Il Dow Jones Industrial Average ha toccato i 16.000 punti, l'indice azionario
Standard & Poor 500 ha raggiunto 1.800, e il Nasdaq ha ancora una volta
superato 4.000. Il Dax tedesco è in rialzo da nove settimane consecutive,
sfonda la soglia di 9400 punti, l’Ibex spagnolo registra il maggior rialzo
della giornata dopo la promozione di Standard & Poor's, Londra gode di
ottima salute e Parigi non è da meno. E allora la crisi dov’è?
In quel 41,2 per cento di giovani italiani ufficialmente disoccupati, una
percentuale che da sola dovrebbe accompagnarsi con moti di piazza e barricate.
Invece nulla. In Spagna, al riguardo, va anche peggio, per non dire della
Grecia. Ma non si muove foglia, questo è il sistema sociale migliore, basta saper
cogliere le opportunità. E, del resto, passa per pacifico il fatto che
ribellarsi è inutile e tutto ciò che parla anche vagamente di comunismo è
utopia, esperienza sconfitta dalla storia.
Di là dell’Atlantico, negli Usa, 47,7 milioni di persone vivono con i buoni
alimentari (+70 per cento dal 2007), molti bambini soffrono la fame, nel giorno
del ringraziamento si sono viste le file alle mense pubbliche come non si
vedevano dagli anni Trenta. L’aspettativa di vita negli Usa è andata sotto alla
media internazionale (dati Ocse), sotto Corea del Sud, Grecia, Portogallo e
Slovenia. E tuttavia a New York vivono novantasei miliardari che in media
possiedono quattro case, ognuna del valore di quasi 20 milioni di dollari, nonché uno o
due yacht, un jet privato o due, e un piccolo esercito di domestici. La loro
ricchezza combinata è più di tre volte il bilancio annuale della città. Eppure,
di là dal fiume Harlem, si trova il Bronx, il distretto più povero dei cinque
di New York. Lì, la metà di tutti i bambini vive in famiglie che non hanno abbastanza
da mangiare, secondo un rapporto pubblicato questa settimana dal New York City Coalition Against Hunger e
del quale ho accennato nel post di ieri.
Questa è l’altra faccia del paese più ricco e potente del pianeta, l’altra
faccia del capitalismo. I figli della borghesia non marciano più, non si
accampano, hanno altre cose di cui twittare con i loro costosi gioiellini
tecnologici.
Il generale ottundimento, determinato dall'ideologia dominante, più che a una ribellione porta a una contrizione, come se avessimo introiettato la colpa di non esser stati capaci di "entrare" coi nostri meriti (ah, ah) a far parte del gotha del privilegio.
RispondiEliminapuntuale
Elimina«Di là da», Olympe, «di là da»! O al piú «al di là di», ch’è francesismo ormai acclimato, ma non ibridiamo. (Simpaticamente.)
RispondiEliminaDi là dal fiume e tra gli alberi, non è corretto? in ogni caso faccio appello, per ciò che vale come attenuante, al fatto che la lingua italiana non è la mia lingua madre. cordialmente
EliminaCorrettissmo, non però «di là dell’Atlantico», ma son quisquilie. Hai ormai disseminiato tanti di quegl’indizi su di te, Olympe, che prima o poi passo a trovarti.
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