L’informazione è un ganglio vitale di questo sistema dominato da “un’oligarchia dinamica incentrata sulle grandi ricchezze ma capace di costruire il consenso e farsi legittimare elettoralmente tenendo sotto controllo i meccanismi elettorali” (Luciano Canfora, La democrazia, p. 331).
Direi che l’informazione è qualche cosa di più di una semplice macchina per costruire consenso e farsi legittimare. Ai media è connesso un compito ancora più importante, e cioè quello di veicolare paure su temi divisivi e diversivi che tengano sempre in tensione la cosiddetta opinione pubblica, distraendola in tal modo da ciò che sta realmente accadendo dietro i paraventi del sistema.
Si tratta di un cambiamento subdolo e radicale, un autoritarismo che va a incidere nell’ordine politico e sociale di quelle che ancora chiamiamo democrazie, un cambiamento del quale solo a tratti si legge la trama che lo sottende. Tutto ciò in un clima apparentemente plurale dell’informazione, tanto che i soliti imbecilli hanno da ridire se qualcuno lamenta trattarsi di un pensiero unico variamente e però innocuamente sfaccettato.
Chi si occupa degli infimi livelli salariali, della babele di contratti e delle condizioni di lavoro cui sono costretti molti milioni di lavoratori precari? Del furto con destrezza attuato per mezzo delle tariffe più alte d’Europa? Delle espropriazioni a danno dei beni demaniali a vantaggio di pochi? Di parlamenti ridotti al rango di quello parigino sotto Luigi XIV e del fatto che le decisioni importanti nella UE sono prese a porte chiuse da un ristretto gruppo di persone i cui nomi sono sconosciuti ai più?
Il governo canadese ha imposto a tutte le istituzioni finanziarie – banche, cooperative di credito, persino portafogli di criptovalute – di interrompere la fornitura di servizi finanziari o correlati a chiunque fosse associato alle proteste dei camionisti canadesi. È questa dunque la democrazia che si smarca da quel despota criminale di Putin?
A proposito di criminali, di corruzione e parassitismo dell’intero ordine sociale, che dire degli intrecci criminogeni tra società private e governi? Da ultimo la massiccia corruzione finanziaria all’interno del governo Macron che dal 2018 ha assegnato a McKinsey 2,4 miliardi di euro in spese di consulenza, di cui oltre 1 miliardo di euro nel 2021. McKinsey, con sede negli Stati Uniti, ha ricavi annui per 10,5 miliardi di dollari (2019) e uffici in più di 130 città e 65 paesi. Addebita ai governi (compreso quello italiano) e alle società private tariffe esorbitanti per i consigli di “gestione strategica”, che in genere portano a tagli della spesa sociale.
Ci sono ampi legami tra McKinsey e il partito Le Republique En Marche (LREM) di Macron. Paul Midy, vicedirettore di LREM, è stato partner di McKinsey dal 2007 al 2014. Mathieu Maucourt è stato capo progetto di McKinsey per tre anni prima di diventare direttore politico di LREM e ora fa parte della segreteria di stato. Etienne Lacourt ha fatto parte del comitato direttivo di LREM fino al 2018 prima di essere assunto come partner da McKinsey.
La candidata di Les Republicains (LR) Valérie Pécresse ha dichiarato mercoledì che “sembra che il governo abbia qualcosa da nascondere”. Pécresse dimentica di aver lavorato al fianco dei consulenti McKinsey durante i suoi incarichi come ministro dell’Istruzione superiore e ministro del Bilancio sotto l’ex presidente francese e pregiudicato Nicolas Sarkozy. Insomma, il più pulito ha la rogna.
Il parassitismo di McKinsey coinvolge anche il governo del Regno Unito che ha pagato all’azienda 40 volte di più rispetto al governo francese negli ultimi anni. McKinsey ha acquisito una particolare notorietà per il suo ruolo nella privatizzazione del servizio sanitario nazionale britannico.
McKinsey, è solo uno dei nomi di una banda di società di consulenza di numerosi governi. Secondo il procuratore generale del Massachusetts, McKinsey ha contribuito ad alimentare l’epidemia di dipendenze da farmaci a base di oppioidi fornendo consulenza di marketing a produttori di farmaci tra cui Purdue Pharma e Johnson & Johnson. “Più di 400.000 americani sono morti negli ultimi due decenni per overdose legate a farmaci a base di oppioidi” (Il Sole 24ore, 4 feb. 2021).
Il CEO di Pfizer Albert Bourla e il Chief Business Innovation Officer Aamir Malik sono entrambi ex dipendenti di McKinsey. Un bel giro di galantuomini, indubbiamente.
Che si tratti di speculazioni sul mercato azionario, salvataggi aziendali o grandi contratti governativi, tra di loro si conoscono tutti.
Pakistan ormai sull'orlo di un colpo di stato dopo che gli Stati Uniti avevano minacciato il paese di gravi conseguenze se il presidente Imran Khan non fosse stato deposto domani da una mozione di sfiducia. Che evidentemente non ha i numeri in Parlamento perché il premier pakistano sta andando in TV a dire apertamente che gli Stati Uniti stanno cercando di comprare i militari per ottenere la sua deposizione. Nel video una delle più grandi TV pakistane, che supporta Khan, dice apertamente che i militari si sono venduti dietro compenso e progettano un colpo di stato.
RispondiEliminaA stretto giro arriva la risposta dei militari (video commenti): il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito ha dichiarato che "gli Stati Uniti sono un nostro grande alleato e la guerra della Russia in Ucraina è una catastrofe", confermando che i militari (almeno quelli alti in grado) stanno con gli USA che sono riusciti a comprarli.
Subito dopo arriva la risposta di Khan: se domani sarò sfiduciato non accetterò la decisione.
Da giorni gli USA minacciano anche l'India alla quale hanno intimato di "non tentare di indebolire lo stato del dollaro stringendo accordi con la Russia". Ieri l'India ha annunciato di avere concluso un accordo con la Russia per l'acquisto di 15mln di barili di greggio al costo nominale di 35$ / barile. Pagamento in rubli o rupie o tutte e due. Niente dollari.
Per salvare se stessa la NATO, ed in particolare la borghesia USA farà qualsiasi cosa, incluso mettere a ferro e fuoco il mondo intero se occorre. E' una guerra che non può perdere.
#russia #ucraina #pakistan #india #colpodistato
Licio Gelli se la ride giù all'inferno.
RispondiEliminaPietro
@Anonimo
EliminaStai ancora all'epoca di Licio Gelli?
Sai, il mondo è andato avanti!
https://officinadeisaperi.it/eventi/loccidente-va-alla-guerra-da-pressenza/
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