A Varsavia è in corso il 19° vertice Onu sul
clima. A cosa serva non so, di sicuro non potranno arrestare l’emissione delle
sostanze che favoriscono il cosiddetto effetto serra, né gli effetti che ciò
provoca sul cambiamento climatico in corso, ossia quelle modificazioni che
ormai avvertiamo tutti distintamente.
Diecimila morti nelle Filippine a causa di
un tifone (da quelle parti si chiamano così) di violenza straordinaria. Ma poco
c’importa, sempre alle prese, come siamo, con i problemi dell’ominide della
provvidenza.
Secondo lo
IARC (International Agency for Research on Cancer) l’inquinamento
dell’aria ha effetti sicuramente cancerogeni. Respiriamo, quando va bene, 400 parti su un milione di CO2,
che non dev’essere una buona cosa, tanto è vero che la prima causa di
tumore, di gran lunga, è quella al polmone. L’inquinamento atmosferico è la
prima causa ambientale di morte in Europa, dieci volte di più degli incidenti
stradali.
La città di Padova ha l’aria più inquinata
d’Europa, 104 giorni di superamenti dei limiti massimi consentiti nel
2011 e non è andata molto meglio nel 2012, visto che si sono verificati 90
giorni di superamento del limite dell’ozono. Verona, Vicenza e Treviso seguono di poco, la pianura padana è
una camera a gas. Per rendersene conto de
visu, è sufficiente salire a mezza costa su uno dei monti che fanno da
corona: la pianura è sovrastata da una cappa grigia, un cocktail cancerogeno di
polveri sottili e ultrasottili, idrocarburi policiclici
aromatici, ozono, biossido di azoto, cloruro
di vinile, formaldeide, amianto, benzene, eccetera, senza contare, per
altri versi, le radiazioni ionizzanti. Nonostante in queste zone piova
abbondantemente, ormai con fenomeni tropicali, il cielo raramente è del colore
che dovrebbe essere.
La
causa – ci dicono – sono le
emissioni industriali, trasporto stradale, attività agricole, riscaldamento
abitazioni. Manco per il cazzo. Quelle elencate non sono le “cause”, ma i
“modi” nei quali avviene l’inquinamento. Le cause vanno cercate nel modello
economico di produzione e consumo. Ma non voglio ripetermi che poi annoio
soprattutto quelli abituati a trattare le questioni in 140 battute.
Tra i 30 nuclei urbani europei più
inquinati, ben 23 sono italiani. Ma, attenzione, delle prime 24 città con
l’aria più inquinata d’Europa, solo una
non è italiana, Caceres, in Spagna. Infatti, se abitate a Reggio Emilia, Lecco,
Pavia, Parma, Monza, Cremona, Torino, Varese, oppure a Taranto, le cose non
vanno molto meglio che a Padova o Vicenza.
Il commissario europeo all'ambiente, Janez Potocnik, si dice
pronto a rispondere all'emergenza con l'arrivo di nuove regole entro l'anno.
Sono decenni che l’Europa emana nuove regole per qualsiasi cose, ma certe
situazioni non cambiano e non sono destinate a cambiare, poiché si agisce solo
sugli effetti e non sulle cause.
Ed infatti che cosa
preoccupa il commissario europeo? «Si tratta - ha aggiunto il commissario Ue
all'ambiente - di un costo enorme per la salute dei cittadini e per l'economia,
con 100 milioni di giornate di lavoro perse ogni anno, cioè 15 miliardi di euro
di produttività in meno. A questi costi vanno aggiunti 4 miliardi di euro in
termini di assistenza sanitaria, per i ricoveri». Ecco, è una questione di Pil
e di spesa pubblica.
“La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile” scriveva Corrado Alvaro. Oggi questo non è più dubbio. Abbiamo convinto una generazione che studiare e vivere onestamente sia inutile.
RispondiEliminaSiamo un paese di mutilati culturali, nel cuore e nell’animo. Il cinismo ha vinto. Il disimpegno anche. L’io contro la comunità.
Viviamo in un videogame,non ci sono Persone,ma Avatar,e quando Qualcuno accende la luce, tutti a beccare come polli d'allevamento.
molto vero
Elimina