deduco hai seguito ieri sera su La 7, Bagnai addita l'euro non come GENERATORE della crisi*** ma come STRUMENTO: spiega (in sordina) che questo euro è uno strumento in mano al capitale venduto alla massa come strumento di integrazione tra i popoli.
Guarda Olympe, già sentire fare la distinzione tra debito pubblico e privato in TV non è poco (a me ha fatto paicere), vista la quantità di cazzate che vengono sparate a ruota libera quando si parla di economia.
Sarà che più di sinistra di lui in questo momento sulla "piazza mediatica" non c'è niente, ma secondo me Bagnai non è malvagio ed è molto più "marxiano" di quello che si potrebbe pensare.
Stefano
**** (problema che come ha lasciato chiaramente sottintendere [si lo so è vero, soltanto tra le righe e non dicendolo chiaramente] è CONNATURATO alla struttura e al funzionamento del sistema capitalistico)
polarizza pure, Stefano. no, non è un nemico bagnai, ci mancherebbe, e sentito così mi pare anche più onesto, molto più onesto di altri. purtroppo non gli è stato dato lo spazio per articolare meglio i propri argomenti, si tratta pur sempre di spettacolo. ciao
EliminaEh si, che è solo spettacolo puoi dirlo forte...
RispondiEliminaPer fortuna quando voglio la qualità io (e gli amici che frequentano questo blog) so bene dove trovarla.
Grazie di tutto
Stefano
non sono molti quelli che la pensano come te. quando ho preso posizione contro le stronzate che dice grillo, per esempio, ho perso di botto 30-40 lettori. altri 10-20 li ho persi perché non sono abbastanza komunista. altri perché non scrivo di berlusconi e di quello che gli va dietro. grazie a te. ciao
Elimina..che dire ...peggio per loro . da affezionata e assidua lettrice del tuo blog devo ammettere che le tue opinioni (o intuizioni) prima o poi mi si sono rivelate come sempre come sensatamente fondate . ciao olympe
Eliminagrazie Lucilla
EliminaVeramente sig. Stefano, a questo punto bisogna precisare che anche Grillo (e sempre a Servizio Pubblico) ha detto una cosa marxiana, e cioè: che tra 15/20 anni, avremo il 20% di lavoratori in meno, a causa della crescente automazione nei vari rami produttivi (con conseguente disoccupazione in più). Quindi, stava parlando della caduta del saggio del profitto di Marx. Non basta, non più, dire qualcosa di sinistra, bisogna essere radicali, è il momento storico che lo richiede. Un saluto al blog.
RispondiElimina